Perché la visibilità della Serie A di calcio femminile è importante per un’intera generazione

Un salvataggio in calcio d’angolo. Le negoziazioni private hanno dato esito positivo: la Serie A Women’s Cup, la nuova competizione istituita dalla Divisione Serie A Femminile Professionistica e riservata alle 12 squadre iscritte al campionato 2025-26, sarà trasmessa in diretta su Sky e in streaming su NOW e Vivo Azzurro TV. Non solo: la finale, in programma nel weekend tra sabato 27 e domenica 28 settembre, andrà in onda anche in chiaro su Rai 2 e in streaming su RaiPlay.
Una notizia importante, soprattutto considerando che il bando ufficiale per i diritti audiovisivi, chiuso lo scorso 29 luglio, era andato deserto: nessun broadcaster si era inizialmente fatto avanti per acquistare i diritti, nonostante il pacchetto proposto dalla FIGC. La stessa Federazione, il 30 luglio, aveva annunciato l’apertura di trattative private per cercare comunque una copertura mediatica adeguata. E, fortunatamente, l’accordo è arrivato.
Un epilogo che contrasta in positivo con i timori iniziali e che segna un punto a favore della crescita del calcio femminile italiano. Una crescita testimoniata dai numeri: appena una settimana prima, il 22 luglio, la Nazionale aveva sfiorato l’impresa nella storica semifinale degli Europei contro l’Inghilterra, seguita in prima serata su Rai 1 da oltre 4 milioni di spettatori. Un nuovo record di ascolti per le Azzurre.
E non è un caso isolato: già nel 2019, ai Mondiali, l’Italia aveva raggiunto i quarti di finale e la sfida contro l’Olanda, sempre in chiaro, era stata seguita da oltre 5,2 milioni di persone. Quelle partite hanno segnato una svolta culturale: le bambine hanno iniziato a sognare con gli scarpini ai piedi, gli stadi si sono riempiti, l’interesse generale è cresciuto. Secondo un sondaggio FIGC pubblicato l’8 maggio 2025, l’interesse per il calcio femminile è aumentato di sette volte rispetto alla stagione 2019-2020. Oggi, circa il 40% della popolazione italiana si dichiara interessata a questo sport. Un dato che evidenzia con chiarezza: la domanda c’è. Ma se l’offerta mediatica non cresce di pari passo, qualcosa si inceppa.
Lo stato di salute del calcio femminile in ItaliaC’è un vero e proprio cortocircuito – o, per restare in ambito calcistico, un fuorigioco comunicativo – tra il crescente entusiasmo verso il calcio femminile e la sua ancora non sufficiente visibilità mediatica e riconoscibilità sociale. A sottolinearlo è anche il nuovo ReportCalcio, il dossier annuale del Centro Studi FIGC realizzato con AREL e PwC, che analizza il sistema calcio italiano sotto il profilo economico, sportivo e sociale.
Tra il 2008 e il 2024, il numero di calciatrici tesserate è passato da 18.854 a 45.620, con l’obiettivo dichiarato di raggiungere quota 50.000. Nella fascia d’età tra i 10 e i 15 anni, le giocatrici sono addirittura triplicate: da 6.628 a 19.958. Una base ampia, giovane, promettente. Ma non solo: il calcio femminile ha ricadute economiche concrete. Secondo le stime, il movimento genera 3,2 miliardi di euro di PIL e crea circa 11.790 posti di lavoro a tempo pieno.
All’estero, il potenziale viene sempre più riconosciuto: basti pensare all’investimento da 25 milioni di dollari della statunitense Michele Kang nel calcio femminile USA. In Italia, invece, i club continuano a faticare: l’introduzione del professionismo nel 2022 ha comportato un significativo aumento dei costi, con il costo del lavoro salito da 18,7 a quasi 29 milioni di euro. Intanto, le perdite medie per club hanno toccato i 3,3 milioni di euro nella stagione 2023-2024.
In questo contesto, una copertura televisiva solida e strategica non è soltanto una questione di immagine. È uno snodo fondamentale per la sostenibilità economica del movimento. Significa rendere il calcio femminile un prodotto capace di attrarre sponsor, ampliare il pubblico, generare indotto. Un movimento che cresce in campo e nell’economia nazionale merita di crescere anche nella narrazione e nella rappresentazione.
Ora, l’auspicio è che la spinta mediatica di Euro 2025 faccia da traino anche alle competizioni di club, come questa Women’s Cup, ricordando le parole di Cristiana Girelli, dopo la vittoria contro la Norvegia che ha regalato alle Azzurre l’accesso alla semifinale. “Sappiamo quanto sia importante portare a casa i risultati in Italia, soprattutto per le nuove generazioni", aveva dichiarato la capitana della Nazionale. "Lo facciamo per la nostra gloria, ma c’è un significato molto più profondo che vogliamo portare: in Italia si può giocare a calcio, e possono farlo anche le donne”.
Luce