Bollette idriche, il Tar boccia Acquedotto Pugliese: restituisca 28 milioni ai cittadini

Sabato 31 Maggio 2025, 05:00
BARI - Quanto vale la storica sede dell’Acquedotto Pugliese in via Cognetti, ormai meta di visite guidate per la sua indubitabile bellezza? Una cinquantina di milioni di euro, se - per ipotesi - qualcuno decidesse di venderla. Ma è una cifra che non può essere utilizzata per pesare il valore dell’azienda, perché quell’immobile - insieme a tutte le altre attrezzature che compongono la società - è stato ceduto gratis dallo Stato al momento della privatizzazione. La spiegazione è grossolana, ma è questo il motivo per cui Aqp dovrà restituire ai pugliesi 28 milioni di euro: sono i soldi versati in più dai pugliesi sulle bollette del 2023, soprattutto «per colpa» (diciamo così) del palazzo del quartiere Umbertino. Soldi che ora dovranno essere messi a conguaglio.
Lo ha stabilito una sentenza con cui il Tar della Lombardia ha respinto il ricorso di Acquedotto Pugliese contro le due delibere dell’Autorità idrica pugliese che hanno fissato le tariffe dell’acqua: una per gli anni 2022-2023, l’altra per il biennio successivo. Delibere che sono state «corrette» dall’Arera (l’Authority del sistema idrico) proprio per via dell’«errore» sulla valutazione del palazzo. I numeri precisi sono negli allegati alle delibere, curiosamente spariti dal sito dell’Aip (la pubblicazione è obbligatoria).
Ma cosa c’entra il valore di un palazzo con le bollette? Le tariffe idriche vengono determinate in base a una formula molto complessa che tiene conto di una serie di parametri: dal costo dell’energia elettrica agli investimenti previsti nel periodo considerato. Tra i costi c’è la remunerazione del capitale, e dunque bisogna considerare le immobilizzazioni materiali che però - secondo il metodo tariffario - vanno valutate al «costo storico». Invece, secondo l’Arera, Aqp aveva inserito il valore degli immobili rivalutato: per questo l’Autorithy è intervenuta ricalcolando la tariffa, ed eliminando le immobilizzazioni «non valorizzate sulla base del criterio del costo storico»...
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La Gazzetta del Mezzogiorno