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Il Bari cerca l’allenatore: Longo vicino all’addio

Il Bari cerca l’allenatore: Longo vicino all’addio

BARI - Non sarà un casting allargato, ma nemmeno una missione semplice. Il Bari affronta il nodo allenatore con l’obiettivo di arrivare a metà entro la settimana. Non più di cinque-sei i nomi su cui si ragiona al momento. Con qualcuno i dialoghi sono già cominciati. Il primo step, però, resta pur sempre Moreno Longo. Il tecnico piemontese è sotto contratto e non è certo il principale colpevole del mancato approdo ai playoff. Doveroso un confronto a stretto giro fosse anche solo per capire una volta in più che la sintonia con la direzione sportiva composta da Giuseppe Magalini e Valerio Di Cesare sia terminata. E magari per cercare soluzioni a un oneroso ingaggio che continua a pesare sulle casse societarie. Minime le possibilità di proseguire insieme, ma la questione andrà comunque affrontata. Soltanto dopo tale passaggio, si passerà a stringere il cerchio per il nuovo tecnico. Ecco, intanto, i sei «papabili» al momento.

ROBERTO D'AVERSA Il mister di Stoccarda è una spanna avanti a tutti. Piace per personalità, concetti chiari, elasticità tattica. E poi il suo legame con la Puglia è radicato nel tempo. Di Cesare è stato alle sue dipendenze a Parma, centrando il doppio salto dalla C alla A. D’Aversa viaggia su parametri d’ingaggio alti, ma non impossibili. Il problema è un altro e riguarda il progetto. Un tecnico che negli ultimi cinque anni ha lavorato in A può anche accettare di scendere di categoria, soprattutto se in ballo c’è una grande piazza che certo sarà stata caldeggiata da amici fraterni quali Antonio Conte e Daniele Faggiano (entrambi in sella nella promozione del 2009). Ma deve essere chiara la garanzia di lottare per il massimo traguardo. Il Bari potrà alzare l’asticella?

VINCENZO VIVARINI Il tecnico abruzzese resta un candidato forte. Con Magalini ha costruito il Catanzaro prima promosso in B, poi approdato ai playoff per la A. Con Di Cesare, proprio in biancorosso, centro’ una serie utile di 27 risultati che portò i biancorossi dall’undicesimo posto in C al secondo e poi alla finale playoff persa con la Reggiana. Il presidente De Laurentiis ancora non si perdona il suo esonero dopo aver condiviso i difficili mesi del Covid e gli affiderebbe anche il rilancio. Pesa, però, la stagione deludente vissuta dall’allenatore abruzzese a Frosinone: la piazza è furibonda e forse serve chi è pronto a battagliare fin dal primo giorno, mettendo da parte le delusioni.

ANDREA SOTTIL È stato valutato anche lo scorso anno. Caratteriale, determinato, in grado di interpretare più moduli. Ad Ascoli ha centrato una salvezza miracolosa in B e poi un insperato piazzamento playoff. A Udine in A una salvezza tranquilla e un esonero. Quindi nell’ ultimo campionato è finito nel caos Sampdoria che con lui ha mantenuto una media salvezza (16 punti in 13 incontri), ma non gli è bastata per evitare l’esonero. È tra gli osservati, forse non in pole, ma può scalare posizioni.

POSSANZINI, DONATI, ABATE Ecco il tris di «emergenti». Già, perché la scelta può cadere anche su un profilo più giovane e smanioso di confrontarsi in una piazza che vale la svolta di una carriera. Davide Possanzini è il «giochista» che piace a mezza B. Squadra coraggiosa e propositiva: su tali basi ha portato il Mantova in B e lo ha salvato. I lombardi non vogliono privarsene e servirebbero anche argomenti adatti a spingere il 49enne allenatore a rinunciare ad un altro anno di contratto in una piazza in cui è un idolo. Ma l’ idea di compiere il salto di qualità sarebbe la molla su cui spingere. I suoi principi, però, costituiscono forza e limite allo stesso tempo: bisognerebbe costruirgli attorno un complesso che ne assecondi le attitudini su un 4-2-3-1 a trazione anteriore.

Massimo Donati sarebbe una scommessa in piena regola: due anni fa ha impressionato in C a Legnago, poi ha scelto l’avventura in Grecia, senza fortuna. Non ha mai allenato in B, ma di Bari conosce tutto: è stato pilastro della squadra che arrivò decima con Giampiero Ventura nel 2010, ma ha anche navigato i burrascosi mari della retrocessione in B e del periodo scandito dallo scandalo scommesse, fino a tornare nelle gestioni tribolatissime condotte da Paparesta prima e Giancaspro poi. In un altro momento critico, lui sarebbe pronto a raccogliere la soda e spesso il coraggio paga. E ha la personalità che serve.

Ignazio Abate, infine. L’ex terzino del Milan, è cresciuto da allenatore proprio nel vivaio rossonero distinguendosi soprattutto in Youth League. Quest’ anno, la prima esperienza tra i professionisti, a Terni. Pur tenendo gli umbri al secondo posto, è stato prima esonerato a febbraio, salvo poi essere reintegrato per esplicito volere della squadra. Tuttavia, ad aprile la decisione di sollevarlo dall’incarico è stata irrevocabile, pur essendo ancora nella piazza d’onore, a -5 dall’Entella capolista. Anche lui fautore di un calcio offensivo, possiede un’ ampia conoscenza dei giovani più interessanti del panorama italiano. Sarebbe un altro salto nel buio, eppure l’entourage biancorosso lo ha osservato più di una volta. La sfida è complessa: chiunque sia il prescelto dovrà avere spalle larghe, coraggio e voglia di risollevare un ambiente sfiduciato.

La Gazzetta del Mezzogiorno

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