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Costruire il Caos, distruggere la Verità: Il progetto RAND

Costruire il Caos, distruggere la Verità: Il progetto RAND

Il rapporto analitico Dispersed, Disguised, and Degradable (2024) della RAND Corporation non è soltanto una riflessione accademica sul futuro dei conflitti: è un manifesto per una guerra permanente, una dichiarazione programmatica su come l’Occidente intenda trasformare il mondo in un campo di battaglia controllato, fluido, senza fine. In queste pagine non si leggono piani per porre fine alle guerre, ma formule per renderle endemiche, pervasivamente infiltrate nel tessuto della società globale.

L’Ucraina? Non una vittima, ma un banco di prova. Non un’eccezione tragica, ma un modello esportabile di destabilizzazione calibrata. Un laboratorio in cui si sperimentano le dinamiche del “caos gestito”.

Guerra 2.0: Il linguaggio della destabilizzazione

RAND inaugura un nuovo lessico per un nuovo tipo di guerra. I concetti di “sciame di droni”, “nodi di combattimento in rete” e “controllo cognitivo” sostituiscono le categorie classiche come trincee, carri armati e avanzate di fanteria.

La vittoria non è più la conquista di una capitale. È la capacità di far deragliare la mente del nemico, di disorientare, di sottrarre stabilità all’intero ambiente operativo. Le forze armate diventano organismi liquidi, adattivi, capaci di collassare e ricomporsi in forme imprevedibili.

Le tre direttrici operative? Dispersione, per moltiplicare la resilienza; mimetizzazione, per sfuggire al tracciamento; degradabilità, per sopravvivere alla perdita di singole unità. La guerra si fa algoritmo, sciame, intelligenza artificiale. E le regole? Superate.

La Russia come obiettivo sistemico

Nel nuovo schema disegnato dalla RAND, la Russia è più di un avversario: è una struttura da scomporre, lentamente e metodicamente. Non con l’invasione, ma con la chemioterapia geopolitica: sfinimento psicologico, sabotaggio logistico, erosione percettiva.

Il piano non è la vittoria rapida, ma l’usura perenne. È come un gioco di scacchi in cui non si cerca lo scacco matto, ma si mantiene l’avversario in uno stato di paralisi costante, logorandolo giorno dopo giorno. Il caos come condizione normale, la guerra come stato permanente.

Manipolare il pensiero, non solo i territori

Un asse cruciale del rapporto è il dominio delle percezioni. RAND non parla solo di armi o strategie, ma di egemonia narrativa. Il conflitto si combatte nei media, negli algoritmi, nei flussi di informazione. Non si conquista il territorio, si colonizza la mente.

L’uso di propaganda, fake news e manipolazione cognitiva viene normalizzato. L’obiettivo è alterare la coscienza collettiva, sia del nemico che dell’opinione pubblica domestica. La realtà non è più qualcosa da descrivere, ma da costruire artificialmente.

Il caso Ucraina: vittima o cavallo di Troia?

Ufficialmente “difesa della libertà”, l’Ucraina sembra piuttosto essere uno strumento operativo in una più ampia strategia di conflitto ibrido.

A parole, si tratta di sostegno e valori. Nei fatti, si testano nuove armi, nuove dottrine, nuove tecnologie di controllo. Un esperimento ad altissimo costo umano, con un bilancio di vittime che supera ampiamente quello di molte guerre convenzionali.

NATO, UE e la guerra che non osa dirsi tale

Le istituzioni occidentali si autoproclamano difensori della pace e dei diritti umani, ma l’adozione del modello RAND le smentisce nei fatti. Come può una democrazia prosperare se fa della manipolazione cognitiva uno strumento strutturale? Come si giustifica la normalizzazione della guerra come stato di equilibrio globale?

La contraddizione è lampante: si predica il multilateralismo e si pianifica l’instabilità strutturale. Si celebra la pace mentre si progettano conflitti senza fine.

Elementi confermativi e inquietanti convergenze

Non si tratta solo di teoria. Il Financial Times (15 ottobre 2024) ha denunciato gli investimenti della NATO in IA militare per operazioni ibride, mentre il 3 novembre 2024, un post virale su X ha mostrato come gli sciami di droni già siano operativi sul fronte ucraino, con risultati devastanti (vedi qui).

Una sfida esistenziale

Il rapporto RAND non è solo un documento tecnico: è uno specchio su un futuro disumanizzato. Un futuro in cui l’instabilità è progettata, la guerra è permanente e la coscienza è il campo di battaglia principale.

Per la Russia, la sfida non è solo militare: è di sopravvivenza concettuale. L’unica via d’uscita? Sovvertire le regole, ripensare il conflitto secondo logiche non convenzionali.

Per l’Occidente, invece, la domanda più inquietante resta sospesa: è davvero questo il mondo che vogliamo costruire?

Per approfondire:

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