Università, Scienze Politiche difende la popolazione palestinese: la mozione

Il Consiglio del Dipartimento Spgi - Scienze politiche, giuridiche e Studi internazionali nella seduta di ieri, martedì 17 giugno, ha approvato all'unanimità una mozione in difesa della popolazione civile palestinese.
Questo il testo della mozione: «Le immagini che arrivano quotidianamente dalla Striscia di Gaza sono strazianti. Le attività belliche che l’esercito israeliano sta conducendo contro Hamas si ripercuotono pesantemente ed insopportabilmente sulla popolazione civile. Bambine e bambini sono costantemente oggetto di violenza. Una violenza sia diretta, attraverso bombardamenti che colpiscono chiunque si trovi nella traiettoria dei missili, sia indiretta, dovuta alla mancanza di cibo e medicinali, stante il blocco degli aiuti umanitari. Da settimane la società civile, così come gli studenti di questo Ateneo, hanno tentato di far sentire la loro voce non in chiave “anti” ma in difesa di una popolazione civile che, di fronte alla distruzione sistematica di ospedali, scuole ed edifici residenziali, appare chiaramente oggetto di una violentissima attività bellica da parte dell’esercito israeliano. Nonostante la Corte Penale Internazionale abbia emesso due mandati di arresto, uno per il Primo Ministro di Israele, ed uno per il suo Ministro della Difesa, riscontrando fondati motivi per ritenere che entrambi siano responsabili per crimini di guerra - avendo utilizzato la starvation come mezzo per condurre le ostilità - nonché di crimini contro l’umanità, ed altri atti disumani proibiti dal diritto internazionale umanitario, la comunità internazionale sembra del tutto incapace di fermare quello che la UN Special Rapporteur on the situation of human rights in the Palestinian territory ha definito - senza troppi giri di parole - il tentativo di annichilire la popolazione palestinese».
Prosegue la mozione: «La violazione sistematica del diritto internazionale umanitario e, più in generale, la palese violazione dei diritti umani non è tollerabile. Così come non è tollerabile l’ambiguità delle istituzioni nazionali ed europee di fronte al massacro della popolazione civile, al tentativo di affamarla, o addirittura, di deportarla altrove, in sfregio alla risoluzione delle Nazioni Unite che stabilisce il diritto di esistere di ambedue gli Stati. Un diritto, quello del popolo palestinese all'autodeterminazione che, come affermato chiaramente dalla Corte internazionale di giustizia, impone il ritiro di Israele dai territori occupati e la fine degli insediamenti coloniali, allo scopo di permettere la nascita di uno Stato palestinese indipendente. Le istituzioni nazionali, in totale disarmonia con quanto sancito agli artt. 2 ed 11 della Costituzione italiana, non condannano quella che si sta configurando come una delle peggiori mass violation dei diritti umani della storia contemporanea. Le istituzioni dell’Ue sembrano aver dimenticato totalmente il dovere di ispirarsi ai valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell'uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani (art. 2 Tfue), così come sembrano ignorare che la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea si apre stabilendo che ‘la dignità umana è inviolabile e deve essere rispettata e tutelata’ (art.1)».
Si legge inoltre nella mozione: «Il Dipartimento Spgi è un luogo dove si insegna una cultura di pace, che si oppone all’antisemitismo, ad ogni forma di discriminazione, di odio e di violazione dei diritti umani e del diritto internazionale. Nei Corsi di studio del Dipartimento Spgi si insegnano materie come la scienza politica, la storia contemporanea, le lingue, la storia delle dottrine politiche, le relazioni internazionali, la filosofia, l’economia, la sociologia, il diritto interno ed internazionale, ossia materie che hanno lo scopo di fornire agli studenti quegli strumenti e quello sguardo critico per leggere la realtà ed affrontare le sfide contemporanee nel rispetto dei valori che stanno alla base delle società democratiche. In questo contesto formativo, Spgi educa all’osservanza delle regole del diritto internazionale ed al rispetto delle istituzioni internazionali chiamate a vigilare affinché non si verifichino violazioni dei diritti fondamentali di cui ogni individuo, senza distinzione, è titolare. Quelle stesse istituzioni - le Nazioni Unite e la Corte Penale Internazionale - che la Costituzione italiana riconosce come un presidio necessario ed imprescindibile per assicurare la pace e la giustizia tra le Nazioni (art 11 Costituzione). Istituzioni internazionali fondamentali a cui il governo israeliano ha impedito, ed impedisce, l’entrata nella Striscia di Gaza. Come possiamo, in quanto comunità scientifica, educare ai principi sanciti dalla nostra Costituzione, al diritto internazionale umanitario, al rispetto dei diritti umani e al valore delle convenzioni internazionali - come la Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza o la Convenzione europea dei diritti umani - se scegliamo il silenzio di fronte a quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza? Come possiamo affermare, con coerenza, che l’articolo 15 della CEDU vieta in modo assoluto qualsiasi deroga al diritto alla vita e ogni forma di trattamento inumano o degradante, se non siamo capaci di denunciare con obiettività e rigore le evidenti violazioni di questi principi fondamentali? Come possiamo - come comunità accademica - non opporci allo “scolasticidio” ed alla distruzione delle istituzioni universitarie, che rappresentano un vero e proprio furto di futuro per le giovani e i giovani di quei territori?».
La conclusione della mozione è decisa: «Sulle gravi violazioni del diritto internazionale nella Striscia di Gaza, il 3 giugno 2025 è intervenuto il Centro Diritti Umani Antonio Papisca ricordando l’obbligo di protezione dei sopravviventi di Gaza, lanciando un appello alle istituzioni nazionali affinché compiano ogni sforzo possibile per dare immediatamente il via ad una grande operazione di salvataggio della popolazione civile. Ancor più di recente, anche la Società Italiana di Diritto Internazionale e di Diritto dell’Unione Europea durante lo scorso convegno annuale del 5-6 giugno 2025 ha ribadito come, di fronte alla drammatica situazione in cui versa il Territorio Palestinese Occupato, ogni singolo studioso abbia il dovere di attivarsi, per quanto di propria competenza, per contribuire a porre fine alle numerose e intollerabili violazioni del diritto internazionale. Il Dipartimento Spgi, esprimendo tutta la sua angoscia e preoccupazione per le condizioni della popolazione civile palestinese, sente il dovere di richiamare al rispetto del diritto internazionale, condannando con forza un’azione militare che non discrimina tra soggetti belligeranti e civili. Non si tratta certamente di mettere sul piatto della bilancia l'orrore dell'attacco di Hamas dell'ottobre 2023 - anch’esso da considerarsi come un crimine inaccettabile perpetrato contro civili israeliani - con la risposta che sin da allora il governo israeliano ha portato avanti. Si tratta, semmai, di ribadire con forza che vanno distinti Hamas - con cui il Dipartimento Spgi non solidarizza in alcun modo - e la popolazione civile palestinese. Si tratta di affermare senza esitazioni che non esiste alcuna ragione - ma proprio nessuna - che possa legittimare un uso sproporzionato della forza militare contro soggetti minori, donne, anziani ed altri soggetti vulnerabili che, loro malgrado - non prendendo parte alle ostilità - vivono in un territorio martoriato da azioni di guerra. Ammettere che, anche solo in chiave difensiva, ogni mezzo possa giustificare il fine, equivarrebbe a tradire quei valori che stanno alla base delle società democratiche e delle istituzioni internazionali nate nel secondo dopoguerra. Il Dipartimento chiede con forza all’Ateneo di assumere una netta posizione di condanna per le gravissime violazioni del diritto internazionale nel Territorio Palestinese Occupato, e di aumentare gli sforzi e l’impegno di protezione per le/gli studentesse/i/ e le/gli studiose/i at-risk. In aggiunta, riprendendo l’appello della SIDI, si richiede anche la sospensione immediata e totale di qualsiasi accordo, anche informale, con enti ed istituzioni israeliane che contribuiscano al perpetrarsi delle gravissime violazioni. Infine, come gesto simbolico e solidale, il Dipartimento esporrà un telo bianco fino a quando tali violazioni non cesseranno»
Padovaoggi