La Barbie con diabete tipo 1, infusore e pompa per l’insulina con cerotto a forma di cuore

Prendisole corto azzurro a pois celesti, scarpe e borsa in tinta. Ma la nuova Barbie della Mattel ha un cerotto a forma di cuore sul braccio sinistro, una pompa per l’insulina alla vita e un monitor per leggere i valori del glucosio nella borsetta azzurra. Perché la nuova Barbie, come centinaia di migliaia di bambini in tutto il mondo, ha il diabete di tipo 1. E la Mattel per disegnarla ha chiesto la collaborazione di Breakthrough T1D, la vecchia fondazione per la ricerca sul diabete giovanile americana, con l’obiettivo di dare un messaggio di inclusione partendo dai 304mila bambini americani che vivono con il diabete di tipo 1, malattia autoimmune in cui il nostro organismo attacca e distrugge le cellule beta del pancreas che producono insulina. Questa distruzione porta a una insufficiente produzione di insulina, determinando l’aumento della concentrazione di glucosio circolante nel sangue. Benché diagnosticata tipicamente da bambini, circa 18mila nel nostro Paese – che è stato uno dei primi a introdurre il test alla nascita – non sono rari i casi di diagnosi anche in età tardiva.
Il kit da diabete 1Tornando alla Barbie, la bambola più amata dalle bambine di tutto il mondo ha una pompa per l’insulina in vita, un monitor per la misurazione in continuo del glucosio sul braccio sinistro, coperto con un cerotto a forma di cuore e il suo smartphone che mostra una app per il monitoraggio del glucosio. In una borsetta, insieme a degli snack utili per aiutarla a controllare il livello glicemico durante la giornata. Intonato alle scarpe e ai pois del vestito, naturalmente. Non solo: il display del cellulare di Barbie mostra il suo attuale livello glicemico, 130 milligrammi per decilitro, che è in un range di normalità, visto che la maggior parte dei malati di diabete 1 tenta di tenere i livelli tra 70 e 180. Il suo monitor inoltre ha un grafico che mostra gli alti e bassi dei livelli nel corso della giornata.
La collaborazione con chi è malatoEmily Mazreku, direttrice marketing e comunicazione di Breakthrough T1D, ha il diabete di tipo 1 e ha collaborato personalmente con la Mattel per il design della nuova Barbieimpiegando due anni di lavoro con dei focus group per capire quanto funzionasse il design della nuova bambola e quanto le sue caratteristiche fossero comprensibili a tutta la comunità delle persone con diabete 1.
"La Mattel ci ha contattato – ha raccontato – e abbiamo preso al volo l’occasione, per noi molto importante per lanciare messaggi chiari e comprensibili a tutti. E che la cosa funzionasse l’ho capito quando ho portato la Barbie a casa e l’ho mostrata a mia figlia di tre anni e lei l’ha guardata e ha detto che assomigliava alla mamma. Lei non ha il diabete di tipo 1 ma ogni giorno mi vede convivere con la malattia: per lei vedere la Barbie come la mamma è stato straordinario”.
La Società italiana diabete“La Barbie con diabete 1 rappresenta un segnale importante di inclusione, consapevolezza e normalizzazione della convivenza con il diabete di tipo 1, soprattutto nell’età pediatrica e adolescenziale – commenta Raffaella Buzzetti, presidente Sid, Società italiana diabetologia – questa iniziativa contribuisce a combattere lo stigma e a rafforzare l’identità di bambine e bambini che vivono ogni giorno con il diabete”.
Le altre Barbie con disabilitàLa Barbie con diabete 1 continua la tradizione Mattel verso l’inclusività. Nei più di 175 modelli diversi, infatti, ci sono Barbie con diverse tonalità di colore della pelle, Barbie con protesi acustiche, una Barbie non vedente con il suo cane, un’altra con una protesi a una gamba. Poi c’è una Barbie con la vitiligine, malattia che schiarisce la pelle in alcuni punti del corpo, spesso anche il viso e le mani. La Barbie con la sindrome di Down e la non vedente sono state le bambole che hanno avuto più successo in tutto il mondo nel 2024. E come non citare la Barbie con sedia a rotelle, uscita nel 1997, la cui sedia non riusciva a passare attraverso la porta della casa di Barbie, come lamentarono molti consumatori afflitti dallo stessa problema?
Lo specchio per i bambiniNon bisogna essere esperti psicologi per capire quanto delle bambole amate come le Barbie, con disabilità così evidenti e anche diffuse, possano aiutare sia i bambini che con le disabilità vivono ogni giorno, sia quelli che disabili non sono: se le bambole, come i libri per l’infanzia, sono specchi di quello che i bambini vedono, allora è bene che vedano che ci sono diversità, che vanno comprese, fin dai piccoli comportamenti di ogni giorno. Sian Jones, cofondatore del Toy Box Diversity Lab all’università scozzese Queen Margaret di Edinburgo, sostiene per esempio che quando i bambini giocano con bambole che hanno problemi di mobilità li aiuta a identificarsi e a capire le difficoltà di chi quelle difficoltà le vive davvero nella vita reale. "Quando la Barbie in sedia a rotelle non riusciva ad entrare in classe all’asilo, hanno dovuto costruire una rampa per permetterle di farlo”, ha specificato Jones, che vive con una paralisi cerebrale. Ma non solo: la fondazione americana spera anche che questa nuova Barbie serva a sbloccare i fondi per la ricerca sulla malattia, che scadono a settembre: anche loro potrebbero essere vittima dei tagli alla Sanità americana.
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