Cos’è la Kangaroo Care, l’abbraccio che salva la vita e cura

“Un abbraccio può salvare una vita” non è un modo di dire. Non sono poche ormai le persone che conoscono – e che hanno messo in pratica - la cosiddetta Kangaroo Care (o terapia del marsupio), una pratica fondata sul contatto pelle a pelle tra neonato e genitore nata per migliorare le condizioni dei neonati prematuri, ma che pian piano si sta rivelando una risorsa di salute e benessere anche per i neonati a termine.
A ribadirlo con forza è la Società Italiana di Neonatologia (SIN), in occasione della Giornata mondiale della Kangaroo Care, che si è svolta il 15 maggio. Claim quest’anno era: “Tra le mie braccia, cresci”.
Cos’è la Kangaroo Care?Ma cosa si intende esattamente per Kangaroo Care? È un metodo semplice quanto rivoluzionario che consiste nel tenere il neonato, nudo o con solo il pannolino, a diretto contatto con il torace di un genitore – spesso la madre – per diverse ore al giorno. Secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, questa pratica dovrebbe iniziare il prima possibile dopo la nascita, durare almeno otto ore al giorno in sessioni di due ore, e proseguire anche dopo la dimissione ospedaliera.
I benefici documentatiI benefici documentati sono impressionanti: riduzione della mortalità neonatale, miglior crescita ponderale, aumento della produzione di latte materno, rafforzamento del legame madre-bambino e, soprattutto, uno sviluppo neurologico più sano. “La quantità di Kangaroo Care durante l’ospedalizzazione è direttamente correlata a migliori punteggi nello sviluppo neurocognitivo a 12 mesi – spiega il professor Massimo Agosti, presidente SIN –. Parliamo di una vera stimolazione cerebrale positiva che favorisce l’apprendimento, riduce lo stress e promuove la maturazione del sistema nervoso”.
Gli effetti benefici per i genitoriNon solo. Gli effetti benefici si estendono anche ai genitori: le madri sottoposte a taglio cesareo, ad esempio, sperimentano una maggiore produzione di ossitocina, livelli più bassi di cortisolo – vale a dire l’ormone “dello stress” – e una guarigione chirurgica più rapida. “È un effetto a catena – sottolinea Giuseppe Paterlini, segretario del Gruppo di Studio della Care Neonatale della SIN – che coinvolge l’intero nucleo familiare, promuovendo resilienza, benessere emotivo e fiducia nelle proprie capacità genitoriali”.
Gli studi più recenti spingono a estendere la Kangaroo Care anche ai neonati nati a termine e non solo ai prematuri. Le evidenze mostrano benefici nella regolazione della temperatura corporea, nella riduzione della bilirubina e nel miglioramento della risposta al dolore. Addirittura, nei casi in cui l’allattamento al seno non sia possibile, il semplice contatto pelle a pelle può fornire stimoli essenziali per la crescita e lo sviluppo ottimale del bambino.
Il documento “Kangaroo Care – Le Indicazioni nazionali della SIN”, curato dal Gruppo di Studio della Care Neonatale, fornisce linee guida chiare per l’applicazione sicura ed efficace di questa pratica salvavita. Un invito rivolto non solo agli operatori sanitari ma anche ai genitori, perché nessun gesto, per quanto piccolo, è inutile quando si parla di cura e a volte un abbraccio è tutto ciò che serve.
Luce