Sean Kanan: “Ischia è il nostro rifugio. L’Italia? È la mia seconda casa”

Il vento caldo di agosto accarezza il porto mentre il traghetto lascia l’isola. Sul ponte, Sean Kanan osserva il profilo di Ischia che si allontana lentamente, come un quadro che si dissolve. La luce del tardo pomeriggio tinge di oro le cupole, i tetti e il Castello Aragonese, quell’immagine che, anni prima, lo aveva stregato per sempre. Il tempo di un viaggio in Sicilia e il ricordo di quelle giornate torna vivo, pieno di sensazioni semplici: il rumore del mare al mattino, il profumo del caffè preparato in casa, il saluto cordiale degli isolani.
«Questa è stata la mia quarta volta a Ischia – racconta –. La prima risale a quando ero in Italia per girare un film a Monte di Procida. Avevamo un pomeriggio libero e ci imbarcammo per una breve gita. Non sapevo cosa avrei trovato e invece… il Castello Aragonese, davanti a me, sembrava uscito da una fiaba. Mi è rimasto dentro».
Quest’anno la scelta è stata immediata: «Quando abbiamo deciso di trascorrere del tempo in Italia, al Sud, ho proposto Ischia. Capri è meravigliosa, ma troppo affollata. Ischia ha un ritmo più umano. Michelle, mia moglie, ha trovato un alloggio splendido su Airbnb, gestito da Tony, Davide e Catrin Conte, il Marcantonio B&B di Ischia Ponte. Ci hanno accolti come amici, con colazioni preparate in casa e mille attenzioni. Ci hanno consigliato ristoranti, spiagge, piccoli tesori nascosti».
L’attore parla dell’isola come si parla di un luogo di famiglia: «Non c’è il caos delle grandi località turistiche, ma non manca nulla. Puoi nuotare, passeggiare, fare shopping o semplicemente goderti il silenzio. E in due ore di traghetto da Napoli sei qui. È un paradiso a portata di mano».
Per lui e Michelle, regista e compagna di lavoro, l’Italia è molto più che una meta di vacanza: «È la nostra seconda casa. Stiamo pensando di trascorrere qui quattro o cinque mesi all’anno. Magari a Ischia, magari altrove. Stiamo valutando l’acquisto di una casa».

Poi si passa a parlare di Beautiful, la soap che lo ha consacrato e che da venticinque anni lo vede nei panni di Deacon Sharpe. «Ho ancora la stessa passione del primo giorno. “Beautiful” ha un legame fortissimo con l’Italia: moda, location, e l’affetto del pubblico, che è qualcosa di unico».Non può mancare un riferimento a Karate Kid III e al ritorno in Cobra Kai: «Quando interpretai Mike Barnes, quarant’anni fa, non pensavo che sarei tornato nei suoi panni. E invece è successo. Ho dovuto aspettare cinque anni prima di tornare sul set, ma ne è valsa la pena».
Come si resiste alla tentazione di fermarsi dopo tanto successo? «Non penso mai di aver già fatto il mio ruolo più importante. Cerco sempre sfide nuove, ruoli che mi spingano oltre. È così che tengo viva la passione».Il futuro è già tracciato: «Domani sarò a Viterbo con Michelle per girare una fiction. Produciamo insieme, lei dirige e io recito. Vedrete, Michelle ha un talento immenso. Abbiamo anche iniziato un action movie, The Body Man, che riprenderemo negli Stati Uniti. Poi tornerò sul set di “Beautiful”».
C’è un capitolo della sua vita italiana che ricorda con particolare emozione: Ballando con le Stelle, nel 2006. «Pensavo fosse solo lavoro, si è rivelata un’esperienza umana. Non sapevo ballare, non parlavo italiano, ogni giorno era una sfida. Ma con la mia maestra, Tina Hartman, ho imparato molto. Non sapevo ballare e mi sono dovuto impegnare parecchio perché, si sa, è il ballerino che guida la ballerina. È stata una delle esperienze più importanti della mia vita».








Sul rischio che una soap possa diventare una gabbia, Kanan è netto: «Non lo vedo così. Ho scritto e interpretato altri progetti, vinto premi, sto sviluppando film e serie. “Beautiful” per me è un trampolino, non una prigione».Poi sorride, con quell’ironia che lo accompagna sempre: «E comunque “Beautiful” non finirà mai… e meglio così: devo pagare le bollette. Ho cinque figli, sa?».
Mentre parla, sembra già proiettato verso il prossimo set, il prossimo viaggio, la prossima sfida. Ma c’è qualcosa che resta costante nella sua vita: il legame con l’Italia. Un legame fatto di luoghi, volti e momenti semplici, di una lingua imparata a fatica e di un mare che continua a chiamarlo. Chissà, forse la prossima volta che tornerà a Ischia non sarà per una vacanza. Forse sarà già a casa. Ma Ischia è già la sua “beautiful” Island! Parola di “Sensei”

Nato a Cleveland, Ohio, il 2 novembre 1966, Sean Kanan è uno di quegli attori capaci di trasformare il “ruolo da cattivo” in un marchio di fabbrica e, allo stesso tempo, in una lente attraverso cui raccontare fragilità e riscatto. Cresciuto in Pennsylvania e laureato in scienze politiche, si avvicina presto al mondo dello spettacolo, con un background nelle arti marziali che diventerà determinante per il ruolo che lo lancerà: Mike Barnes, l’antagonista spavaldo di The Karate Kid Part III (1989).
Da lì prende il via una carriera costellata di personaggi controversi e memorabili. In televisione debutta nella soap General Hospital, nei panni di A. J. Quartermaine, ma è con Deacon Sharpe in Beautiful che conquista il pubblico internazionale. Entrato nella serie nel 2000, Deacon è un uomo ambiguo, seduttore e manipolatore, capace però di sorprendere con momenti di sincera umanità. Kanan lo interpreta con un equilibrio sottile tra carisma e ombra, rendendolo una delle figure più longeve e discusse della soap.
Lo stesso personaggio approderà anche a The Young and the Restless, confermando la sua versatilità nel muoversi tra universi narrativi collegati.Negli anni, Kanan ha saputo alternare il piccolo e il grande schermo. Ha recitato in film come Survive the Game e The Fortress accanto a Bruce Willis, ed è tornato a indossare il karategi per riprendere il ruolo di Mike Barnes nella popolare serie Netflix Cobra Kai. Parallelamente, ha creato e interpretato Studio City, serie digitale vincitrice di un Daytime Emmy, che affronta temi come #MeToo, discriminazione e identità di genere.
Non solo attore, Kanan è anche autore di libri motivazionali, tra cui The Modern Gentleman, Success Factor X e Way of the COBRA, nei quali condivide esperienze di vita e principi di disciplina, resilienza e crescita personale. Il suo impegno si estende anche all’attivismo, con iniziative contro il bullismo e a favore della salute mentale.Oggi, tra le riprese quotidiane di Beautiful, le apparizioni pubbliche e i progetti creativi, Sean Kanan resta un artista in costante movimento. Capace di reinventarsi senza perdere il filo rosso della sua carriera: raccontare personaggi imperfetti, complessi, irriducibilmente umani.
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