Francesco Gabbani, ritmo e sorrisi: "Prendo tutto ciò che mi emoziona"

Stasera alle 21, l’Arena della Regina si accende con Francesco Gabbani, per la prima volta sul palco di Cattolica. Una serata tra ritmo, sorrisi, riflessioni e soprattutto tanta musica, per uno show pieno di energia e sorprese.
C’è un brano in ’Dalla tua parte’ che sente più vicino in questo momento della sua vita?
"A dire il vero no, mi piace prendere un po’ da tutto ciò che mi emoziona. Ogni canzone ha il suo momento, e io sono emotivamente molto variabile: questa è la mia eterogeneità".
Come nasce una canzone di Gabbani?
"Sempre sull’onda dell’istinto. Scrivo da quando ero adolescente e non ho mai avuto un vero metodo. A volte parte tutto da una frase, altre da una melodia. Non mi forzo a scrivere, ma rimango sempre ricettivo".
Quando arriva l’ispirazione, usa il cellulare o il taccuino?
"Anche se sono un tipo un po’ old school, ormai uso il cellulare per comodità. Le melodie le registro subito nelle note vocali: ne ho talmente tante che potrei farci quattro dischi".
Nelle sue canzoni si alternano ironia e riflessione. È più difficile far ridere o pensare?
"Bella domanda. Oggi molti ascoltano musica solo per svago, quindi forse è più facile strappare un sorriso. Ma questo è anche il mio modo d’essere: io non smetto mai di ridere".
Che musica sta ascoltando in questo periodo?
"Un po’ di tutto. Vengo da una formazione soul, da piccolo suonavo Stevie Wonder con mio padre, ma poi sono arrivati i Beatles, gli Ac/Dc, e adesso sono in fissa con la musica celtica. Non mi pongo limiti né regole".
E con i libri?
"Stessa cosa. In questo periodo mi sto interessando all’agricoltura biologica. Però il mio autore più influente resta Tiziano Terzani: mi ha cambiato il modo di vedere le cose e ha influenzato anche i miei testi".
Un artista con cui avrebbe voluto duettare?
"Ce ne sono tanti, ma Franco Battiato ha un posto speciale nel mio cuore. È un grande riferimento per me. Per fortuna l’ho incontrato nel 2017: me lo faccio bastare".
Sanremo: prima la vittoria, poi i ritorni. Che esperienza è stata?
"Vincere è stato fondamentale: il successo è arrivato dopo tanta gavetta. Non me lo aspettavo, ma mi ha permesso di raccogliere i frutti di anni di lavoro. Quando ci sono tornato ho vissuto l’esperienza con più tranquillità, senza l’ansia di dover stupire per forza".
Si è mai sentito prigioniero di ’Occidentali’s Karma’?
"No, prigioniero no. La canto ancora oggi e ho un pubblico affezionato che mi segue. Certo, all’inizio è stata un po’ fraintesa: per molti era solo la canzone della scimmia, ma in realtà aveva due chiavi di lettura, tra ironia e critica sociale. Alla fine, però, sono stato io a portare quella scimmia sul palco, quindi va bene così".
Cosa attende il pubblico di Cattolica?
"Tanta emozione. Non ho mai suonato in questa location, quindi sarà speciale. Pochi fronzoli, niente basi: solo la musica, anche con brani meno noti. Sarà un concerto molto suonato, come piace a me."
İl Resto Del Carlino