Sarah Jane Morris, signora del jazz: "Canto la storia dell’umanità"

Cinque concerti serali internazionali, quattro dei quali in piazza Matteotti e uno al tramonto al suggestivo Osservatorio Astronomico Elpidiense e la consueta masterclass di tre giorni per musicisti, curata da Ramberto Ciammarughi con immancabile jam session dopo le lezioni. Questa, in sintesi, l’edizione 26 di Sant’Elpidio Jazz Festival proposto dal Comune di Sant’Elpidio a Mare e associazione Syntonia Jazz con Amat con il contributo di MiC e Regione Marche e il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo e di sponsor privati.
L’apertura sarà domani in piazza Matteotti con Sarah Jane Morris (alle 21,15) in ’The Sisterhood Trio’, accompagnata dalle chitarre di Tony Rémy e Marcus Bonfanti. La cantante britannica è un’icona del jazz moderno, formidabile performer con una voce unica, che spazia fra blues, rock, jazz e soul e un feeling unico con il pubblico italiano. Capelli rossi, grande energia, Sara Jane Morris si racconta volentieri. Ha un legame particolare con il nostro Paese e ha collaborato con tanti artisti italiani, tra cui Mario Biondi.
Come vive oggi questo percorso jazz in un luogo come Sant’Elpidio a Mare?
"Ho un rapporto speciale con l’Italia e dura dal 1979, quindi da ben 46 anni... Ho cantato con artisti italiani tra cui Mario Biondi, PFM, Riccardo Cocciante, Pino Daniele, Noemi, Danilo Rea, il Quartetto d’Archi Solis, Enrico Melozzi, solo per citarne alcuni. In questi 46 anni ho interpretato musica pop, soul, jazz, funk, rock, blues, latin, folk e classica, e utilizzo tutti questi generi anche nella musica che scrivo". Dopo tanti anni di carriera come ci si prende cura di una vocalità così particolare?
"Non ho mai avuto una formazione musicale e certamente non una formazione vocale. Non faccio esercizi di riscaldamento. Canto molto e certamente mi prendo cura della mia voce nel miglior modo possibile. Sono molto fortunata".
In un viaggio musicale al femminile, quali sono le figure che l’hanno ispirata?
"’The Sisterhood’, che è il mio ultimo progetto, è dedicato alle cantautrici che hanno contribuito a plasmare la musica popolare. Bessie Smith, Billie Holiday, Nina Simone, Miriam Makeba, Aretha Franklin, Janis Joplin, Joni Mitchell, Rickie Lee Jones, Annie Lennox e Kate Bush. Le mie maggiori influenze musicali sono state Nina Simone, Janis Joplin, Sly and The Family Stone e Etta James".
E il brano che proporrà al concerto e che considera il suo rifugio artistico?
"Il pezzo che canto come bis è stato reso famoso da Janis Joplin: ’Piece of My Heart’. È una canzone che sento di aver plasmato abbastanza da diventare mia".
Molti suoi brani affrontano temi forti: la musica ha ancora un ruolo politico e culturale, può contribuire a cambiare il mondo?
"Sono passati 40 anni da ’Live Aid’, un concerto che ha contribuito a cambiare il mondo per un certo tempo. Mi sento narratrice della storia umana attraverso la canzone. Credo che la musica abbia un ruolo nell’educare, nel mettere in discussione e nell’avviare conversazioni. Non ho tutte le risposte, ma ho molte domande che metto in musica".
İl Resto Del Carlino