I dazi di Trump bloccati dai giudici della Corte del Commercio Internazionale, la Casa Bianca annuncia ricorso: “Sono illegali”

Lo scontro

Per ora è il potere giudiziario l’unico argine alle politiche di Donald Trump negli Stati Uniti. La Corte del Commercio Internazionale, tribunale federale con sede a Manhattan, nel cuore di New York, ha infatti bloccato i dazi di Trump imposti dal presidente Usa il 2 aprile scorso, nella cosiddetta “Giornata della liberazione”.
Secondo la Corte la legge invocata dalla Casa Bianca per imporre le tariffe unilaterali a praticamente tutti i Paesi del globo, l’International Emergency Economic Powers Act del 1977, che conferisce al presidente il diritto di regolamentare il commercio durante le emergenze nazionali, è illegittima nella casistica utilizzata dal tycoon.
I giudici hanno dato all’amministrazione Trump dieci giorni per rimuovere i dazi ma dalla Casa Bianca è già stato annunciato ricorso contro la decisione del tribunale federale con sede a New York: è probabile che il giudice d’appello sospenda l’efficacia del giudizio del tribunale e che il caso possa finire anche davanti alla Corte Suprema.
Furente la reazione della Casa Bianca, che ha annunciato ricorso contro la sentenza: “Non spetta a giudici non eletti decidere come affrontare adeguatamente un’emergenza nazionale”, ha dichiarato un portavoce dell’amministrazione. “Il presidente Trump si è impegnato a mettere l’America al primo posto e a utilizzare ogni leva del potere esecutivo per affrontare questa crisi e ripristinare la grandezza dell’America”.
I dazi giudicati illegittimi dai giudici della Corte del Commercio Internazionale sono quelli del 2 aprile scorso contro praticamente ogni Paese straniero, le tariffe aumentate nuovamente contro quei Paesi che avevano contromisure e infine quelli imposti contro Messico e Canada con la motivazione della guerra all’ingresso del Fentanyl negli Stati Uniti. In particolare quest’ultimi secondo il tribunale federale di Manhattan sono illegali perché non affrontano direttamente il problema, ovvero non riguarda beni e servizi legati strettamente al traffico di stupefacenti.
A presentare ricorso al Corte del Commercio Internazionale, un tribunale speciale creato dal Congresso per occuparsi specificamente di dispute commerciali e composto da tre giudici (uno nominato da Trump, uno da Barack Obama e uno da Ronald Reagan negli anni ’80), erano stati un gruppo di consulenza legale conservatore legato a varie piccole aziende e da diversi Stati federali guidati da governatori del Partito Democratico.
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