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Il Bari senza certezze, servono «pilastri» per essere ambiziosi

Il Bari senza certezze, servono «pilastri» per essere ambiziosi

BARI - Non c’è una base consolidata: il rischio concreto è ripartire ancora una volta da zero. Il caos della B coinvolge anche il Bari che in teoria avrebbe avuto almeno il vantaggio di sfruttare il tempo derivante da una stagione chiusa davvero troppo presto, data la bruciante esclusione dai playoff. Difficile orientare le scelte: troppe le compagini cadette ancora coinvolte negli spareggi promozione, così come è avvolto in un gigantesco punto interrogativo il destino di Brescia, Frosinone, Salernitana e Sampdoria a causa del blocco dei playout. Concreto, ad esempio, l’interesse biancorosso per Guido Angelozzi che potrebbe rappresentare il nome forte attorno a cui ricostruire l’area tecnica, ma il manager siciliano al momento è bloccato al club ciociaro. Nelle more di determinare i vertici del club (la stessa proprietà valuta se aprire all’ingresso di un nuovo socio), è stato avviato qualche dialogo per alcuni calciatori: tra chi è in prestito secco o con opzioni e chi è in scadenza di contratto, il lavoro davvero non manca.

FONDAMENTA TRABALLANTI Mattia Maita, Ahmad Benali, Alessandro Tripaldelli, Gaston Pereiro, Marco Pissardo, Francesco Vicari e Mehdi Dorval. Ecco i calciatori di piena proprietà con un contratto che va oltre il prossimo 30 giugno: sono appena sette, ma l’aspetto ancor più preoccupante è che forse soltanto due possono considerarsi pilastri di un progetto, ovvero Maita e Benali. Il messinese ed il libico hanno costituito la più affidabile cerniera di centrocampo: entrambi sono vincolati fino al 2026, anche se sul primo potrebbe a breve essere attuata l’opzione di prolungamento per un’ulteriore stagione, mentre il secondo, che sarebbe stato in scadenza, si è appena guadagnato la permanenza grazie all’alto numero di presenze, utile a far scattare il prolungamento automatico. Entrambi, però, hanno superato la trentina: Maita compirà 31 anni il 29 luglio, Benali ne ha 32. Gli altri sono un rebus: Tripaldelli è stato una comparsa, Pereiro un infelice rinforzo di gennaio, Pissardo può essere al massimo il “vice” di un portiere titolare, Vicari è reduce da una pessima stagione, mentre Dorval potrebbe ricevere offerte allettanti anche dalla A, in virtù di una prima parte di campionato scintillante che non è corrisposta, però, ad un rendimento ugualmente convincente nel girone di ritorno. In definitiva, non ci sono certezze.

QUATTRO IN SCADENZA Oltre il terzo portiere Davide Marfella (potrebbe anche essere valutata la sua permanenza, anche se peserebbe sulla lista degli over 21), urge una decisione su Raffaele Pucino, Nicola Bellomo e Raffaele Maiello. I numeri parlerebbero a favore del difensore napoletano che ha collezionato ben 30 presenze (e un gol) in campionato: malgrado i 34 anni, per esperienza e mestiere potrebbe ancora tornare utile. Molto più risicato l’utilizzo di Bellomo (19 gettoni, una rete, un assist, ma solo 511’ in campo) che, però, dalla sua porta i valori della baresità, nonché lo status di “bandiera” che non peserebbe sulla lista over: sono in corso valutazioni, ma la posizione del fantasista è incerta. Si concluderà, invece, l’esperienza di Maiello (appena 15 apparizioni) dopo tre anni e mezzo, una promozione dalla C alla B ed il salto in A solo sfiorato.

L’ESERCITO DEI PRESTITI Ed ecco la lunghissima lista di elementi a titolo temporaneo. Boris Radunovic (pur con qualche incertezza) meriterebbe la conferma per dare continuità al delicato ruolo del portiere, ma il 28enne serbo di proprietà del Cagliari ambisce almeno ad un top club di B: se il Bari non allestirà un organico da vertice, valuterà altre opzioni. Più alla portata l’acquisto di Valerio Mantovani dall’Ascoli (uno dei pochi ad aver convinto), così come l’asse privilegiata con il Napoli potrebbe “partorire” almeno il rinnovo del prestito di Nosa Obaretin. Folto il novero di elementi che richiederanno un’attenta valutazione: Andrea Oliveri (sul quale esiste il diritto di riscatto dall’Atalanta che, però, detiene l’opzione di controriscatto) ha mostrato indubbie potenzialità offuscate da qualche infortunio di troppo, Nicholas Bonfanti (di proprietà del Pisa) ha segnato soltanto due reti, ma a 23 anni resta una delle punte più promettenti della B, Giulio Maggiore (appartiene alla Salernitana) ha pesato in termini di reti (ben tre in 12 presenze), ma sembra ancora lontano dai bagliori mostrati allo Spezia, mentre è piaciuta l’applicazione di Costantino Favasuli (è della Fiorentina: con la stessa formula di Oliveri) che, però, deve crescere sul piano tecnico, così come incostante è stato l’apporto di Nunzio Lella (sul quale è in essere il diritto di riscatto dal Venezia): il 24enne di Santeramo spingerebbe per avere un’altra chance nella squadra in cui è cresciuto.

Un’occasione potrebbe essere rappresentata da Andrea Favilli: sulla carta un “top” che esaurirà il 30 giugno il vincolo con il Genoa: il centravanti (autore di cinque centri) vorrebbe riprovare con i Galletti, ma le sue condizioni fisiche restano un’incognita. Rientrerebbe nei parametri economici Andrija Novakovich (cartellino del Venezia), ma lo statunitense, nonostante l’inappuntabile spirito di sacrificio) porta in dote appena tre marcature. Scontato l’addio a Coli Saco (tornerà al Napoli), probabile quello a Lorenco Simic che solo a tratti ha dato segnali di piena affidabilità. Un discorso a parte meritano Cesare Felletti e Kevin Lasagna, ovvero i calciatori che per curriculum, esperienza e classe avrebbero dovuto garantire il salto di qualità: l’uruguaiano, però, ha mostrato il suo talento in minima parte e sembra inevitabilmente destinato al ritorno alla Cremonese. Il 32enne attaccante mantovano (in prestito dal Verona), sebbene sia stato il capocannoniere della squadra con sette gol, non si è rivelato un valore aggiunto: sembra che abbia espresso il desiderio di restare, ma attualmente il rapporto qualità/prezzo (percepisce quasi un milione di ingaggio) sconsiglierebbe l’investimento.

POCO MATERIALE TRA CHI TORNA Andranno valutati anche i giocatori di ritorno dai prestiti: Emmanuele Matino (zero presenze fino a gennaio) è retrocesso a Cittadella e partirà ancora, Ismael Achik non ha brillato ad Ascoli per poi ritrovarsi parzialmente a Cerignola (in corsa nei playoff di C), Giacomo Manzari non ha ingranato nemmeno alla Carrarese, su Giuseppe Sibilli (qualche lampo alla Sampdoria: potrebbe dover disputare il playout) deciderà il tecnico: se restasse Moreno Longo, sarebbe difficile ipotizzare il suo reintegro. Nuove esperienze all’estero potrebbero attendere Aurelian Scheidler (ora al Dender) e Karlo Lulic (al Sarajevo), ma per entrambi (data la scadenza al 2026) si lavorerà alla cessione a titolo definitivo. Discorso analogo per Andrea D’Errico che ha vissuto una parentesi allo Sporting Dubai. Infine, i giovani: i vari Lops e Colangiuli (entrambi al Sorrento), Mane e Onofrietti (alla Team Altamura), nonché Akpa-Chukwu non hanno inviato segnali tali da essere considerati pronti all’impatto con la B. Così come, malgrado una maggiore continuità rispetto agli altri, non è decollato Faggi al Gubbio. C’è poco da attingere, dunque. Ma vivere un altro “anno zero” sarebbe davvero intollerabile.

La Gazzetta del Mezzogiorno

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