Palladino, il giorno più lungo: gruppo e gioco da riaccendere. Il futuro? Si decide col Lecce
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Firenze, 25 febbraio 2025 – Lunedì al Viola Park. In campo, per il primo allenamento post-Verona e poi al tavolone dei dirigenti, con Ferrari e Pradè, per valutare, prendere atto e programmare la settimana.
Settimana, quella di Raffaele Palladino che porta dritto al match di venerdì sera, al Franchi e quindi alla sfida con il Lecce.
Sfida che per il futuro (soprattutto dell’allenatore) avrà un valore decisivo, anche se ieri, come era stato domenica sera a Verona, la società ha di fatto ribadito il concetto che Palladino è l’allenatore della Fiorentina.
Nessuno scossone, nessun allontanamento forzato, dunque (il filo diretto Firenze-States, ovvero casa Commisso, è continuo), ma anche la consapevolezza che la partita contro il Lecce dovrà essere l’occasione da sfruttare per accendere un’inversione di tendenza che per la Fiorentina sarà vitale.
Palladino, insomma, contro il Lecce sarà sulla panchina viola, e dovrà accompagnare il riscatto della squadra. In primis, conquistando una vittoria che ripoterebbe tre punti a una classifica che in caso contrario inizierà a far acqua dopo i sogni d’autunno. Quindi, Palladino dovrà essere bravo a ridare alla squadra motivazioni, gioco e trame tattiche che nelle settimane (escluso il successo con l’Inter) si sono sfilacciate e hanno finito per compromettere la stagione della sua squadra.
La società vuole che tutto quello che di buono la squadra aveva fatto vedere nella striscia di risultati che l’avevano portata a ridosso della zona Champions torni ad essere una realtà. Anche perché quella Fiorentina era addirittura più... limitata dalla presenza di giocatori che poi sono stati sostituiti grazie al mercato di gennaio.
La responsabilità di Palladino contro il Lecce sarà enorme, ma partirà da lontano, ovvero dalle scelte che l’allenatore dovrà fare al momento di stabilire la formazione anti-Lecce. Il modulo (il 4-2-3-1 utilizzato a Verona) è stato oggetto di critiche per come si è deciso di riutilizzarlo a Verona, senza però avere più a disposizione estermi offensivi.
Dunque, Palladino dovrà inventarsi un assetto tattico più consono ai giocatori a sua disposizione.
Il resto... sono le (inevitabili) voci che hanno accompagnato il post-Verona del tecnico che saranno argomento di discussione fra i tifosi anche nelle prossime ore, ovvero i nomi di chi (al momento) potrebbe rappresentare un eventuale dopo-Palladino. Si va da Aquilani (su cui ci si era concentrati anche in estate) al ’solito’ (complicatissimo) Maurizio Sarri, per arrivare a Tudor, dopo lo strappo con la Lazio.
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