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Plastic Free July, come funziona la challenge globale che ha già eliminato 10 milioni di tonnellate di rifiuti

Plastic Free July, come funziona la challenge globale che ha già eliminato 10 milioni di tonnellate di rifiuti

Renderci più consapevoli dell’uso smodato della plastica usa e getta che facciamo ogni giorno: è questo l’obiettivo della challenge Plastic Free July, un’iniziativa gratuita e senza scopo di lucro nata da un’idea dell’attivista australiana Rebecca Prince-Ruiz che, nell’estate del 2011, aveva chiesto a figli, colleghi e amici di eliminare l’uso della plastica monouso per tutto il mese di luglio.

Da quella semplice sfida è nato un movimento di massa globale che ha coinvolto 326 milioni di partecipanti in 190 paesi. Chiunque può partecipare all’iniziativa iscrivendosi tramite l’apposito form sul sito. Dopo la registrazione, ogni partecipante riceve consigli su come eliminare la plastica usa e getta dalla propria vita quotidiana.

Oltre a suggerimenti da mettere subito in pratica, si ricevono notizie e racconti personali di altri partecipanti. La prima regola è molto semplice: usare ciò che si ha già in casa! Ad esempio, si può iniziare evitando di gettare i contenitori di plastica riutilizzabili che possediamo e cominciare a riutilizzarli. Una regola apparentemente banale, ma che consente già di eliminare un’enorme quantità di rifiuti plastici.

Nel 99% dei pesci sono state trovate microplastiche. E quasi tutte provengono dai nostri vestiti

Seguono altri consigli di facile realizzazione: portare o prendere in prestito una tazza da caffè riutilizzabile, trovare alternative prive di plastica per frutta e verdura, utilizzare borse riutilizzabili per la spesa, rifiutare le cannucce di plastica quando si ordina una bevanda e optare per un’alternativa riutilizzabile, usare borracce riutilizzabili invece di acquistare bottiglie di plastica, evitare le vaschette di plastica usate per carne, pesce e prodotti da gastronomia. E poi le tre R classiche dell’ecologia: ridurre, riutilizzare, riciclare.

Inoltre, si può evitare l’uso di prodotti per la pulizia confezionati in plastica monouso, scegliere fibre naturali nell’abbigliamento invece di quelle sintetiche, rifiutare prodotti per il bagno in plastica monouso, sostituire i rasoi usa e getta con alternative riutilizzabili, e così via. Insomma, tanti piccoli gesti facili da mettere in atto che, uniti, generano un grande cambiamento.

Così facendo, nell’ultimo quinquennio i partecipanti hanno evitato ben 10 miliardi di chilogrammi di rifiuti domestici, “perché – si legge sul sito ufficiale della campagna – milioni di persone hanno scelto di cambiare, per strade più pulite, oceani sani, comunità più belle o semplicemente per fare la cosa giusta”.

Ridurre il più possibile l’uso della plastica aiuta a preservare le risorse ambientali dalla contaminazione e dall'inquinamento. Un tema estremamente attuale, se si considera che ogni anno fino a 12 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari e negli oceani: l’equivalente di un camion della spazzatura al minuto.

L’80% delle microplastiche trovate nei pesci erano fibre tessili, provenienti principalmente dall’industria dell’abbigliamento e dal lavaggio dei vestiti sintetici
L’80% delle microplastiche trovate nei pesci erano fibre tessili, provenienti principalmente dall’industria dell’abbigliamento e dal lavaggio dei vestiti sintetici

La maggior parte dell’inquinamento da plastica ha origine sulla terraferma. La plastica proviene infatti principalmente da rifiuti domestici e commerciali che, se dispersi nell’ambiente, finiscono nei fiumi o nelle fogne, per poi arrivare al mare.

Un’altra fonte di inquinamento sono i nostri vestiti: le cosiddette microfibre finiscono nello scarico quando laviamo indumenti sintetici in lavatrice. Un carico medio di biancheria può rilasciare nell’acqua circa 700.000 fibre di microplastica, lunghe meno di un millimetro. Queste sono troppo piccole per essere filtrate dai depuratori e finiscono così per accumularsi nei letti dei fiumi o per essere trasportate in mare.

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Infine, circa il 20% della plastica in mare proviene da attività umane svolte in mare aperto, principalmente dalla pesca. Nel 2019, un rapporto di Greenpeace ha rivelato che ogni anno 640.000 tonnellate di “attrezzature e reti fantasma” – ovvero attrezzature da pesca abbandonate, perse o scartate – finiscono negli oceani, dove vengono lasciate. Si tratta di una quantità equivalente a 50.000 autobus a due piani pieni di plastica ogni anno.

Vengono definite microplastiche tutte le particelle le cui dimensioni sono comprese tra i 330 micrometri e i 5 millimetri
Vengono definite microplastiche tutte le particelle le cui dimensioni sono comprese tra i 330 micrometri e i 5 millimetri

È urgente, dunque, intervenire, visto che – come rileva il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente – entro il 2050 ci sarà più plastica che pesce negli oceani. In particolare, la campagna Plastic Free July di quest’anno si concentra sui piccoli cambiamenti che ognuno di noi può apportare per ridurre i rifiuti di plastica, con lo slogan “Piccoli passi, grande differenza”.

Cosa fare? Scegliere una plastica monouso da evitare, oppure prendere l’impegno di eliminare bicchieri monouso, bottiglie di plastica per bevande o involucri di plastica per alimenti. “Questi articoli Top 3 – dicono i promotori del Plastic Free July 2025 – sono oggetti di plastica monouso che usiamo comunemente ogni giorno e che la maggior parte di noi può facilmente sostituire.” Un ottimo modo per continuare a far crescere l’impatto positivo di Plastic Free July è infine condividere la sfida con gli altri, coinvolgendoli e motivandoli nella challenge.

Luce

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