Norris vince nella sua Silverstone, a Hulkemberg e Binotto il primo podio rossocrociato
È doppietta McLaren nella gara numero dodici dell’anno, con una pioggia alterna, scivolosa, pericolosa. Male Ferrari, male Mercedes. Tanti errori, tante arrabbiature, ma sul podio, dopo un Norris abbastanza meritevole, c’è Norris e un terzo del tutto inedito.
La notizia più bella della giornata è infatti il primo podio in carriera di Nico Hulkemberg dopo 239 gran premi completati con le monoposto più forti del mondo, che coincide con la prima volta anche per la gestione Binotto alla guida della scuderia Sauber. Un po’ di Svizzera sul podio: quasi incredibile, visto che partiva dall’ultima fila. Una giornata di gloria per lui e per la Sauber.
Da non credere, anche perché mancano all’appello diversi pretendenti, sulla carta più meritevoli. Da un lato Hamilton, arrivato solo quarto, poco più indietro: si pensava potesse riprenderlo sul finale, ma non ci è riuscito. Poi Piastri, che aveva una penalità per aver danneggiato le sorti della gara di Verstappen, assente dalla zona alta. E come non citare Leclerc, sfortunatissimo e delusissimo dopo un weekend da dimenticare: oggi nemmeno a punti. Per Hulkemberg, l’ultimo podio risaliva ai tempi della GP2, tanti anni fa, ma il tedesco può comunque vantare un bel palmarès in altre competizioni. Il quasi trentottenne era spesso ‘canzonato’ per questa assenza nella sua carriera, ma va ricordato che nel 2015 aveva vinto la 24 Ore di Le Mans con la Porsche Hybrid, il punto più alto di una carriera in cui molti ex piloti di Formula 1 si cimentano con alterne fortune.
La variabile pioggia in Gran Bretagna, in una domenica in cui il maltempo imperversa ovunque in Europa, non fa scalpore ma conferma ancora una volta l’importanza dell’imprevisto nel rimescolare gli equilibri. E la velocità di risoluzione dei problemi e l’assenza di incidenti gravi testimonia inoltre la bontà delle piste tradizionali.
Allo scatto parte bene Verstappen con un allungo importante, Piastri ci prova ma la Red Bull resta davanti. Lotta interna invece fra le due McLaren. Bene anche Gasly, che approfitta delle partenze di Leclerc e Russell, fra i tanti, dalla corsia dei box.
C’è però già al primo giro un contatto fra Gasly e Lawson ed è subito virtual safety car. Poco dopo, Bortoleto scivola e va a picchiare contro un muro, fermandosi a bordo pista. Con l’asfalto bagnato, nel frattempo, Verstappen dà lezioni di pilotaggio a tutti, mandando in scena un “traverso” in uscita di curva: una sbandata controllata ad altissima velocità che ricorda i piloti di altri tempi. Una manovra spettacolare ma che distrugge le gomme intermedie, perché consuma proprio quel profilo utile a eliminare l’acqua. Per lui, comunque, anche se diventano più ‘slick’ per qualche giro, potrebbe cambia poco, visto che il cambio gomme sarebbe necessario farlo presto comunque. Ma la fortuna oggi non è della sua parte.
Ricomincia a piovere e al giro 11 proprio Verstappen va lungo, con le stesse gomme con cui è partito, perdendo una posizione su Norris dopo che Piastri l’aveva già superato: una strategia poco pagante per Verstappen. Ma tutti e tre rientrano insieme e Norris ha la sfortuna di uno stop lungo, che lo costringe a restituire immediatamente la posizione al campione in carica.
Dopo aver riassestato le posizioni con Piastri, Verstappen e Norris, solo al giro quattordici di cinquantadue totali esce una safety car ‘preventiva’, con il direttore di gara che sceglie di evitare conseguenze peggiori dopo aver notato un’uscita di pista di Leclerc. Quest’ultimo, dopo le autocritiche di ieri, si lamenta ora della visiera che gli avrebbe fatto entrare acqua nel casco, con disagio e perdita di visibilità.
Al giro diciotto riprende la corsa, ma con una visibilità estremamente difficile, soprattutto alla curva di Copse. Manco a dirlo, proprio lì c’è una ‘botta’ notevole per la giovane promessa Isaac Hadjar, che tampona l’auto davanti a lui, quella di Kimi Antonelli. Quest’ultimo sembra cavarsela andando largo: Hadjar gli era piombato addosso perché lo ha visto troppo tardi. Scatta subito una nuova safety car e il pilota non esce immediatamente dall’abitacolo, tardando la ripresa della corsa. Per la Mercedes del neomaturato bolognese il colpo al posteriore è troppo forte, forse coinvolge una sospensione, e lo costringe al ritiro: è il secondo consecutivo per l’italiano.
In quei pochi attimi prima dello stop, bagarre fra Ocon, Russell e Hamilton, che approfitta dell’occasione per riportarsi al settimo posto.
Altri tre giri di neutralizzazione e nuovo ‘traverso’, questa volta completo, di Verstappen, che regala un secondo show ancora più spettacolare del primo. Ma stavolta è la conseguenza di una ‘cattiveria altrui’: Piastri rallenta troppo per rilanciare la safety car, Verstappen sbanda di nuovo e perde un sacco di posizioni. Prima della ripartenza non può sorpassare e così è costretto a inseguire. Piastri viene penalizzato, ma ‘solo’ di dieci secondi, mentre la gara del campione Red Bull è ormai compromessa. Un grande regalo per Norris, che, stando incollato, può limitarsi a seguirlo senza accumulare troppo distacco.
Dietro, intanto, risale piano piano Hamilton, che a quindici giri dalla fine – complice l’assenza dello sfortunato Leclerc, impegnato sul finale addirittura a lottare con Sainz – spera di vedere il podio nella sua Silverstone. Ma un altro ‘veterano’ lo desidera in egual misura: è la prima volta in carriera anche per lui. E per Mattia Binotto, dopo anni di critiche, attesa e adattamento alla nuova squadra che – dall’anno prossimo – diventerà la porta d’accesso per Audi nella massima serie FIA, è una grande soddisfazione.
Con l’asciugarsi della pista sembrava che non ci sarebbero stati più colpi di scena, ma Russell sorprende tutti con una manovra spettacolare, dimostrando l’importanza e la sicurezza dei circuiti ‘tradizionali’ rispetto agli orribili tracciati cittadini che si stanno moltiplicando. Dopo un’entrata ottimista in una controcurva veloce, sfruttando il cordolo in piena accelerazione, Russell mette in scena un ‘setteventi’: un doppio testacoda completo ad altissima velocità, senza perdere il controllo e senza uscire. Riprende la gara senza danni, né a sé né alla vettura. Fortuna, certo, ma anche merito della progettazione di Silverstone, pista mitica e solida.
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