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Kid Yugi: chi è il rapper Francesco Stasi/ Perché si chiama così, le canzoni più famose e controversie

Kid Yugi: chi è il rapper Francesco Stasi/ Perché si chiama così, le canzoni più famose e controversie

Protagonista del consueto servizio ’48 ore con…’ di Nicolò De Devitiis durante la puntata di oggi della trasmissione ‘Le Iene‘, Kid Yugi è un giovane rapper italiano che grazie ad alcuni album e singoli è riuscito a conquistare uno spazio importante nell’ormai quasi saturo mercato musicale italiano riscuotendo un discreto successo tra i giovani e – forse soprattutto – mettendo in scena testi per nulla scontati e lontani da quell’immaginario spesso frivolo che molti hanno del rap: tra queste righe ci concentreremo proprio sulla domanda ‘chi è Kid Yugi‘, scoprendo alcune curiosità sul suo conto e soffermandoci anche suoi contenuti dei suoi testi più famosi.

Partendo dal principio, per rispondere alla domanda ‘chi è Kid Yugi’ la primissima cosa da mettere in chiaro è che si tratta del nome d’arte di Francesco Stasi: classe 2001, è nato e cresciuto nel problematico entroterra pugliese di Massafra a due passi dal controverso stabilimento dell’Ilva e al centro di quella cultura dell’illegalità che – purtroppo – permea quel territorio; mente il lancio sulle scene musicali risale all’età di 13 anni quando prende parte al gruppetto Saints Mob senza però riuscire a riscuotere particolare successo.

La svolta per Kid Yugi – il cui nome d’arte è legato al famoso gioco di carte ancora oggi in voga Yu-Gi-Oh, in seno al quale sono nati anche un manga e un anime – arriva nel 2022 con la pubblicazione del brano ‘Grammelot‘ che lo fece notare dall’etichetta Thaurus dando il via alla sua carriera; mentre ad oggi con due album pubblicati è riuscito ad ottenere tre dischi d’oro – grazie al primo album ‘The Globe‘, all’EP ‘Quarto di bue‘ e al singolo ‘Porto il commerciale‘ – e uno di platino per l’album ‘Sintetico‘.

Tra un successo e l’altro, Kid Yugi ha firmato anche alcune importanti collaborazioni con colleghi del calibro di Tedua, Nitro, Salmo e Noyz Narcos, il tutto conservando sempre il suo stile saldamente ancorato ad un profonda cultura letteraria che traspare nella maggior parte dei suoi singoli, mischiata a quella cultura di strada e degrado che ha vissuto sulla sua stessa pelle; mentre per il frequente uso di rimandi all’uso e all’abuso di droga – anche da parte dello stesso Stasi – è finito al centro di diverse critiche.

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