Cronometro sotto il diluvio a Pisa: Del Toro resta in rosa ma Roglic rimonta
Dopo il polverone delle Terre Bianche, la pioggia battente di piazza dei Miracoli, al termine della cronometro Lucca-Pisa (28,6 chilometri), ripulisce e ridefinisce le gerarchie di un Giro d’Italia ancora frastornato dall’esplosiva rivalità tra Isaac Del Toro e Juan Ayuso, i due giovani rampanti della Uae Emirates che nella tappa di Siena avevano detronizzato Primoz Roglic.
Una crono condizionata dalla pioggia, vinta a quasi 53 km/h dallo specialista danese Daan Holland, che rimette in gioco lo stesso Roglic (il migliore tra i big ) e ridimensiona il baby messicano Isaac del Toro, ancora in maglia rosa ma ora tallonato da Ayuso che, con una prova convincente, gli rosicchia 48 secondi portandosi alle sue spalle a soli 25”.
La strana sfida tra due compagni della stessa formazione naturalmente continua. Nessun contrordine per il momento dai vertici della Emirates. Però, dopo questo test, quasi una cartina di tornasole dei valori in campo, crescono in modo evidente le azioni di Ayuso, capitano alla partenza del Giro, e si appannano per converso quelle del messicano, in difficoltà sotto il forte piovasco che ha costretto quasi tutti i migliori a non rischiare.
Il meno penalizzato dalla nuvola di Fantozzi è stato proprio Roglic, più specialista degli avversari e graziato da Giove Pluvio nella prima parte della frazione.
Lo sloveno, uscito pesto e abbattuto dalla tappa di Siena, ha rialzato la voce risalendo come un salmone la classifica: dal decimo posto (a + 2’ 25) prima del via, a quinto (+ 1’18”) dalla maglia rosa. Un passivo certo pesante ma ancora facilmente recuperabile nell’ultima settimana. Diciamo che Roglic ha battuto un colpo per avvisare gli sfrontati ragazzini della Uae che è ancora vivo e vegeto e lotta insieme a noi.
Chi esce alla grande da questa cronometro è il nostro Antonio Tiberi, 25 anni, ora terzo in classifica con appena un minuto di ritardo. In pratica Tiberi ha limato quasi 30 secondi alla coppia di testa, coppia che in futuro, nonostante tutti gli sforzi per apparire legatissima, potrebbe anche scoppiare. Un’ipotesi chiaramente molto ottimista, e molto in chiave nazionale, però gestire bene l’elettricità interna non è facile. Due galli nel pollaio, anche nel ciclismo, di solito prima o poi si beccano e si sgambettano. Avremo tempo per verificarlo.
Tornando agli altri big, va segnalata la buona prova di Simon Yates ora quarto a un paio di secondi da Tiberi. Chi invece non brilla, quasi un pulcino bagnato, è Giulio Ciccone, molto in difficoltà fin dai primi chilometri. Schiantato da Roglic (+ 1’38”), Giulio dal quinto posto scivola all’ottavo con oltre due minuti dalla maglia rosa. Una prova deludente, quella dell’abruzzese, molto atteso a questo Giro d’Italia. Le sue chances, pensando al podio, naturalmente precipitano. Probabile che cerchi una rivincita con qualche impresa in salita. Però si deve decidere: galleggiando tra i big verrà infatti tenuto d’occhio.
Un altro da pollice verso è l’equadoriano Richard Carapaz, anche lui “punito” dal potente ritorno di Roglic, ora nono dietro a Ciccone. Distacchi ancora recuperabili, nelle grandi montagne, che però cominciano a marcare le differenze. Male anche la prova del colombiano Bernal caduto per l’asfalto bagnato. Questo mercoledì un’altra tappa da tener d’occhio, 186 chilometri su e giù da Viareggio a Castelnuovo ne’ Monti. Possibili altre sorprese.
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