Pnrr, fibra e alberghi diffusi: così la marginalità diventa un valore
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In principio furono pioneristiche iniziative di illuminati amministratori o appassionati imprenditori. Poi ci fu il boom delle case ad un euro . Ora, quando il contrasto allo spopolamento delle aree interne si è imposto in tutta la sua urgenza, prevalgono percorsi organici di collaborazione pubblico-privato. Così alberghi diffusi, cooperative di comunità, recupero di edifici diroccati, come di antiche tradizioni, si sono trasformati in potenziali leve per immettere nuova linfa nella vita economia e sociale dei borghi ed invertire il trend delle partenze, attraverso progetti basati su smart working e iniziative a forte digitalizzazione. Due gli assist strategici, la fibra e i fondi del Pnrr, per trasformare la marginalità in valore aggiunto. Il condizionale è però d’obbligo in attesa di riscontri valutabili solo sul lungo periodo.
Per sognare di lavorare con il mondo ammirando montagne e tratturi, essenziale è l’infrastruttura digitale. Ad oggi, Open Fiber fa sapere di aver raggiunto con la fibra 5.560 municipi sui 6mila previsti dal piano nazionale, pari al 94% (i comuni italiani sono 7.884), con 5,4 milioni di unità immobiliari dotate di fibra ottica tra case, aziende e uffici pubblici. Ma la svolta non c’è stata, perché in paesi dove vivono per lo più anziani solo l’8% delle case sono connesse (34% nelle grandi città), tanto che per incentivare l’attivazione da parte dei privati la società ha lanciato un piano voucher.
La fibra è arrivata anche a Castel Del Giudice, paesino molisano di 300 anime, passato dal record di spopolamento rispetto ai tempi in cui contava un migliaio di abitanti ad avere un ufficio «arrivi e ritorni», si inorgoglisce il sindaco Lino Gentile, raccontando le storie dei 40 nuovi abitanti in 7-8 anni: «migranti, discendenti di famiglie emigrate all’estero e cittadini di aree limitrofe, richiamati dalle occasioni professionali che stiamo creando e da un percorso di rigenerazione delle case disabitate: le infermiere della residenza per anziani, ad esempio, sono italo-venezuelane». Le scuole primarie sono a 3 km e l’ufficio postale è aperto solo 3 giorni a settimana, ma c’è ottimismo sugli effetti dei progetti avviati grazie al Pnrr-borghi (si veda IlSole24ore del 2 luglio): Castel Del Giudice è infatti uno dei 21 comuni destinatari di 20 milioni ciascuno per progetti sostenibili, replicabili e capaci di far germogliare l’intero territorio.
Sul recupero del patrimonio storico culturale si investe a Gerace, in Calabria, come a Cunziria, nel Catanese, nel nome di Giovanni Verga o a Borgo Castello, in Friuli Venezia Giulia. In Basilicata - tra polemiche politiche - si punta su Monticchio Bagni per la creazione, tra l’altro, di incubatori di start-up e attività di ricerca nella prospettiva del cosiddetto south smart smorking. Sport, patrimonio naturale e culturale e ricettività sono gli assi dei progetti – tra gli altri - di Ulassai, nel Nuorese, o di Sanza, nel Cilento, intorno ad un albergo diffuso.

Hanno fatto scuola esempi del passato come l’esperimento di Santo Stefano di Sessanio, ai confini del Parco nazionale del Gran Sasso in Abruzzo, dove «l’identità preservata» del borgo, per via del progressivo abbandono, fu notata dall’imprenditore milanese Daniele Khilgren, motore di un restauro conservativo che ha portato alla realizzazione di quello che il Times ha inserito tra gli alberghi più belli al mondo. «Molti gli ospiti stranieri, con un indotto economico che ha generato altre 23 strutture ricettive e fatto nascere 55 partite Iva. Trent’anni anni fa - racconta - il paese sembrava dover morire».
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