«Ho sconfitto la leucemia e preso il diploma»: la straordinaria storia di Flavio, il liceale guerriero di Bisceglie

Un sorriso appena accennato, gentile, discreto. Un ragazzo come tanti che ha vissuto dieci mesi sospeso su un’altalena di emozioni contrastanti, finendo per vincere le inquietudini, le paure e la malattia. La vicenda di Flavio Petrarota vale l’uso del termine «resilienza», spesso abusato: la dirompente forza d’animo sfoderata è risultata fondamentale nel tortuoso percorso di remissione da un male scoperto per puro caso.
«È successo tutto a ridosso del via al nuovo anno scolastico» racconta il liceale biscegliese. «Ho partecipato ad un torneo last night di calcio a 5, una di quelle competizioni estive che proseguono per diverse ore, e nei giorni seguenti mi sono reso conto di non aver recuperato dalla fatica compiuta» ha aggiunto il 19enne, abituato a contesti agonistici ben più impegnativi con le maglie delle formazioni giovanili del Bisceglie calcio. Un campanello d’allarme che il ragazzo e la famiglia non hanno sottovalutato, come ha spiegato suo padre Aldo, coordinatore infermieristico dell’unità operativa tumori rari e melanoma all’istituto tumori di Bari: «Abbiamo effettuato immediatamente tutti gli esami di rito: una tempestività che con il senno di poi, anche per parere unanime dei medici, si è rivelata determinante». Diagnosi: leucemia. E così, nel giro di pochi istanti, la vita di uno studente del liceo scientifico «Leonardo da Vinci», di un ragazzo semplice e determinato, di un giovane e appassionato calciatore ha subìto uno sconvolgimento totale.
L’iniziale scoramento ha lasciato presto lo spazio alla determinazione. Cinque lunghi mesi di terapie, effettuate all’istituto tumori «Giovanni Paolo II» del capoluogo pugliese sotto la guida del direttore di ematologia Attilio Guarini e dei medici Crescenza Pasciolla e Antonello Rana. Priorità alla salute, ci mancherebbe altro: ma come fare con la scuola? «Non nascondo, sinceramente, di aver dedicato tutte le mie attenzioni alle cure e preso in considerazione l’idea di perdere l’anno, se necessario» ha confidato Flavio, impossibilitato a frequentare le lezioni in presenza. Ma dal liceo, con caparbietà, il dirigente scolastico Donato Musci e l’insegnante Angela Colamartino, coordinatrice della 5E dell’indirizzo di scienze applicate, sono riusciti ad attivare la procedura di autorizzazione per un piano didattico personalizzato, approvato dal consiglio di classe: una prima volta in assoluto nella lunga e gloriosa storia del «da Vinci» di Bisceglie.
Il ragazzo ha potuto seguire le attività attraverso la didattica a distanza, sostenere le prove Invalsi e le varie verifiche. I cicli intensivi di chemioterapia, favoriti dall’inesistenza di ulteriori patologie nel paziente, si sono susseguiti senza particolari intoppi: «La grande vicinanza della dottoressa Anna Colantoni e del dottor Alessandro Rizzo e il forte sostegno ricevuto dal direttore generale Alessandro Delle Donne hanno aiutato a Flavio di superare una fase delicata» ha evidenziato papà Aldo. Il giovane combattente ha affrontato anche la prova del trapianto di midollo osseo, essenziale nel suo caso: la data cerchiata sul calendario, per Flavio Petrarota, è il 18 marzo. L’operazione è stata eseguita all’ospedale «Papa Giovanni XXIII» di Bergamo, dall’équipe diretta dal professor Alessandro Rambaldi e coordinata da Emilia Locatelli. Un trapianto allogenico, con cellule staminali sane provenienti da donatore pienamente compatibile ma ignoto, in quanto fuori dal nucleo familiare del ragazzo. Un successo totale, per la gioia di familiari e amici.
Vinta la partita della vita, non è rimasto altro che affrontare anche la maturità. E qui è entrata in gioco la sinergia fra Puglia e Lombardia, non solo in ambito sanitario: il dialogo fra gli uffici scolastici regionali ha consentito a Flavio di sostenere un esame di stato personalizzato, conciliando perfettamente diritto alla salute e diritto all’istruzione. L’istituto «Belotti» di Bergamo ha preso in carico la vicenda e per il biscegliese, che al termine della degenza in ospedale è stato ospite della Casa del sole gestita dall’associazione Paolo Belli e dall’Ail, si è aperta la nuova sfida. «Quanto combatti certe battaglie, tutto il resto fa meno paura» ha osservato. La traccia sul tema dell’inquinamento per il primo dei due scritti, l’orale in videoconferenza e il diploma conseguito. La grande festa, al rientro in città, con la comunità del liceo biscegliese che non ha mai smesso di supportarlo. La vita per Flavio continua, con uno slancio rinnovato: «Voglio diventare medico». Pochi accorgimenti di buon senso, qualche cautela sull’alimentazione e controlli periodici lo accompagneranno in questa discesa. E mentre un padre orgoglioso («Alessandro, il primogenito, è già al quarto anno di medicina») non può che esprimere gratitudine per ciascuna delle persone incontrate sul cammino, definendoli «angeli», un giovane figlio di Bisceglie guarda al futuro che ha saputo guadagnarsi, lottando di fronte all’avversità e lasciando un esempio del quale fare tesoro.
La Gazzetta del Mezzogiorno