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Lecce, la «voce» di Sticchi Damiani

Lecce, la «voce» di Sticchi Damiani

LECCE - Il presidente Saverio Sticchi Damiani traccia il bilancio della complicatissima stagione vissuta dal Lecce e si dimostra carico in vista dell a prossima.

«Parto dalla morte di Graziano Fiorita, al quale dedico la storica salvezza che abbiamo centrato. Quanto accaduto continua a stravolgere le nostre vite perché perdere un compagno di viaggio così giovane, durante un ritiro che avevamo scelto di fare a più di mille chilometri da casa in un momento delicato, ha delle implicazioni umane che sono inimmaginabili. A Coccaglio, con la squadra, prima del tragico evento, è scattata una molla che ci ha spinto a dirci cose che non ci eravamo mai detti, a stare insieme come non avevamo mai fatto. Poi, quella maledetta mattina abbiamo dovuto affrontare qualcosa di gigantesco».

Aggiunge: «La scomparsa di Graziano ha unito l’Italia calcistica intorno al tema dell’umanità, rispetto a quelli aridi legati a questioni economiche. Tutto ciò ha anche compattato l’ambiente intorno a noi, dandoci la forza di raggiungere un risultato epico. Fiorita era un uomo-chiave dello spogliatoio. Trasmetteva i nostri valori. Questo evento luttuoso ha dato a tutti, per lui, un coraggio incredibile, che si è visto sul campo, ancora di più negli ultimi 90’ con la Lazio, che avevano il massimo livello di difficoltà e nei quali ci davano per spacciati».

Sticchi Damiani si sofferma sui vari passaggi di una annata tutta in salita: «È iniziata con la brutta notizia su Gonzalez, che non ha superato le visite mediche di idoneità, purtroppo confermata in questi giorni. Devo fare i complimenti al nostro cardiologo dottor Tondo ed al nostro staff medico, che sono riusciti ad individuare una patologia, pare congenita, di difficile verificabilità, salvando la vita al ragazzo, che ora si sta dedicando con profitto agli studi economici. Poi alla 12ª giornata c’è stato il cambio della guida tecnica, il che significa che qualcosa si è sbagliato. Quindi, dopo la cena di Natale terminata alle 22,30, ci siamo ritrovati in Questura per il fermo di un nostro calciatore (Pelmard, poi ceduto ndr), per un episodio che ci ha messo in grande imbarazzo».

Il presidente si sofferma su altri due aspetti. «Ne parlo perché ci siamo salvati - precisa - Abbiamo avuto tanti episodi arbitrali sfortunati a nostro sfavore che rappresentano un unicum e che non ricollego a pregiudizi, episodi che abbiamo posto all’attenzione degli organi competenti e che ci sono costati diversi punti. Dopo la partita con la Lazio siamo stati pesantemente multati, dopo essere stati trattati molto male dal direttore di gara, che ha scritto un referto inaccettabile. Chiederò che non arbitri più le gare del Lecce. Inoltre, negli scontri con le rivali dirette siamo stati straordinari, conquistando 4 punti su 6 con tutte e 3 su 6 con il Cagliari. L’anomalia è stata quanto raccolto con le medio-grandi, ma noi abbiamo avuto solo una volta il vantaggio di affrontare una squadra reduce dalle coppe europee. Ad altri team è capitato 8, 7, 6 volte. Si tratta di una stortura da correggere».

Difende il mercato di riparazione e loda l’operato di Pantaleo Corvino e Stefano Trinchera: «A gennaio abbiamo cercato di fare il massimo, effettuando operazioni significative, logiche per un club come il nostro. Il tutto senza avere incassato un euro per la cessione di Dorgu perché i primi sono arrivati il 30 marzo. Sul trasferimento del danese mi scuso con i tifosi perché avevo detto che non si sarebbe mosso. Ma ci siamo trovati dinanzi all’out out del Manchester United che ha chiarito che l’operazione o si faceva subito o sarebbe saltata, con il ragazzo che comprensibilmente voleva accettare la proposta. Circa l’area tecnica, in cinque stagioni, Corvino e Trinchera hanno centrato una finale dei play off di B, una promozione in A e tre salvezze, rendendo possibile quel consolidamento economico che ci ha consentito di crescere tanto anche nelle strutture, Si tratta di un bilancio oggettivamente stratosferico. Forse non abbiamo dato la giusta comunicazione ad inizio stagione, quando abbiamo parlato di “alzare l’asticella”. Ma non intendevamo certo dire che volevamo puntare all’Europa League. Abbiamo spiegato che il campionato sarebbe stato più difficile del precedente e che quindi andasse migliorata la rosa, per raggiungere la salvezza».

Il massimo esponente del Lecce torna sull’avvicendamento in panchina: «Chi subentra in corsa si trova a gestire un collettivo che non ha contribuito a costruire. Giampaolo ha svolto un grande lavoro insieme al suo staff, composto da professionisti eccellenti, pur con momenti di notevole difficoltà. Del trainer abruzzese ho scoperto anche l’uomo, la sua sensibilità, la sua correttezza. Nei prossimi giorni ci sarà l’incontro tra area tecnica e mister e si deciderà sul futuro».

Infine, esorta il popolo giallorosso alla compattezza: «Ci stiamo misurando con qualcosa di enorme. La prossima serie A ci vede quale realtà più a sud, insieme al Napoli, campione d’Italia. Fare calcio nel Mezzogiorno è difficile perché qui si fatica ad attrarre capitali. Quello che stiamo vivendo è un miracolo sportivo frutto di una organizzazione capillare, ma pur sempre migliorabile. In questo senso il mio grazie va agli altri soci per l’affetto ed il supporto che ho sempre ricevuto da ciascuno di loro. Ogni anno ci sono sempre meno squadre potenzialmente in lotta per la permanenza. Significa che il Lecce ha il 50% di possibilità di retrocedere. Arriviamo alla prossima stagione in salute grazie al percorso di questi anni. Siamo tutti motivatissimi. Tra qualche giorno inizieranno i lavori al “Via del Mare”. Abbiamo chiesto di giocare la prima partita fuori casa, più altre due consecutive a marzo in trasferta, unite alla sosta prevista per la nazionale, in concomitanza con gli interventi strutturali più invasivi legati alla copertura. Al ritorno dal ritiro la squadra avrà a disposizione parte del centro sportivo, con un primo campo. Ad ottobre sarà pronto il secondo. Dal primo luglio aprirà lo store ufficiale della società».

La Gazzetta del Mezzogiorno

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