SCUOLA/ I nostri studenti in viaggio con Pesce e Bondoux tra colpa, libertà e perdono

Altri due suggerimenti di lettura, dopo quello già segnalato nella prima puntata: le storie di Mariangela Pesce e Anne-Laure Bondoux (2)
Stiamo entrando nel cuore dei mesi estivi e fra un cuscino, una sdraio, un ombrellone, di belle storie non ce ne sono mai abbastanza. Eccone pronte altre due che, come Cuore nero di Silvia Avallone, ci immettono in una dimensione umanissima e desiderabile da chiunque, ovvero quella in cui il male non è l’ultima parola e l’errore non definisce la grandezza infinita della nostra persona.
Mariangela Pesce, con Le regole della rabbia (Pelledoca, 2022), ci regala un volumetto agile e leggibile dai 15 anni in poi. Un libro del cosiddetto genere young adult, ma consigliato anche agli adulti, perché la protagonista è sì una ragazza adolescente, ma il mondo adulto intorno a lei è il punto cruciale che permette la sua redenzione.
Dopo la morte della madre e l’arresto del padre, Suzi vive in una casa famiglia, insofferente verso i compagni ed anche verso gli educatori. Lei non vede le possibilità che la vita in quel momento le offre, ma alcuni adulti invece sì: Isabella, la nuova bidella, che le si avvicina gratuitamente; Mattia, un educatore, che le riconosce il diritto alla collera e non si spaventa della sua corazza di falsa indifferenza; e poi c’è Guido, nonno di Isabella, amante del giardinaggio e dell’orticoltura.
Invitata da Isa a casa del nonno, Suzi trova una pistola in un cassetto ed è in quel momento che decide di “dimostrare a tutti quanto vale”. Il piano sarà sventato e Suzi si sentirà investita da un abbraccio così gratuito e totale da non toccare più la pistola di quello strano nonno, che addirittura accoglierà la ragazza in casa e si fiderà così tanto della sua libertà da lasciare la pistola nel medesimo cassetto di prima.
Siccome la storia della Pesce sarà da voi divorata, eccone qua una terza che segue la medesima linea tematica, ovvero quella di Anne-Laure Bondoux, Le lacrime dell’assassino (San Paolo 2003; Premio Andersen 2009), consigliatissima per i nostri adolescenti, ma anche per tutti gli educatori.
In una fattoria dell’estremo sud del Cile, vive Pablo insieme a due genitori freddi e distanti. Un giorno arriva Angel Alegría, assassino in fuga, che decide di fermarsi lì, uccidendo i proprietari della fattoria e tenendo con sé il piccolo Pablo, che in breve tempo arriva a considerare quell’uomo suo padre. Non solo: Pablo lo chiama per la prima volta “papà” proprio nel momento in cui sta per uccidere un nuovo arrivato, Luis. Angel, che aveva già la mano vicino al coltello, si blocca davanti all’affetto immeritato che riceve da quel bambino.
Non solo: Luis Secunda sa leggere e scrivere, insegna quest’arte a Pablo e “ogni sera Angel si metteva di fronte alla finestra, perché gli altri due non vedessero le sue lacrime, le lacrime che bagnavano i suoi occhi di assassino”.
Amore e bellezza sconvolgono la vita di quest’uomo che ormai non vuole più essere come prima. Costretti dalle scarse risorse ad abbandonare la fattoria, Pablo ed Angel accettano la proposta di Luis di andare a Valparaiso dove potranno usare il suo corposo conto corrente per fare acquisti alla fiera.
In realtà, Luis cambierà i suoi piani, denunciando anche Angel e costringendolo ad una nuova fuga, finché una lunga sosta presso il boscaiolo Ricardo offrirà all’assassino la terza e definitiva svolta della propria vita: nel leale ed espiatorio rapporto con questo anziano, una sera, ascoltando un pezzo di Bach, “Angel soffocò un singhiozzo. In pochi secondi, prese la sua decisione: avrebbe affidato Pablo a Ricardo (…). Se doveva compiere un unico atto d’amore al mondo, allora doveva essere questo, lì, subito”.
Così, Angel si costituirà alla polizia e si separerà da Pablo, dato in affidamento ad una famiglia del luogo. Alcuni anni passeranno, finché Pablo, ormai grande, sceglierà di tornerà nella propria fattoria ed entrando troverà innumerevoli cartoline da tutto il mondo, segno del perdono richiesto da Luis, che così amaramente li aveva traditi e delusi.
Pablo abbraccerà tutte quelle cartoline, “come se lì si trovasse il crocevia di tutte le strade”. E sì, proprio lì era il crocevia di tutto, il punto sorgivo di riconciliazione fra dolore ed espiazione, fra colpa e perdono; attraverso Pablo, amato, ma comunque ferito e pieno di domande irrisolte; attraverso Angel, perdonato e redento dal proprio male: proprio lì, su quella terra arida ed inospitale, aveva preso dimora il Mistero che tutto tiene unito e fa risorgere incessantemente la vita.
Ma non è finita qui.
(2 – continua)
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