Delitto Garlasco, legale Stasi: la firma dell'assassino nelle 4 impronte sul pigiama di Chiara

"Le quattro impronte sul pigiamino di Chiara avrebbero consentito di risolvere il caso in poche ore". Ne è convinto l'avvocato di Alberto Stasi, Antonio De Rensis, intervistato ieri sera nel programma 'Filorosso' da Manuela Moreno, in diretta su Rai 3, e dedicato al delitto di Garlasco. Sulla scena dell'omicidio inoltre - così il legale - "erano presenti più persone, ne sono convinto."Secondo De Rensis l'indagine della Procura di Vigevano fu "piena di errori, lacune. Unico caso nella storia giudiziaria italiana in cui c'era la firma dell'assassino: con le quattro impronte sul pigiamino".
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"Qualcuno ha permesso che il corpo - ha continuato il legale - dopo essere stato fotografato dai Carabinieri, venisse voltato e immerso in una pozza di sangue. Credo che chi ha commesso questo dovrebbe o tacere, o andare davanti ad una telecamera e dire: è stato commesso un errore determinante" ha spiegato e aggiunto: "non ho sentito nessuno chiedere scusa per gli errori fatti".
Chiara "ragazza meravigliosa""Chiara era una ragazza meravigliosa, che meritava di vivere la vita meravigliosa che si stava costruendo", ha detto Antonio De Rensis, "Alberto era un bravo ragazzo che meritava anche lui di vivere una vita diversa". Sulla riapertura delle indagini l'avvocato ha detto "l'incidente probatorio è appena iniziato, cosa è importante ricavare dalla spazzatura? Lei avrà sentito qualcuno tra gli opinionisti, per fortuna pochi, dire a gran voce che non sarebbe emerso nulla. Bene, noi abbiamo scoperto che dopo 18 anni ci possono essere tracce di DNA.
Noi non ci siamo mai opposti a nulla. Abbiamo sempre detto facciamo indagini. L'indagato si è opposto a tutto, non ha dato volontariamente il DNA, non voleva che iniziasse l'incidente probatorio. Allora io dico che quel poco di DNA che sembrerebbe emergere dalla spazzatura ci deve dare fiducia".
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Delitto Garlasco indagini della Polizia Scientifica (Tg1)
Delitto Garlasco indagini della Polizia Scientifica (Tg1)
Parlare di regia occulta oggi è sbagliatoDe Rensis ha spiegato che ''Stasi oggi per la giustizia italiana è colpevole. Però c'è un passaggio che bisogna fare. Non dobbiamo parlare di regie occulte o non occulte. Parlare di regia in un caso come questo è sbagliato comunque la si pensi. Il fondamento di una democrazia e non di una dittatura è che si possa mettere in discussione qualsivoglia cosa. Non esistono uomini intoccabili e azioni intoccabili di uomini intoccabili. C'è una sentenza che noi rispettiamo, ma c'è un'indagine che dobbiamo rispettare. Il Procuratore Capo, l'Aggiunto, i due Sostituti, i Carabinieri, il professor Previderè ci stanno mettendo un impegno incredibile, meritano lo stesso rispetto di chi ha emesso la sentenza di condanna, sono magistrati gli uni e gli altri".
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Su scena del crimine più personeDe Rensis ha poi spiegato di non voler commentare sulla decisione di domani che potrebbe dare la semilibertà a Stasi: "Un avvocato che rispetta i giudici sta zitto", ha detto, "Ma alla vigilia di una decisione chi dice che rispetta la Magistratura tace. Alberto è stato descritto quello che non è. Quando venivano trasmessi filmini con attori amatoriali, fatti dai rappresentanti della parte civile, in cui c'erano ricostruzioni cinematografiche del delitto e con l'attore che interpretava Alberto a torso nudo che si lavavano le ascelle nel lavandino. Ora i cittadini sanno che in quel lavandino c'erano quattro capelli lunghi e neri che nessuno ha repertato. Bisogna raccontare le realtà delle cose, senza speculare, senza parlare delle vite private".
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Oggi in Cassazione si decide sulla semilibertà di StasiPresenta "vizi di legittimità" nella motivazione e su più aspetti, non solo sull'ormai nota intervista tv andata in onda il 30 marzo, l'ordinanza con cui il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha ammesso, lo scorso 11 aprile, alla semilibertà Alberto Stasi, condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per l'omicidio di Chiara Poggi a Garlasco nel 2007. Per questo la Procura generale milanese ha chiesto alla Cassazione - che sul ricorso discuterà in udienza domani - l'annullamento di quel provvedimento con rinvio ai giudici di Sorveglianza per una nuova valutazione.
In sostanza, la Suprema Corte, dopo l'udienza che dovrebbe essere solo 'cartolare' e senza presenza delle parti - ossia con l'analisi da parte dei giudici del ricorso, delle osservazioni del pg della Cassazione che potrà coltivare o meno la linea del pg milanese e di eventuali memorie della difesa Stasi - potrà decidere di respingere il ricorso, confermando di fatto la semilibertà per Stasi, o annullare con rinvio per un nuovo giudizio del Tribunale di sorveglianza milanese. Tribunale che dovrà seguire, poi, le indicazioni contenute nelle motivazioni della Cassazione.
Tra i punti del ricorso, firmato dalla sostituta pg Valeria Marino della Procura generale diretta da Francesca Nanni, c'è quella mancata richiesta di autorizzazione specifica a rilasciare l'intervista al programma 'Le Iene' durante un permesso premio per un ricongiungimento familiare. Per la Procura generale, infatti, i permessi premio possono essere concessi per motivi familiari, culturali o di lavoro e quell'intervista non rientra in nessuno dei tre campi. Questo, comunque, da quanto si è saputo, è solo uno dei profili per i quali l'ordinanza dei giudici della Sorveglianza presenta, secondo la pg milanese, vizi di legittimità nella motivazione.
Rai News 24