Carceri piene e suicidi «Diamo lavoro ai detenuti e costruiamone altre»

Il progetto dell'associazione Spazio Aperto presentato a Milano. Il presidente del Senato La Russa: «Certezza della pena, ma è forte ma occorre pagare in condizioni di assoluta civiltà »
Il Centro Congressi Fondazione Cariplo di Milano ha ospitato un importante momento di confronto sul sistema carcerario italiano. Il convegno intitolato «La fine del sistema infinito, il sistema carcerario», ha visto la partecipazione del presidente del Senato Ignazio La Russa, del governatore della Lombardia Fontana e del sindaco di Milano Giuseppe Sala. Il progetto dell'associazione Spazio Aperto è stato illustrato dal presidente dell'associazione «Spazio Aperto», Marco Martellucci. «Ad oggi, abbiamo già registrato 33 suicidi nelle carceri italiane. ben 35 suicidi tra gli agenti penitenziari». Martellucci sottolinea la drammaticità del momento: La situazione è drammatica. «Il sovraffollamento ha ormai raggiunto il 120%, con circa 62.000 detenuti a fronte di soli 51.000 posti disponibili. Oltre il 50% delle strutture carcerarie è obsoleto, costruito prima del 1980. La nostra proposta mira a costruire nuove strutture penitenziarie, all’interno delle quali i detenuti possano lavorare per favorire il loro reinserimento nella società . È la fine del cosiddetto “sistema infinitoâ€: un meccanismo in cui il detenuto, una volta uscito dal carcere, commette nuovi reati, rientra in carcere e si alimenta così il fenomeno della recidiva».
Poi è stata la volta del presidente del Senato Ignazio La Russa. «In cima ai miei pensieri c'è la certezza della pena, chi sbaglia deve pagare, ma è altrettanto forte da parte mia il convincimento che chi deve pagare deve pagare in condizioni di assoluta civiltà e in condizione da far sperare che non ci ricaschi». La Russa ha sottolineato che «il convegno odierno punta soprattutto a questo, evitare le recidive, una materia da attenzionare con particolare forza». Il tema delle carceri, era stata la sua premessa, è un argomento «che io sento molto vicino». Il presidente del Senato ha sottolineato però di non avere «un potere decisionale su questo tema e, tengo a sottolinearlo, parlo da presidente del Senato, cioè a titolo personale» e che poi «tocca alle forze politiche, compresa quella a cui appartengo e sono iscritto cioè Fratelli d'Italia, fare le debite valutazioni»
corriere