Dalle caviglie gonfie ai lividi sulle mani: ecco cos'è l'insufficienza venosa e perché Trump ne soffre

Le caviglie gonfie di Donald Trump, immortalate dai fotografi mentre il presidente era seduto su un palco, così come i segni sulle mani sono un segno di “un'insufficienza venosa cronica”, come ha spiegato lo staff presidenziale. Si tratta di una condizione comune soprattutto negli over 70 legata a una possibile alterazione delle vene, in cui il sangue non riesce a “tornare” al cuore, ristagnando nel sistema venoso delle gambe e causando gonfiore e altri sintomi. Secondo la Casa Bianca, dopo giorni di speculazioni su fotografie che mostravano lividi sulla mano del presidente, Trump si è sottoposto a un “esame completo”, che comprendeva anche uno studio vascolare diagnostico, ha dichiarato la portavoce Karoline Leavitt. “Tutti i risultati erano entro i limiti normali... e il presidente rimane in ottima salute”, ha aggiunto l'addetta stampa della Casa Bianca.
Quando parliamo di insufficienza venosa, però - spiega Fortunato Maiolo, angiologo e specialista in Chirurgia vascolare - la varietà delle condizioni è enorme. Gli stadi possono andare da una fase preclinica caratterizzata da una sensazione di pesantezza, di crampi, di formicoli agli arti inferiori, fino situazioni più serie con ulcere delle gambe”. In generale “si parla di insufficienza venosa con le vene che si dilatano e, di conseguenza, le valvole funzionano meno. Noi, infatti, abbiamo lungo tutto il circolo venoso valvole che permettono il ritorno del sangue dagli arti inferiori al cuore”. In “uno stadio preclinico non si ha edema, si possono avere le varici, pesantezza, senza avere il gonfiore delle gambe. Questo perché si attiva il sistema linfatico che richiama più linfa verso il centro, aiutando così ad evitare l'edema”. All'origine di questi problemi ci possono essere a esempio problemi “cardiaci, renali o disprotidemici, ovvero legati ad alterazioni, in quantità e qualità, delle proteine nel sangue, in particolare delle proteine plasmatiche”. aggiunge Maiolo.
Tra le diverse cause, “da quello che si può percepire da immagini e comportamenti che ci arrivano dai media, mi sentirei di escludere l'insuficienza cardiaca, per la vitalità espressa dal presidente - osserva l'esperto - poco compatibile con queste problematiche cardiache, come recentemente abbiamo visto alla premiazione del Chelsea”. Il gonfiore delle gambe per insufficienza venosa cronica, in ogni caso, “è compatibile con la vita del presidente che tendenzialmente - tra viaggi in aereo, riunioni, incontri, lavoro alla scrivania - sta molte ore seduto e può poco camminare a piedi (terapia principale contro il gonfiore delle gambe)”, sottolinea l'angiologo. Inoltre l'insufficienza venosa cronica è diffusissima, ricorda, “di più nelle donne perché gli estrogeni fanno diminuire l'elasticità della parete venosa che quindi si dilata, e dilatandosi non fa più funzionare bene le valvole che consentono il ritorno del sangue dalle gambe al cuore. Ma anche nei maschi, con il passare degli anni, queste vene possono alterarsi. Anche perché si cammina sempre di meno, si hanno problemi di appoggio (artrosi di ginocchio o caviglia) e, camminando poco, le gambe necessariamente tendono a gonfiarsi”.
stadi più avanzati, invece, “abbiamo lo scompenso di questo circolo. Il sistema linfatico non ce la fa più a richiamare indietro la linfa e quindi abbiamo il gonfiore”. Avere le gambe gonfie, però, non significa avere necessariamente un'insufficienza, va distinto il disturbo patologico da quello funzionale. Il problema può essere anche legato a “un cattivo appoggio dei piedi”, o al fatto di “rimanere seduti oppure in piedi molte ore. Abbiamo tutti - sottolinea l'angiologo - l'esperienza di voli internazionali in cui si rimane seduti molto tempo scomodi e, una volta scesi dall'aereo, abbiamo le gambe un po' gonfie perché, rimanendo a lungo seduti in uno spazio ristretto, non abbiamo un ritorno venoso”. La soluzione è “l'attività fisica - raccomanda Maiolo - in particolare camminare. Questo perché sotto la pianta del piede abbiamo la cosiddetta 'suola venosa di Lejar', una sorta di spugna. Ogni volta che poggiamo il piede si 'spreme' questa spugna che manda il sangue in alto. Inoltre abbiamo un altro cuore periferico durante l'attività motoria: il polpaccio, contraendosi, 'spreme' le vene e quindi il sangue ritorna verso il cuore”.
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