Sempre più responsabili: gli italiani cambiano modo di viaggiare

In viaggio verso ‘net zero’ ma senza fretta. Consapevoli dell’impatto che le loro azioni possono avere sull’ambiente, l’80% dei vacanzieri italiani si dichiara pronto a rivedere i propri comportamenti in un’ottica più responsabile seppure non troppo impegnativa. A rivelarlo un sondaggio realizzato da Bva Doxa per conto dello specialista del turismo ‘open air’ Human Company che ha coinvolto un campione rappresentativo di mille italiani dai 18 anni in su che negli ultimi 12 mesi hanno effettuato un viaggio vacanza di almeno 3 giorni. Grande la disponibilità espressa per contribuire a salvaguardare flora e fauna delle destinazioni visitate (36% dei rispondenti), gestire oculatamente i rifiuti (33%), ridurre gli sprechi energetici (32%) e tutelare le risorse naturali (32%). Titubanze permangono, invece, in materia di modifica del proprio regime alimentare (13%), scelta di strutture con certificazioni ambientali (13%) o partecipazione fattiva a iniziative di volontariato ‘green’ (7%).
A guidare la classifica delle strutture ricettive giudicate maggiormente sostenibili troviamo agriturismi (91%), rifugi di montagna (86%), camping e glamping (84%), bed&breakfast (76%), case vacanza e ostelli (71%). Hotel (30%), resort (24%) e cruise (14%) vengono guardati, invece, con qualche sospetto mentre terme e spa (49%) si collocano in una posizione intermedia. Le soluzioni sostenibili più apprezzate in ambito outdoor sono l’uso di prodotti a Km 0 nei ristoranti e nei market interni (83%), le iniziative volte a ridurre l’uso della plastica (78%), l’impiego di energie rinnovabili (77%), gli interventi di rigenerazione (76%) e promozione del territorio (75%), la predisposizione di spazi didattici (75%) e l’allestimento di aree dedicate al benessere fisico e mentale (71%). Niente vieterebbe, infine, di vivere una vacanza sostenibile anche in un contesto urbano. Ne è convinto il 95% dei rispondenti a patto che vengano rispettati i valori e le eccellenze territoriali (48%), magari privilegiando itinerari autentici (44%) e periodi di bassa stagione (36%).
La Repubblica