Il 'Secolo d'Italia' dedica uno speciale ad Almerigo Grilz e al film 'Albatross'

Uno speciale dedicato alla figura di Almerigo Grilz e al film 'Albatross', ispirato alla sua vita. È il modo in cui il Secolo d'Italia - in occasione dell'uscita nelle sale della pellicola - ha voluto omaggiare la memoria del giornalista triestino, primo inviato di guerra italiano a morire sul campo dopo la fine del secondo conflitto mondiale, che per la testata firmò storici reportage. "Nelle sale è arrivato 'Albatross', il film di Giulio Base che racconta la vita avventurosa di Almerigo Grilz: primo reporter di guerra italiano ucciso sul campo. Un grande giornalista 'non conforme'- si legge nell'introduzione allo speciale - che ha firmato anche per il Secolo d'Italia reportage entrati nella storia, la cui vicenda ha subito per anni l'ostracismo dell'odio ideologico".
Lo speciale - a cura di Annamaria Gravino, Gloria Sabatini, Fernando Adonia e Cristina Di Giorgi - vede un'intervista al regista Giulio Base, che ha scritto e diretto 'Albatross'; una conversazione a due voci con i giornalisti Fausto Biloslavo e Gian Micalessin, che con Grilz diedero vita all'agenzia di stampa Albatross che dà il nome al film; un'intervista al giornalista Toni Capuozzo, che ha sempre rivendicato la necessità del ricordo e del rispetto per quel collega così coraggioso e nel film ha ispirato il personaggio di Vito, interpretato da un magistrale Giancarlo Giannini; una panoramica sulla collaborazione di Almerigo con il Secolo d'Italia, tratta dal libro sui 60 anni della testata firmato dall'allora giovane cronista e oggi direttore, Antonio Rapisarda; una presentazione del documentario "Missione Mozambico 2025" sul viaggio intrapreso da Biloslavo e Micalessin per apporre una targa sull'albero secolare sotto cui, nel Paese africano, riposano le spoglie di Grilz. E, naturalmente, la recensione di Albatross, un film bello e coraggioso.
Grilz fu colpito a morte in Mozambico, mentre documentava il conflitto tra i ribelli della Renamo e i governativi del Frelimo. Era il 19 maggio 1987 e aveva 34 anni. È stato un visionario, un innovatore, un uomo e un professionista coraggioso, ma aveva quello che per molti era e resta un peccato originale da condannare con una ostinata damnatio memoriae: era stato anche un militante del FdG e dirigente del Msi. Con Albatross e grazie all'impegno di quanti ne hanno conservato e promosso la memoria smette definitivamente di essere 'l'inviato ignoto', come lo definì Toni Capuozzo.
"Albatross è un film politico? Certamente lo è. La patata bollente scottava proprio per questo. Se lui avesse avuto qualunque altra attitudine, non ci sarebbe stato spazio per i timori iniziali. Considero Albatross un piccolo atto di coraggio perché c’è una sedicente intellighenzia che la pensa sempre così: che questo film non dovevo farlo. Ma Giannini mi ha dato un suggerimento valido: 'Futtitenn'", racconta Giulio Base nell'intervista, spiegando di sentirsi "un partigiano della riconciliazione, mi sembrava un’occasione buona per cercare di pacificare, di arrivare a una normalizzazione per smetterla di pensare che qualcuno incarni lo spettro nero. Volevo proporre una riflessione sul rispetto".
"È stato certamente un buon giornalista, curiosamente però nessuno se lo chiede. Si pensa ad altro. Ma lo è stato, eccome. Era un giornalista di mercato internazionale, che ha scritto soprattutto per le testate estere. Un reporter a tempo pieno. Mi indigna che il giornalismo italiano non sia ancora riuscito a considerarlo uno dei suo", sono le parole di Toni Capuozzo.
"Quaranta anni fa Almerigo per primo scopre la multimedialità, la filiera tra video, fotografia e scrittura. Cinepresa super 8, macchina fotografica e bloc notes. Si fa comprare dal Msi le cineprese per andare in Mozambico. Ed è sempre lui a filmare le immagini dei cortei, dei congressi, un materiale d’archivio immenso", raccontano Biloslavo e Micalessin, ricordando gli anni in cui con Grilz, negli ambienti del giornalismo internazionale, venivano chiamati "crazy italians". "Quando abbiamo iniziato la nostra avventura eravamo mossi da un fuoco, al di là delle ideologie. Se hai un sogno e una passione devi andare avanti a dispetto di tutto e di tutti", concludono.
Adnkronos International (AKI)