L’AI sta rubando il futuro ai giovani lavoratori? Lo studio di Stanford

Da quando ChatGPT è entrato in scena, si è iniziato a parlare con insistenza del possibile impatto dell’AI sulla disoccupazione. Ma finora, più che dati reali, abbiamo sentito opinioni, supposizioni e chiacchiere da bar. Ora però un team di economisti della Stanford University ha pubblicato uno studio che fornisce dati concreti e misurabili sull’impatto dell’AI sull’occupazione giovanile.
AI e disoccupazione giovanile, i dati che spaventanoIl team di Stanford ha esaminato i dati di ADP, la società che gestisce le buste paga per metà delle aziende americane. Hanno preso in esame tutto il periodo dal lancio di ChatGPT, a fine 2022, fino allo scorso giugno.
Quello che hanno scoperto non stupisce poi tanto: da quando le aziende hanno iniziato a usare ChatGPT e simili, i giovani fanno più fatica a trovare lavoro in certi settori. Prendiamo il customer service e la programmazione, per i ragazzi tra i 22 e i 25 anni le assunzioni sono crollate del 16% in questi anni. Praticamente uno su sei posti di lavoro è sparito.
C’è un altro dato curioso. Ok, l’AI sta facendo sparire posti di lavoro, ma gli stipendi? Quelli tengono botta, almeno per ora. Stiamo parlando solo degli ultimi tre anni, quindi chi può dirlo sul lungo termine?
La soluzione: tassare le aziende che automatizzano?Detto questo, è necessario contestualizzare questi dati, poiché i dipendenti più esperti e istruiti nei settori in cui è stata implementata l’AI generativa sono stati risparmiati da questi tagli di posti di lavoro. Ad esempio, nello sviluppo di software, le attività che consistono nella scrittura di codice semplice sono spesso automatizzate. Al contrario, i comandi più complessi non sono attualmente eseguibili da ChatGPT e simili.
Sulla base di questi dati, gli autori suggeriscono ai governi di modificare i propri sistemi fiscali in modo da penalizzare le aziende che automatizzano determinate attività. Allo stesso modo, consigliano alle aziende di sviluppare sistemi che privilegino la collaborazione uomo-macchina.
Infine, gli scienziati precisano che è ancora troppo presto per trarre conclusioni definitive. Secondo loro, infatti, è possibile che l’impatto dell’AI sui giovani lavoratori si estenda anche a quelli più esperti. In questo caso, i timori espressi da tempo da molti osservatori si concretizzerebbero nella realtà.
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