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Endometriosi: al via uno studio per capire in che modo il microbiota influenza la malattia

Endometriosi: al via uno studio per capire in che modo il microbiota influenza la malattia

Duemila donne, dai 18 anni in su, per un grande studio sulle relazioni tra microbiota ed endometriosi. È quello appena partito presso l’Irccs Ospedale Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella (tra le strutture di eccellenza per la ginecologia) che mira a comprendere se nel microbiota vaginale, rettale e della cervice uterina possano nascondersi delle tracce utili a stabilire la gravità dell’endometriosi e la presenza di fattori in grado di predire gli esiti degli interventi chirurgici, come il rischio di complicanze.

Che cos’è l’endometriosi

La chirurgia ha ancora oggi un ruolo di primo piano nella malattia. I principali trattamenti contro l’endometriosi – che solo in Italia si stima colpisca circa tre milioni di donne – sono infatti basati su interventi chirurgici e farmaci (antinfiammatori e terapie ormonali, soprattutto). Solo in alcuni casi, ricorda l’Istituto superiore di sanità, l’endometriosi tende a regredire spontaneamente e il ricorso alla chirurgia serve per eliminare la crescita di tessuto endometriosico cresciuto fuori dall’utero.

I sintomi

Dolore e infertilità sono le principali manifestazioni della malattia, anche se in ciascuna donna l'endometriosi può presentarsi in maniera diversa e con sintomi di diversa entità, come ha ricordato anche Marcello Ceccaroni, direttore del Dipartimento per la tutela della salute e della qualità di vita della donna dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia presso l’ospedale veneto: “E’ caratterizzata dalla presenza di cellule simili al tessuto endometriale al di fuori della cavità uterina: peritoneo, ovaie, tube di Falloppio, intestino e vescica. Il sintomo principale di questa malattia è il dolore, principalmente durante le mestruazioni, i rapporti sessuali, la defecazione, la minzione o anche al di fuori del periodo mestruale. La malattia può anche essere completamente asintomatica, portando alla compromissione di alcuni organi come il rene e l’intestino, nei casi gravi”.

Una malattia invalidante

Gli esperti infatti concordano che, al di là dei casi più lievi, l’endometriosi vada considerata come una malattia invalidante che compromette pesantemente la qualità di vita delle donne. Anche perché in moltissimi casi passano anni prima che la paziente riesca a ricevere una diagnosi e ad accedere a un programma terapeutico. Ed è per questo che anche la ricerca nel campo è molto attiva: solo recentemente, per esempio, è stato presentato un test che, con un prelievo di sangue, riesce a identificare la malattia, sia i casi più gravi che lievi con una buona precisione.

Microbiota ed endometriosi: quale relazione?

Il ruolo del microbiota nell’influenzare il funzionamento del sistema immunitario è noto. Ora, il possibile coinvolgimento del sistema immunitario nello sviluppo della malattia – con una disfunzione che gli impedirebbe di riconoscere ed eliminare le cellule dell’endometrio in sede extrauterina – ha spinto gli esperti a chiedersi se il microbiota possa allora essere collegato in qualche modo alla malattia.

Ma non solo: l’idea è che il microbiota partecipi anche alla regolazione del metabolismo degli estrogeni, secondo alcuni studi. “Dati preliminari suggeriscono che il microbioma disbiotico nei suoi diversi distretti possa accelerare anche la progressione dell’endometriosi e peggiorare il dolore – dice Alessandra Graziottin, professore a contratto presso il Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia Università di Verona.

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Lo studio Biome-endo al via

Per capire che tipo di relazione esista tra microbiota ed endometriosi, gli esperti arruoleranno circa 2.000 donne, dai 18 anni in su, tra quelle con sospetta patologia ginecologica benigna (anche l’endometriosi stessa è considerata una condizione benigna) e indicazioni a interventi chirurgici. Successivamente, le donne che avranno avuto diagnosi di endometriosi verranno messe a confronto con quelle con altri disturbi, come fibromi, prolassi e polipi uterini.

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