Cloudflare blocca i siti pirata nel Regno Unito

Mentre in Italia cerca in tutti i modi di evitare il rispetto della legge, nel Regno Unito ha deciso di collaborare con le autorità. Cloudflare ha infatti implementato un meccanismo di blocco che impedisce agli utenti di accedere ai siti pirata.
Anche le VPN sono inutiliNel Regno Unito non esiste una piattaforma simile a Piracy Shield. I titolari dei diritti d’autore chiedono l’intervento del giudice che emette gli ordini di blocco (ingiunzioni). Gli ISP devono quindi rispettarli e bloccare l’accesso ai contenuti trasmessi in streaming tramite siti pirata. Ieri sono stati bloccati circa 200 domini, ma stavolta c’è anche lo zampino di Cloudflare.
L’azienda californiana interviene solitamente quando le richieste riguardano il suo servizio DNS (1.1.1.1). Ieri ha invece utilizzato una tecnica di geo-blocking. Quando l’utente britannico accede al sito pirata vedrà un errore 451 che indica l’impossibilità di fornire la risorsa richiesta per motivi legali. Nella pagina è scritto:
In risposta a un ordine legale, Cloudflare ha adottato misure per limitare l’accesso a questo sito web tramite i servizi di sicurezza pass-through e CDN nel Regno Unito.
Anche se non chiaramente indicato, queste misure prevedono appunto la restrizione geografica. Gli utenti hanno finora sfruttato le VPN per aggirare i blocchi effettuati dagli ISP su ordine del giudice. Ora le VPN sono diventate inutili. Quando viene scelto un server posizionato nel Regno Unito, Cloudflare mostrerà la pagina con l’errore 451.
La collaborazione di Cloudflare è particolarmente eclatante, considerata la policy sul copyright:
Poiché Cloudflare non può rimuovere contenuti che non ospita, altri fornitori di servizi sono in una posizione migliore per affrontare questi problemi. Tra le altre cose, qualsiasi blocco da parte di Cloudflare ha un’efficacia limitata, poiché un sito web sarà accessibile anche se smette di utilizzare la rete di Cloudflare. Cloudflare, pertanto, respinge regolarmente i tentativi di ottenere ordini di blocco.
La CCIA (Computer & Communications Industry Association), associazione che rappresenta diverse aziende tech, tra cui Cloudflare, ha recentemente chiesto l’intervento della Commissione europea perché Piracy Shield sarebbe illegale. La Commissione ha chiesto informazioni all’Italia.
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