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Occhi puntati al cielo con Giuseppe Ruggiero e Simeone Pendolo di AstroCampania

Occhi puntati al cielo con Giuseppe Ruggiero e Simeone Pendolo di AstroCampania
in foto Fiordo di Furore e via Lattea con stella cadente

di Emilia Filocamo

La direzione è il cielo. Perenne, preferita, scelta con convinzione. Giovani, entusiasti, con una luce negli occhi che non si fatica a notare, frutto del desiderio autentico, generoso, di divulgare la meraviglia che sta sulle nostre teste, i segreti dell’Universo e di portarci tutti un po’ a spasso tra le stelle. Divulgatori, questo il titolo che scelgono per loro, nessun’altra specifica altisonante, vanno assolutamente eliminate le nomenclature puntate. Giuseppe Ruggiero e Simeone Pendolo, rispettivamente astrofilo divulgatore il primo, astrofotografo divulgatore il secondo, dell’Associazione napoletana AstroCampania, presieduta da Massimo Corbisiero, sono appunto questo: passione. Quando decido di raccontare la loro attività, non riesco assolutamente a parlare di hobby, impossibile. C’è una tale competenza nelle loro parole, una spontaneità che non bada a stanchezza, sacrifici, spostamenti, che la parola hobby è davvero riduttiva. Il nostro incontro avviene durante l’organizzazione di un evento al Caruso, la Ditirambo Night Stardust che, oltre a prevedere una degustazione di piatti cilentani elaborati dall’Executive Chef della struttura Armando Aristarco, ha consentito di vivere a bordo piscina un’esperienza unica con l’avvistamento della luna e delle costellazioni. La nostra chiacchierata arriva però qualche giorno dopo quando la meraviglia della serata si è già trasformata in ricordo.

Giuseppe, ci racconti come nasce questa tua passione per le stelle? Grazie a un libro. Era un vecchio sussidiario scolastico degli anni ’60. Mi fu regalato che non sapevo ancora leggere, forse non avevo compiuto 6 anni. Ma le illustrazioni erano magnifiche, chiaramente fatte a mano e riportate a stampa. Quei disegni mi parlavano già e mi raccontavano di isole lontane in mezzo ad oceani sconfinati, montagne aguzze e foreste impenetrabili. E di stelle e pianeti ovviamente. C’era una carta celeste che riportava le costellazioni. Quella sera fu naturale per me uscire in cortile col libro in mano e alzare lo sguardo. Quando mi resi conto che potevo conoscere così tanto di fenomeni e oggetti tanto lontani, divampò un fuoco che brucia ancora.

Custodisco ancora quel libro in mezzo a tutti gli altri che cominciai ad acquistare appena imparai a leggere. Così spendevo i soldini regalati dai nonni.

Al Caruso, il 2 luglio scorso, è successo qualcosa di straordinario: gli ospiti hanno potuto apprezzare i dettagli di luna e stelle a bordo della famosa Piscina, quasi un palco puntato verso il cielo. Cosa di solito ti stupisce ed emoziona di più quando guidi nell’osservazione? Ciò che imparo dall’altro! Ognuno si avvicina al telescopio col proprio bagaglio di conoscenze, la propria sensibilità. Ognuno reagisce in modo diverso. Stupore e meraviglia sono i sentimenti che incontro più spesso ma c’è sempre una nota differente, una domanda che nessuno mi aveva posto in quel modo. Cercando di indovinare il modo migliore per arrivare a farmi capire dall’altro, imparo io stesso. Un’esperienza umana e profonda, ogni volta. Quando vedi accendersi la curiosità negli occhi della gente, che bella sensazione! A proposito, grazie per l’invito. È stata una serata fantastica. La luna si specchiava sulla piscina e quasi non riuscivo a distinguere dove finisse questa e dove iniziasse il mare in lontananza.

So che è possibile regalare delle stelle, delle costellazioni, ricordo che era una cosa molto in voga fino a qualche tempo fa. Se tu potessi e dovessi regalare una costellazione quale sarebbe e perché? Lasciami pensare un attimo… ne esistono 88, almeno quelle ufficiali. Questo mi dà la possibilità di fare il regalo giusto a ciascuno. Se tu me lo consenti voglio fare così.

Regalerei la tredicesima costellazione zodiacale, quella di Ofiuco, a chi prende troppo sul serio gli oroscopi (non l’avevi mai sentita, vero?); quella della Vergine ai cosmologi perché ospita un super ammasso di galassie che ancora tanto può raccontarci sulle origini dell’universo; la Stella Polare e l’Orsa Minore che la ospita a chi avverte il bisogno di un punto di riferimento. La Croce del Sud me la regalo io, perché visibile solo dalle latitudini poste sotto l’equatore e non vedo l’ora che un prossimo viaggio mi porti fin là.

La volta che quasi hai pianto guardando il telescopio? Proprio l’altra sera una gentile signora vostra ospite, mi confessava di essersi quasi commossa alla vista della luna al telescopio. Non faccio fatica a comprenderla. Ma lasciami essere un po’ sarcastico: la volta che ho quasi pianto? Tutte le sere quando vedo le luci artificiali inutilmente sparate verso l’alto o la miriade di satelliti artificiali comparire all’oculare o in foto. Stiamo riempiendo di spazzatura l’orbita bassa attorno alla terra. Per vedere una partita di calcio in 4k rendiamo sempre più difficile fare ricerca. I satelliti sono utilissimi; è il loro numero ad essere un problema. Molti non sono più funzionanti e costituiscono un pericolo per la sicurezza degli astronauti a bordo della Stazione Spaziale e delle future missioni umane. È necessaria una regolamentazione internazionale vincolante per tutti.

Raccontaci i prossimi progetti dell’associazione.. Il calendario di AstroCampania, l’associazione di astrofili di cui faccio parte, è sempre in aggiornamento. Segnatevi queste date: il 10 agosto, la notte di San Lorenzo, venite a trovarci a Petina all’Osservatorio Astronomico di Aresta o sul Monte Faito. Il 7 settembre ci sarà un’eclissi di luna (la famosa luna rossa). Potremo osservarla insieme dall’Osservatorio Astronomico Salvatore di Giacomo di Agerola e sempre dall’osservatorio di Aresta. Ma queste sono solo le date più importanti: seguendo il sito di AstroCampania – astrocampania.it – e le nostre pagine social, sarete sempre aggiornati sui nostri appuntamenti.

Simeone, la tua foto più bella? Beh, trovare una sola foto “più bella” tra le centinaia che ho realizzato è davvero difficile. In astrofotografia non esistono foto belle o meno belle: ogni scatto racconta un momento, un’emozione, una sfida. Dietro ogni immagine ci sono ostacoli come le condizioni meteo o l’inquinamento luminoso, ma anche tanta passione e dedizione.

Tuttavia, una delle emozioni più forti l’ho provata il 12 agosto 2024, quando per la prima volta ho fotografato la Via Lattea dal Fiordo di Furore, immortalando una stella cadente proprio all’interno dell’arco. Fortuna? Decisamente sì.

Ci tengo però a sottolineare che l’astrofotografia non è solo paesaggio e Via Lattea: c’è anche il lavoro di dedizione e pazienza necessario per riprendere gli oggetti del cielo profondo. Un esempio è il mio progetto di 23 ore di esposizione sulla Nebulosa Laguna (M8), realizzato con tecniche avanzate di acquisizione e post-produzione. Un lavoro lungo, ma che regala enormi soddisfazioni.

Da piccolo eri già attratto dall’Universo? Eri anche tu uno di quei bambini che sognano di fare gli astronauti? Da piccolo avevo difficoltà a mangiare, e ricordo che mio padre mi portava sul tetto a guardare le stelle mentre cercava di farmi finire la pappa. Forse è proprio lì che è nato il mio amore per quelle sfere luccicanti nel cielo.

Andare nello spazio? Credo sia un sogno comune a molti: l’assenza di gravità, la vista della Terra dall’alto, l’idea di camminare sulla Luna… e perché no, magari anche su Marte. È un sogno che affascina non solo i più piccoli, ma anche molti adulti.

Durante l’avvistamento al Caruso, c’è stato tra gli ospiti qualcuno che ti ha colpito per la profondità delle domande o per la curiosità? Insomma qualcosa che ti è rimasto impresso? Durante l’avvistamento al Caruso, le domande e le curiosità sono state davvero tante e ricordarle tutte è quasi impossibile. Tuttavia, una in particolare mi è rimasta impressa: mentre osservavamo la Nebulosa Laguna (M8) al telescopio, un ospite ha notato la presenza di filamenti oscuri all’interno della nebulosa e mi ha chiesto di cosa si trattasse addirittura se fossero buchi neri.

Questa domanda mi ha colpito per la profondità dell’osservazione e per la capacità di cogliere un dettaglio così significativo. È stato un ottimo spunto per spiegare la differenza tra una nebulosa oscura – nubi di gas e polveri così dense da oscurare la luce delle stelle retrostanti – e i buchi neri, oggetti completamente diversi, ma spesso confusi nel linguaggio comune per via della loro invisibilità diretta. Un momento davvero stimolante e significativo della serata.

Prossimi progetti legati ad AstroCampania? AstroCampania non si ferma mai e durante la bella stagione siamo più attivi che mai. Stiamo organizzando lo star party autunnale a beneficio dei soci: ci riuniamo presso una struttura ricettiva sufficientemente lontana dalle luci artificiali per dedicarci alla nostra passione. Un paio di notti sotto le stelle a fotografare e osservare nebulose e galassie o godere semplicemente del firmamento, sdraiati su un prato. Abbiamo in programma gli “Star day for teachers” corsi di formazione a beneficio dei docenti delle scuole campane. Continua il nostro impegno nella ricerca di asteroidi con un team dedicato, lo studio delle stelle variabili, delle occultazioni asteroidali… Insomma non ci fermiamo mai!

Ma Simeone Pendolo, ad agosto, aspetta le stelle cadenti per esprimere un desiderio? Assolutamente sì. Anche se oggi le osservo con strumenti tecnici e uno sguardo più consapevole, quando vedo una stella cadente torno bambino. In quel momento, tra il silenzio e la meraviglia del cielo che si apre, un desiderio nasce sempre.

E se dovessi esprimerne uno ad alta voce, sarebbe questo: vorrei che, almeno una volta al mese, i Comuni d’Italia spegnessero tutte le luci per permettere a tutti di contemplare il cielo stellato, che purtroppo sta scomparendo a causa dell’inquinamento luminoso.

Un momento collettivo di silenzio, bellezza e consapevolezza.

E perché no, cogliere l’occasione anche per rivedere l’orientamento delle luci pubbliche, eliminando quelle che proiettano verso l’alto e restituendo al cielo la sua oscurità naturale. Sarebbe un gesto semplice, ma potente.

Ci incontreremo nuovamente. Ne sono certa. Per puntare ancora una volta gli occhi al cielo, per lasciarci coinvolgere dal loro incanto e perché di stelle, come di sogni, non potremo essere mai stanchi.

İl Denaro

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