Tour de France 2025 | Vince Merlier dopo l'illusione van der Poel


Jonas Rickart e Mathieu van der Poel in fuga durante la nona tappa del Tour de France (foto di Charly Lopez per A.S.O.)
Il racconto del Tour de France 2025
Jonas Rickaert e Mathieu van der Poel animano una tappa senza un Gpm e illudono gli spettatori del Tour de France. Il gruppo riprende l'olandese ai meno 700 metri. Il velocista belga precede Jonathan Milan
L’orgoglio è una strana cosa. Non sempre è positivo, a volte ti mette in guai serissimi. A volte si limita a farti reagire, ti sprona a superare il tuo meglio. Altre ti spinge a prendere aria in faccia per oltre centosettanta chilometri mentre pedali alla ricerca di una vittoria che nemmeno il più ottimista dei genitori ti direbbe che è alla tua portata. Nemmeno se ti chiami Mathieu van der Poel e se di professione fai il campione di ciclismo.
È da giorni che Thierry Gouvenou, il direttore tecnico del Tour de France – ossia il tizio che disegna i percorsi – va in giro dicendo che non è possibile vedere le tappe dedicate ai velocisti pedalate tutte in gruppo e senza nessuno che provi ad andare in fuga. Da corridore Thierry Gouvenou di fughe pianeggianti ne ha centrate parecchie, mai una volta è arrivato nemmeno vicino a poter sperare di vincere. Quando si invecchia però ci si dimentica di ciò che si è stati e delle difficoltà e dei sogni di un tempo. E ha iniziato a minacciare i corridori: “Penso che le squadre dei velocisti stanno tagliando il ramo su cui sono sedute e presto non potremo continuare a offrire uno spettacolo come questo”, ha detto a Eurosport.
In sintesi: occhio corridori che se continuate così, vi togliamo le tappe con l’arrivo allo sprint.
Per una squadra che vive di velocità come l’Alpecin-Deceuninck, le parole di Thierry Gouvenou sono sembrate probabilmente offensive. Senz’altro ingiuste.
Ah sì, vuoi toglierci gli sprint?, ora ti facciamo vedere noi, avranno pensato.
E così dopo pochi chilometri dal via della nona tappa del Tour de France 2025, la Chinon-Châteauroux, 174,1 chilometri, Jonas Rickaert e Mathieu van der Poel sono fuggiti dal gruppo cercando ciò che era impossibile solo immaginare: dare suspence a una tappa senza Gran premi della montagna e con novecento metri di dislivello. Ci sono riusciti.
Per almeno un’ora delle tre ore, ventotto minuti e cinquantadue secondi che hanno pedalato i corridori verso Châteauroux (che hanno ribattezzato per l'occasione Cavendish City, visto che Mark Cavendish non riusciva a non vincere a Châteauroux), nessuno in gruppo avrebbe potuto dire con assoluta certezza che almeno uno di quei due davanti non sarebbe potuto arrivare all’arrivo prima del gruppo. E per il semplice fatto che quando il gruppo incrementava il ritmo, lo incrementavano pure quelli davanti e i minuti di vantaggio calavano molto meno del previsto. D’altra parte Jonas Rickaert è un passista abituato a tirare per centinaia di chilometri e aveva una buona ragione in più oggi per esaurire fino all’ultima energia che aveva in corpo: se Mathieu van der Poel oggi fosse riuscito a oltrepassare per primo la linea d’arrivo sarebbe stata un’impresa. E senza nessuna esagerazione. Perché vincere anticipare i velocisti in una tappa per velocisti dopo 174 chilometri di fuga non si può che chiamare impresa.
Tra il centossessantaquattresimo e il centosessantaseiesimo chilometro della nona tappa del Tour de France 2025, Jonas Rickaert ha accelerato la frequenza di pedalate: dopo 165 chilometri di fuga a una media oraria di cinquanta all’ora, recuperare quattro secondi a un gruppo che si affannava a tutta velocità per rientrare sulla fuga è qualcosa di strepitoso. Era l’ultimo regalo che poteva fare al suo capitano. Quando si è spostato stremato, il suo sguardo ha provato a spingere ancora l’olandese. Vai, Mathieu, vai, ho fiducia in te.
Mathieu van der Poel dopo aver fatto una cronocoppie per 165 chilometri, iniziava un cronoprologo di sei. L’ex campione del mondo si è steso sulla bicicletta, ha pedalato il più forte possibile, è stato ingoiato dal gruppo ai settecento metri dall’arrivo.
La volata era già stata lanciata, ancora senza guida come sembra ormai prassi a questa Grande Boucle. Jonathan Milan ha preso la testa senza avere la velocità giusta, Tim Merlier ha rimontato, lo ha affiancato e qualche metro prima dell’arrivo l’ha superato.
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