Gorizia ringrazia il Giro d’Italia: “Giornata eccezionale”

GUARDA IL SERVIZIO VIDEO. Piazza Transalpina in festa per il trionfatore di tappa Kasper Asgreen è solo una delle cartoline che resterà nel libro dei ricordi. Ma la Treviso-Nova Gorica di sabato, con traguardo lì dove un tempo a correre era una rete divisoria, racconta anche dell’entusiasmo lungo le strade manifestato dai cittadini del Collio e di Gorizia, e soprattutto lancia un messaggio che viene riassunto bene dall’assessore comunale goriziano allo sport Giulio Daidone.
Peccato solo per quella pioggia che ha rovinato il primo passaggio dei corridori in città, ma l’entusiasmo della gente è andato oltre ogni evento atmosferico avverso, ed erano tante le bandiere e le lingue protagoniste in una Gorizia mai così crogiolo di culture come in quest’occasione. E si è chiuso così un vero e proprio cerchio con la storia: era un altro 24 maggio, quello del 1915, quando l’armonia di un territorio multilinguistico venne distrutta dall’invasione da parte delle truppe italiane che oltrepassarono il fiume Judrio tra Corno di Rosazzo e Cormons invadendo l’allora territorio austroungarico e dando così il via alla Prima Guerra Mondiale. Ne seguirono anni di tragici scontri e centinaia di migliaia di morti proprio per conquistare Gorizia. Da allora, per decenni, solo divisioni. Fino agli ultimi anni, al superamento dei confini, alla capitale europea della cultura 2025, a questa tappa del Giro. E al cerchio che – grazie alla bicicletta – si è finalmente chiuso dopo 110 anni esatti in piazza Transalpina.
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