Kialonda Gaspar il guerriero ha conquistato Lecce

LECCE - Kialonda Gaspar ha avuto l’ingrato compito di prendere il posto che, nel 2022/2023, è stato di Samuel Umtiti, e nel 2023/2024, di Marin Pongracic.
Il francese, dall’alto della sua esperienza e della sua caratura di campione del mondo, è stato, insieme a Morten Hjulmand, il trascinatore della squadra nella salvezza targata Marco Baroni.
Il croato si è dimostrato il leader tecnico della formazione che ha centrato la permanenza con l’alternanza in panchina tra Roberto D’Aversa e Luca Gotti.
Insomma, per l’angolano non era semplice dimostrarsi all’altezza dei suoi predecessori, in un ruolo nel quale è sempre più complicato trovare interpreti all’altezza, come dimostrano le difficoltà che incontrano in tal senso anche i top club. Gaspar, però, ha saputo conquistarsi la stima dei tecnici, dei compagni di formazione e dei tifosi. Ancora una volta, Pantaleo Corvino ha avuto «fiuto» nel «pescarlo» nelle file dell’Estrela Amadora.
Per quel che riguarda la «cifra» tecnica, l’angolano non vale né Umtiti né Pongracic, che per una società come il Lecce sono stati un lusso assoluto reso possibile solo dalla capacità di Corvino di sfruttare in proprio favore le situazioni che si presentano sul mercato. Mentre dal punto di vista difensivo si è fatto apprezzare. Sulle palle alte, grazie alla sua fisicità, ha saputo essere spesso dominante. Inoltre, a dispetto della stazza, ha evidenziato un’ottima scelta di tempo ed una notevole abilità nei tackle bassi, compiendo più di un intervento importante per allontanare la minaccia dalla porta difesa da Wladimiro Falcone. Niente male se si considera che era la sua prima stagione in Italia.
Dopo 14 match disputati da titolare, restando in campo dal primo all’ultimo minuto (12 con Gotti in panchina e 2 con Marco Giampaolo), a Roma, il 7 dicembre, Gaspar ha subito un brutto infortunio, riportando un trauma distorsivo del ginocchio destro con lesione del legamento collaterale mediale ed interessamento del legamento crociato anteriore. Dopo i necessari consulti, si è deciso di non ricorrere all’intervento e di procedere con un trattamento conservativo per rendere quindi più brevi i tempi di recupero.
L’angolano ha saltato le 9 partite a cavallo tra il 16ecesimo ed il 24esimo turno, sostituito dal meno esperto Gaby Jean. È tornato a disposizione per l’incontro esterno con il Monza, il 16 febbraio, a circa 70 giorni dall’infortunio, ma per 5 confronti è rimasto in panchina, complice una condizione atletica da ritrovare.
Per uno strano scherzo del destino è sceso di nuovo in campo proprio contro la Roma, il 29 marzo, a circa tre mesi e mezzo dallo sfortunatissimo episodio che lo ha visto protagonista all’Olimpico nella gara di andata con la compagine capitolina. Il suo rientro è coinciso con il periodo più delicato vissuto dal Lecce tra la 26esima e la 36esima giornata (11 partite con appena 3 punti messi in cassaforte), ma si è notata la sua grande determinazione e la personalità nel guidare la retroguardia e nel provare a suonare la carica ad un collettivo che si stava via via smarrendo, scivolando verso il baratro.
Nei due match della resurrezione, quelli vinti negli ultimi 180’ contro il Torino e la Lazio, il suo contributo si è rivelato fondamentale, in termini di leadership e di capacità difensiva.
Soprattutto nel confronto con il team biancazzurro, nel primo tempo, in 11 contro 11, ed ancor più nella ripresa, in 10 contro 11 per l’espulsione di Santiago Pierotti, Gaspar ha giganteggiato in area, svettando sui tanti cross sfornati dai rivali, «francobollando» gli attaccanti laziali, caricando i compagni e difendendo con i denti il vantaggio che valeva i sacrifici di una intera stagione.
La sua assenza dal terreno di gioco tra il 16° ed il 29° turno è pesata parecchio, ma è tornato centrale nel progetto in tempo utile per contribuire a raggiungere quella terza permanenza di fila in massima serie che rappresenta un risultato storico.
Nel complesso, Gaspar ha collezionato 24 presenze in campionato, tutte da titolare, per 2.145’, e 2 in Coppa Italia, per 118’, segnando una rete contro il Mantova, all’esordio ufficiale in giallorosso. Ha anche giocato 6 incontri con la sua nazionale, l’Angola, della quale è un punto fermo.
La Gazzetta del Mezzogiorno