Lavoratori e sindacato riparano la strada verso il ghetto: a Mezzanone la Flai Cgil agisce dove lo Stato arretra

Pale, cariole, rastrelli e tanta determinazione. È con questi strumenti che decine di lavoratori migranti del ghetto di Borgo Mezzanone, affiancati da delegazioni della Flai Cgil Puglia e della Cgil Foggia, hanno rattoppato a mano un tratto dissestato della strada che ogni giorno percorrono per raggiungere i campi agricoli della zona. Un’azione concreta, nata a seguito dell’incontro tenutosi due giorni fa in Prefettura a Foggia e subito trasformata in gesto collettivo.
A guidare l’iniziativa c’era Giovanni Mininni, segretario nazionale della Flai Cgil, che non ha esitato a parlare di un gesto “necessario” di fronte all’ennesima assenza delle istituzioni. “Se lo Stato non lo fa – ha dichiarato – ci pensano i cittadini coscienziosi e la Flai Cgil”.
“Abbiamo messo la faccia e le mani”“Abbiamo deciso di coprire le buche di una strada impercorribile, spesso teatro di incidenti – ha detto Mininni – perché le istituzioni hanno scelto l’inerzia. È in casi come questi che ci rifacciamo ai diritti sanciti dalla Costituzione: a nostre spese abbiamo ripristinato una parte di strada”. Un’azione simbolica ma anche concreta, che assume il valore di una denuncia politica contro l’abbandono delle periferie rurali, teatro dello sfruttamento del lavoro agricolo.
Mininni ha poi riferito dell’incontro con la viceprefetta di Foggia, apprezzandone l’ascolto e la disponibilità, con l’auspicio che possa concretizzarsi nel ripristino della linea tranviaria per Torretta Antonacci, sospesa da cinque anni dall’Ataf “senza alcuna ragione”.
“Dove lo Stato arretra, avanza il caporalato”Il sindacato punta il dito contro la mancata gestione pubblica dei servizi di base, a partire dal trasporto. “Da quando quella linea è stata soppressa – ha spiegato Mininni – i caporali hanno occupato quel vuoto, facendo pagare ai lavoratori agricoli fino a quattro volte il prezzo del biglietto: da 3 a 12 euro. È così che l’illegalità avanza quando lo Stato si ritira”.
A preoccupare è anche il futuro dei fondi del PNRR destinati al superamento degli insediamenti informali. “Sono a rischio – denuncia il segretario nazionale – 200 milioni di euro, risorse decisive per garantire abitabilità dignitosa e servizi essenziali. Senza una svolta concreta, si rischia l’ennesimo fallimento”.
“Restano meno di 6 milioni su 114: è inaccettabile”Accanto a Mininni, anche il segretario generale di Flai Cgil Puglia, Antonio Ligorio, che ha parlato senza mezzi termini di fallimento delle politiche pubbliche. “Dei 114 milioni del PNRR previsti per superare i ghetti in Capitanata, ne restano meno di 6. Inaccettabile – ha ribadito –. Dopo la manifestazione davanti alla Prefettura siamo andati a Borgo Mezzanone per uno sciopero al contrario, sistemando una strada abbandonata da anni, simbolo dello sfruttamento e dell’assenza dello Stato”.
Ligorio ha ribadito l’impegno della Flai-Cgil e della Cgil a favore dei diritti fondamentali: servizi pubblici, trasporti sicuri, dignità e rispetto per chi lavora nei campi.
Una mobilitazione che parte da Foggia, ma andrà oltre“Foggia è solo l’inizio” ha dichiarato Mininni. Con l’avvio della campagna del pomodoro, la Capitanata è tornata ad accogliere migliaia di braccianti, molti dei quali regolari, ma costretti a vivere e lavorare in condizioni precarie.
Il ghetto di Borgo Mezzanone, insieme a quello di Torretta Antonacci, rappresenta una delle emergenze sociali più evidenti d’Italia. “Partiamo da qui – ha concluso Mininni – ma nei prossimi mesi viaggeremo in tutta Italia per portare avanti una mobilitazione che riscopre una modalità di lotta antica, ma oggi più attuale che mai”.
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