Overtourism, Padova al 22esimo posto in Italia: «Situazione da non peggiorare»

Con l’obiettivo di analizzare il fenomeno dell’overtourism (e non solo), l’Istituto Demoskopica ha tracciato una mappa dell' Icst - Indice Complessivo di Sovraffollamento Turistico, «uno strumento preliminare di governance dei sistemi turistici locali - specifica lo stesso Istituto - finalizzato a orientare politiche più consapevoli attraverso l’analisi dell’impatto del turismo sulla densità demografica, sull’uso delle infrastrutture ricettive, sul rapporto turisti-residenti e sull’incidenza ambientale derivante dalla produzione di rifiuti».
Dieci i sistemi turistici provinciali in vetta per sovraffollamento turistico: a Rimini, Venezia, Bolzano, Livorno, Napoli, Trento e Verona (che a livello definito “Molto Alto” lo erano già nel 2024), in questa analisi del 2025 si sono aggiunte anche Milano, Roma e Trieste, tutte realtà con difficoltà crescenti sulla vivibilità dei territori, sulla resilienza dei sistemi locali e sulla sostenibilità complessiva delle destinazioni coinvolte. Padova, in questa classifica che prende come parametri turisti e posti letto per km quadrato; turisti rispetto ai residenti; percentuale di utilizzo dei posti letto e quota pro-capite di rifiuti; si colloca al 22° posto con un indice di 104,1 che, rispetto al 141,5 di Rimini è ancora “sopportabile”, soprattutto se consideriamo la seconda piazza di Venezia e la nona di Verona, realtà venete ben più sotto pressione.
Ma quanti turisti sono presenti nel padovano per chilometro quadrato? Sono 2.470,1 (19° posto) contro i 17.369,5 di Rimini ma anche i 15.707,6 di Venezia e i 6.310,9 di Verona. Padova scende di classifica se guardiamo ai posti letto per Km quadrato che sono 19,2, dato che ci colloca al 36° posto con Venezia sempre seconda (166,6) e Verona ottava (60,4). «Il valore – commenta il presidente dell’Ascom Confcommercio di Padova, Patrizio Bertin – se combinato con quello dell’utilizzo dei posti letto (35,2% e quarta posizione nel panorama nazionale) evidenzia come la nostra provincia registri una certa penuria di posti letto. Se fino a qualche tempo fa, diciamo prima del Covid e del riconoscimento Unesco di Urbs Picta, i posti letto negli alberghi potevano ritenersi sufficienti, adesso evidentemente sufficienti non sono più e questo ha determinato una corsa verso gli affitti brevi che, senza regole, stanno determinando tutta una serie di problemi: niente locali per lavoratori e studenti, niente negozi di vicinato, città sempre più esposta al rischio di perdere la propria identità».
Infine la quota di rifiuti urbani i cui costi, per la cronaca, ricadono sui residenti. In questa classifica Padova è al 46° posto con 7,9 chilogrammi di rifiuto per turista. Siamo dunque lontani dai 76,8 Kg di Rimini, ma anche dai 76,5 di Bolzano (seconda), dai 68,3 di Venezia (terza) e dai 27,2 Kg di Verona (al 12° posto). Mezzo chilo di rifiuti per turista collocano Benevento all’ultimo posto (107°), mentre, ritornando al Molise, un chilo è il dato di Isernia (103°) e 1,9 Kg quello di Campobasso (93° posto). «L’indagine - conclude Bertin - conferma che governare il turismo non è più soltanto una sfida, ma è una priorità per la sostenibilità di gran parte delle località italiane, e Padova è fra queste. Se il sovraffollamento finisce per condizionare l’esperienza del turista, ciò nondimeno condiziona anche la qualità della vita delle comunità locali. L’aumento del sovraffollamento è dunque un campanello d’allarme che richiede l’adozione di adeguate strategie. In termini generali regolare i flussi e promuovere mete alternative è indispensabile, ma anche intervenire, in sede locale, su affitti e mantenimento dei negozi di vicinato, è una strada per garantire che il turismo resti una risorsa e non si trasformi in un fattore di crisi. I dati di Demoskopika dicono che Padova può ancora farcela. Ma non deve perdere tempo».
Padovaoggi