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Aqp, il caso delle consulenze fantasma: in tre anni un milione (senza gara) a ingegnere di Gravina

Aqp, il caso delle consulenze fantasma: in tre anni un milione (senza gara) a ingegnere di Gravina

I vertici di Acquedotto Pugliese ritengono che non ci fosse alcun obbligo di gara europea per assegnare la maxiconsulenza «strategica» da 950mila euro. Ma il collegio sindacale la pensa diversamente: e dalla segnalazione fatta alla Regione dieci giorni fa sono partite una serie di verifiche a cui partecipa anche il magistrato della Corte dei conti addetto al controllo. Verifiche che potrebbero portare, ora, a contestazioni formali.

La storia, in estrema sintesi, è questa: tra 2024 e 2025 Aqp ha assegnato quello che per la legge è un appalto di servizi, il cui valore base di 950mila euro (molto superiore alla soglia comunitaria) impone di norma l’effettuazione di una gara europea. La legge sulla trasparenza imponeva poi, e in ogni caso, la pubblicazione degli estremi del contratto. Il Collegio sindacale ha rilevato che non è stata fatta né l’una né l’altra cosa ed ha dunque avvertito l’azionista Regione Puglia, che - tramite i suoi uffici - ha a sua volta chiesto chiarimenti...

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La replica: «Temi strategici per l’azienda. Non serviva alcun bando»

L’incarico di consulenza «è stato affidato con una procedura competitiva per la quale non era richiesta la pubblicazione e i lavori si sono concentrati su temi strategici per lo sviluppo dell’azienda». È questa la posizione di Aqp sul contratto oggetto dei rilievi del collegio dei revisori.L’incarico «è stato affidato tramite una procedura di beauty contest, ossia una selezione competitiva a inviti, rivolta a sette tra le maggiori società di consulenza riconosciute a livello internazionale e già censite nell’albo fornitori di Aqp. Tre società hanno effettivamente partecipato e la selezione è avvenuta sulla base di criteri sia tecnici che economici, garantendo oggettività e trasparenza nella valutazione delle offerte».«La procedura di affidamento - prosegue la nota - è stata avviata nel 2023, in un periodo in cui non era ancora formalizzato il progetto di affidamento in house ad Aqp della concessione del sistema idrico integrato della Puglia. La concessione scadrà il 31 dicembre 2025 e solo dal 1° gennaio 2026 l’affidamento in house sarà effettivo. Fino a quella data, Aqp opera come impresa pubblica e non come organismo di diritto pubblico, mantenendo quindi la possibilità di ricorrere a procedure privatistiche per incarichi non direttamente legati alla gestione del Servizio Idrico Integrato».

«Il progetto affidato tramite questa consulenza - prosegue ancora la nota - rispondeva a obiettivi strategici di Aqp, tra cui la messa in sicurezza del sistema di approvvigionamento idrico del Mezzogiorno, la stabilizzazione dell’impatto del costo dell’energia sui processi industriali e sulle bollette per l’utenza, la riduzione del carbon footprint attraverso investimenti in energie rinnovabili, in coerenza con il Piano di Sostenibilità aziendale, e il rafforzamento del ruolo di Aqp come operatore multiservizi leader nel Sud Italia». La società fa sapere di aver fornito «puntuale risposta» alle richieste del magistrato della Corte dei conti delegato al controllo «chiarendo la regolarità della procedura e la coerenza con il quadro normativo e regolamentare applicato».

La Gazzetta del Mezzogiorno

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