La buona notizia è che l’Europa è vicina agli obiettivi climatici del 2030. La cattiva? È tutto solo sulla carta

Chi l'avrebbe mai detto? Tra meno di cinque anni l’Europa dovrà dimostrare di aver tenuto fede all’impegno di dimezzare le proprie emissioni di gas serra, come previsto dal pacchetto normativo Fit for 55 del Green Deal (riduzione del 55% rispetto ai valori del 1990), e mentre la questione ambientale sembra funestata da brutte notizie, perplessità, passi indietro istituzionali, dubbi sul new green deal, e quant'altro, si scopre che secondo le stime presentate da Teresa Ribera, Wopke Hoekstra e Dan Jørgensen (rispettivamente commissari per la Transizione ecologica, per il Clima e per l’Energia) se tutto va come deve andare, l’Unione riuscirà a fine decennio a ridurre le proprie emissioni del 54%, solo un punto meno di quanto si è prefissata di fare.
Dalla teoria alla praticaUna bellissima notizia. Che però ha a che fare, al momento con le mere professioni di impegno. Quindi, la UE raggiungerà gli obiettivi che si era prefissata a patto che i piani nazionali per l’energia e il clima dei Paesi membri vengano tradotti dalla carta alla pratica. Puntando in particolare sull'uso delle rinnovabili, con l'obiettivo di produrre in questo modo almeno il 42,5% dell’energia europea e di ridurre dell’11,7% i consumi energetici, entro il 2030, anche grazie all’efficientamento. Opera non semplice ma nemmeno impossibile.

Del resto i dati hanno dimostrato che la riduzione delle emissioni e della domanda energetica non sono antitetiche alla crescita economica. Infatti, mentre dal 1990 i gas serra sono calati del 37% , il Pil è salito del 68%. E nell’ultimo decennio, dal 2014 al 2023, i consumi finali di energia sono calati del 2% mentre nello stesso periodo il Pil è aumentato del 38%. L’analisi della Commissione indica che a fine decennio l’Europa arriverà a sfruttare il 41% delle propria energia da fonti rinnovabili. L’Italia in particolare si è impegnata a installare, dal 2021 al 2030, almeno 70 GW aggiuntivi (fino a 80 GW), principalmente da solare e secondariamente da eolico. Ciò significa tenere una media di circa 7 GW all’anno.
Cosa dovranno fare gli StatiPossibile? Anche qui: dipende. Le serie storiche ci dicono che questo è avvenuto nel 2024, ma non nei tre anni precedenti, ragion per cui la media da tenere da qui ai prossimi 5 anni è di circa 10 GW all’anno. Se però le cose nel campo della transizione verso le rinnovabili sembrano procedere in maniera abbastanza spedita, non lo stesso si può dire per quanto riguarda l'altro cono della questione, ovvero la riduzione dei consumi finali di energia. Per dire, in Belgio, il consumo complessivo sarà pari a 794 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (Mtoe) ovvero circa 30 Mtoe in più dell’obiettivo prefissato che era di 763 Mtoe.
Anche l’obiettivo di assorbimento di anidride carbonica da parte dei suoli europei non verrà raggiunto, secondo l’analisi dei piani nazionali. La quota era stata fissata a 310 MtCO2 (milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente), ma verrà mancata per un valore compreso tra le 45 e le 60 MtCO2 eq. Ci sono tuttavia anche modelli virtuosi che magari sarebbe bene imitare. Si potrebbe ad esempio incentivare i comportamenti virtuosi penalizzando quelli inquinanti, come accade in Danimarca dove, grazie ad una recente normativa, i guadagni generati dagli allevamenti di bovini, suini e ovini, vanno a finanziare la transizione nel settore agricolo: per ogni tonnellata di CO2 eccedente gli obiettivi di riduzione del settore, i produttori pagheranno circa 40 euro a partire dal 2030, 100 euro a partire dal 2035.
Allo stesso tempo gli agricoltori danesi verranno pagati circa 100 euro per ogni tonnellata non emessa di azoto, ovvero il maggior componente dei fertilizzanti e fonte di inquinamento del suolo e dell’acqua.
E nel resto del mondo?Cosa accade invece nel resto del mondo? Va notato in particolare il balzo in avanti della Cina dove la capacità di generazione di energia elettrica da fonti rinnovabili installata nel 2024 ha superato i 370 GW con il solare a fare la parte del leone (quasi 280 GW), ma anche l'eolico (80 GW), l'idroelettrico (quasi 15 GW) e le biomasse (quasi 2 GW). Questi progressi, uniti al contributo del nucleare, ha permesso alla Cina di superare tutta la nuova crescita di domanda energetica del Paese, invertendo al contempo la tendenza atavica e drammatica verso la crescita delle emissioni nocive che, da marzo 2024 a marzo 2025 l sono calate, di poco più dell’1%.
Luce