Da Gaza all'Italia, la storia di Rima: "Io e la mia famiglia vivevamo nel terrore costante: bombe, distruzione e morte erano ovunque"
Quella di Rima Abou Shanab, 22enne del nord di Gaza, è una storia di "sopravvivenza e speranza", come la definisce lei stessa. A marzo del 2024, la giovane è riuscita a lasciare la sua casa, diventata teatro di guerra, e trasferirsi in Italia, a Milano, insieme alla madre e alla sorella minorenne. Tuttavia, a Gaza è rimasta una parte di lei: non solo la vita che aveva costruito, spazzata via insieme alla polvere delle macerie, ma anche un pezzo della sua famiglia, suo fratello Adham. A Tgcom24, Rima racconta la paura, la distruzione, ma anche la gratitudine per essere riuscita a salvarsi e lancia un appello per suo fratello.
Rima, com'era la sua vita a Gaza prima della guerra?
La vita a Gaza non è mai stata facile a causa dell'assedio, ma ho cercato di trarne il meglio. Ho studiato informatica, progettazione e programmazione. Lavoravo, facevo volontariato e trascorrevo del tempo con la mia famiglia e i miei amici. Nonostante le difficoltà, avevo speranza e un forte desiderio di costruire un futuro migliore. La mia vita era piena di sogni, attività e ambizione.Poi?
Poi è iniziata la guerra e tutto è cambiato. Io e la mia famiglia abbiamo dovuto abbandonare la nostra casa e spostarci sei volte da un posto all'altro solo per sopravvivere. Ogni volta, ricominciavamo da capo con paura e incertezza. Vivevamo nel terrore costante: bombe, distruzione e morte erano ovunque. Ho perso molti amici e parenti. Io e i miei familiari lottavamo costantemente per sopravvivere: non c'erano cibo, acqua, elettricità, sicurezza, tutto era perduto. Alla fine, siamo finiti vicino al confine di Rafah, sperando in una possibilità di sfuggire all'orrore. E io, mia mamma e mia sorella siamo riuscite a lasciare Gaza. Mi sentivo così grata, ma allo stesso tempo con il cuore spezzato perché mio fratello Adham è rimasto lì.Ora come sta tuo fratello?
La sua situazione è estremamente difficile. Ha perso molto peso a causa della fame e della stanchezza. Non ha acqua, elettricità, sicurezza, beni di prima necessità. È completamente solo e stiamo facendo tutto il possibile per aiutarlo ad andare via da Gaza. Per questo, rivolgo un appello diretto al Consolato italiano (il Consolato Generale di Gerusalemme, ndr): per favore, aiutatemi a portare in salvo mio fratello Adham, la sua vita è in pericolo. La guerra ci ha portato via tutto: la nostra casa, la nostra sicurezza, la nostra pace. A Gaza, la gente muore di fame, i bambini soffrono e le famiglie vengono distrutte. Adham è uno di loro. Chiedo che possa venire in Italia, riunirsi con la sua famiglia e vivere in sicurezza e dignità.Tgcom24