TFA Sostegno trasferito a Troia, il PD di Foggia chiede un passo indietro all’università

Il Partito Democratico di Foggia esprime preoccupazione e rammarico per la decisione dell’Università degli Studi di Foggia di trasferire a Troia parte dei corsi di TFA Sostegno.

“Una scelta che rischia di penalizzare decine di corsisti – scrivono i dem -, sia quelli che risiedono nel capoluogo o nei comuni limitrofi, sia quelli che provengono da altre province. Il trasferimento comporta disagi economici e logistici concreti, legati ai costi e ai tempi degli spostamenti, e potrebbe rendere difficoltosa la partecipazione di candidati che già affrontano sacrifici per completare il proprio percorso formativo. Parliamo, nella maggior parte dei casi, di persone che lavorano, che hanno famiglie e che vivono questa opportunità come un investimento sul proprio futuro professionale e sul valore dell’inclusione scolastica.

Oltre all’impatto sui singoli, non va trascurato che simili decisioni possono influenzare gli equilibri generali del sistema universitario locale, sottraendo attività e presenze che fino ad oggi hanno contribuito, anche indirettamente, alla vitalità economica e sociale di Foggia. In un contesto già fragile, è fondamentale che ogni scelta tenga conto delle sue ricadute più ampie sul territorio.

Decisioni di questa portata devono essere assunte con un confronto preventivo e trasparente con le comunità interessate e i percorsi universitari, soprattutto quelli rivolti a chi già lavora nella scuola, devono essere pensati e organizzati mettendo al centro l’accessibilità, la sostenibilità e la coerenza con le esigenze reali di studenti e territori”.

E dal Pd concludono: “Per questo motivo, chiediamo all’Università di Foggia un ripensamento e l’apertura di un dialogo serio con istituzioni, studenti e parti sociali, affinché si possano individuare soluzioni equilibrate, rispettose delle persone coinvolte e dell’identità formativa dell’ateneo. Il TFA Sostegno è uno strumento fondamentale per garantire qualità e inclusione nella scuola italiana. È dovere di tutti – università, istituzioni, comunità – fare in modo che resti accessibile, efficace e realmente al servizio del bene comune”.

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