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Lecce, la carica di Vasari: «La testa può tutto stress anche per la Lazio»

Lecce, la carica di Vasari: «La testa può tutto stress anche per la Lazio»

LECCE - Due volte, nella propria storia, il Lecce ha affrontato la Lazio, in serie A, all’ultima giornata ed in entrambi i casi il campionato dei giallorossi è terminato con la salvezza. Mai, però, lo scontro è andato in scena a Roma, dove i giallorossi giocheranno domenica (alle 20,45) il match decisivo in ottica-permanenza. Inoltre, in un caso i salentini hanno fatto festa, battendo i capitolini per 2-1, mentre nell’altro si sono arresi per 2-4, ma avevano già ottenuto la certezza aritmetica di restare in massima serie nel turno precedente.

Indelebile, nella memoria dei tifosi del Lecce, è rimasto il successo colto il 17 giugno 2001, alla 34esima giornata, con i giallorossi obbligati ad imporsi per conservare la categoria. Ad indossare i panni dell’eroe il calciatore meno atteso, Gaetano Vasari che, giunto nel mercato di gennaio, collezionò 12 presenze per complessivi 525’, nei quali realizzò 2 reti, che però furono proprio quelle che permisero alla formazione salentina di battere i biancazzurri e di brindare alla permanenza. Pertanto, il nome dell’attaccante palermitano è rimasto scolpito con pieno merito nella storia del club.

Domenica, il Lecce si giocherà di nuovo la salvezza contro la Lazio, negli ultimi 90’. Lo farà in trasferta e non al «Via del Mare». I supporter giallorossi sognano però che l’esito sia il medesimo del 17 giugno 2001 e che al ritorno nel Salento dei giallorossi si possa scatenare una grande festa. «I ricordi di quella gara sono indelebili - racconta Vasari - Abbiamo affrontato la sfida decisiva contro i capitolini privi del bomber Lucarelli e mister Cavasin mi scelse per sostituirlo, dandomi una opportunità di incidere nei destini del Lecce. Mai, però, avrei osato sperare di farlo siglando la doppietta della nostra vittoria. Invece, le cose andarono proprio così. Chiudemmo il primo tempo sotto per 0-1, ma rientrammo in campo per la ripresa con il furore dentro. Pareggiai immediatamente e poi segnai il gol del 2-1. La gioia e l’entusiasmo che si scatenò sugli spalti fu da pelle d’oca. Fu una giornata esaltante». Domenica, nell’ultimo turno del torneo di serie A, sulla strada del Lecce che insegue la salvezza ci sarà proprio la Lazio. Ma la partita è in programma all’Olimpico. Inoltre, a differenza del 17 giugno 2001, quando la Lazio, pur non regalando nulla, non aveva obiettivi da centrare, in questa circostanza i biancazzurri hanno ancora qualche sia pur piccola chance di qualificarsi per la Champions. «Non penso che i capitolini possano farcela perché dovrebbero registrarsi i concomitanti risultati negativi della Juventus e della Roma - sostiene Vasari - Ma non lasceranno nulla di intentato pur di riuscirci. Sarà quindi una gara-thrilling, nella quale l’undici allenato da Giampaolo dovrà dimostrarsi all’altezza dei più quotati rivali, senza farsi condizionare dal pensiero che sta affrontando una delle migliori compagini del campionato».

Per il Lecce, la sfida dell’Olimpico vale una stagione, è lo spartiacque tra la delusione di scivolare tra i cadetti e l’enorme soddisfazione di centrare una storica terza permanenza di fila in massima serie mai conquistata sin qui nella storia della società. «In simili incontri, l’aspetto mentale fa la differenza - chiosa l’ex attaccante - Bisogna credere in se stessi senza se e senza ma. Occorre dare il 120 per cento con la consapevolezza che una corsa in più effettuata, l’aiuto dato ad un compagno in difficoltà, un duello vinto o una palla recuperata potrebbero rivelarsi determinanti. D’altro canto, ferma restando la loro cifra tecnica superiore, le pressioni graveranno anche sui calciatori della Lazio, che sono stati a lungo in zona Champions e che ora rischiano di doversi accontentare di accedere alla Conference League». Vasari rimarca un altro aspetto: «Per il Lecce sarà comunque importante tenere botta il più a lungo possibile anche nell’ipotesi in cui alla fine dovesse perdere. Questo è l’unico modo per costringere il Verona a dare battaglia all’Empoli all’arma bianca e a non “accontentarsi” di quel pari che, in caso di mancato successo dei salentini, sarebbe sufficiente per restare in A. Il tutto, senza dimenticare che non può essere data nemmeno per certa la sconfitta del Venezia nella sfida con la Juventus. Insomma, saranno 90’ di trepidazione per tutte le squadre coinvolte nella bagarre di coda».

La Gazzetta del Mezzogiorno

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