REGIONALI IN CAMPANIA E TOSCANA/ De Luca & Giani, il potere dei vecchi leoni fa inchinare Schlein e Conte

Maledetti i voti e chi li porta, maledetto il consenso costruito con il porta a porta, maledetta la politica locale che distrugge i sogni e gli archetipi delle stanze romane. Maledetti i vecchi leoni che vivono per la politica, abituati a mille incontri e a stringere centomila mani, maledetto Vincenzo De Luca per il suo lavoro di dieci anni e maledetto sia Eugenio Giani in Toscana con le sue idee da riformista.
Maledetti siano loro, hanno pensato, mentre gli si inchinavano, Elly Schlein e Giuseppe Conte, costretti a omaggiare due canuti signori pur di tenere ferme le loro ambizioni. E così pare che in Toscana Giani abbia ancora la chance di farsi candidare, nonostante quello scranno fosse pensato per qualcun altro, più vicino alla segretaria barricadera arcobaleno.
E De Luca, che doveva essere rottamato, accantonato e fatto da parte, si è preso la soddisfazione di vedere davanti a sé lo sguardo educato e accondiscendente di chi, fino a poco tempo prima, lo considerava in pratica un nemico.
I due vecchi marpioni si sono tolti la soddisfazione di essere loro ad accogliere i complimenti e far rivendicare, a chi li voleva defenestrare, la continuità con la loro azione politica. Certo, non è tanta roba sul piano concreto: l’omaggio di chi ti vorrebbe appeso a una forca, seppur metaforicamente, non è certamente la più bella delle soddisfazioni concrete. Ma aiuta a ristabilire principi solidi e antichi da cui nessuno riesce ad affrancarsi, nonostante i tentativi di utilizzare schemi nuovi per far fuori chi non la pensa come chi “comanda” a Roma.
Ora che gli omaggi sono ampiamente fatti ed in Campania a De Luca è stata praticamente garantita una sedia al tavolo di quelli che contano, con la possibilità di incidere sulla scelta concreta di chi debba essere suo successore, ora che De Luca si è preso lo spazio per indicare altri o addirittura se stesso in un percorso di continuità con la gestione della cosa pubblica in Campania, ora e solo ora si può iniziare a pensare a quale debba essere lo scenario del potere alla luce del sole che sorge dietro il Vesuvio.
La partita è stata giocata con grande esperienza ed ha portato esattamente dove De Luca voleva quelli che lo osteggiavano, ovvero a rendergli omaggio e riconoscergli la leadership in Campania per il lavoro fatto, il che rende tutto più semplice sui tavoli della politica che conta.
Sarà lui, Enzo da Salerno, il nuovo kingmaker del candidato alle elezioni regionali in Campania, perché da lui dovrà passare se vorrà ottenere la sua benedizione e tanto basta a garantire un potere sostanziale che poi si produrrà nell’espressione di due o più assessori nella prossima giunta, con la possibilità di trattenere per uno dei suoi fedelissimi, addirittura, la sanità.
Certo, dipenderà dai voti in concreto espressi e da quello che faranno le singole liste e i singoli personaggi che verranno indicati, però il tavolo oramai è fatto e la tesi che si potesse fare a meno del vecchio leone campano è definitivamente accantonata.
Anche Giani ha giocato bene la sua partita, si è fatto sostenere dai riformisti, ha manifestato posizioni più ampiamente di sinistra di molti dei suoi teorici contendenti ed ha quindi abbassato sostanzialmente la sua età anagrafica di almeno trent’anni, mettendosi a livello di Elly Schlein.
La signorina l’ha certo rimproverato per le sue mattane e gli ha ricordato che alla fine è il partito che decide, ma ha anche detto con grande chiarezza che non c’è un pregiudizio su di lui. Insomma i territori contano. Ed è questa la vera lezione che il gruppo dirigente del Pd attuale sta imparando sulla propria pelle.
Puoi anche avere le chiavi dell’ufficio più importante del Nazareno, aggirarti per il Transatlantico e per i corridoi delle commissioni, prendere un caffè con il ragioniere dello Stato piuttosto che fare un caminetto con un dirigente della Banca d’Italia, ma tutti ti ascoltano e tutti ti guardano solo ed esclusivamente per un unico motivo: perché hai quei maledetti, maledettissimi voti che ti consentono di rappresentare qualcuno e qualcosa.
E se ti allontani da chi i voti li ha tra le proprie mani, se cerchi di fregarlo, per essere chiari, rischi di finire in un tritacarne e di dover chinare tu la testa a chi la politica l’ha imparata per strada e continua a praticarla tutti i giorni. Secondo le antiche regole, fregandosene degli algoritmi e della comunicazione. Una bella lezione, maledetti vecchi geniacci.
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