La narrazione falsata promossa dalla politica americana sui vaccini


Foto di Mathurin NAPOLY / matnapo su Unsplash
Cattivi scienziati
Uno studio pubblicato su "Vaccine" sulla sicurezza dei vaccini Covid ha preso posizione contro l'uso distorto che ne ha fatto il dipartimento della salute americano, che ha diffuso un documento in modo informale sugli effetti deleteri del vaccino sulle donne incinte. È il risultato della strategia Robert F. Kennedy Jr
Sullo stesso argomento:
«Hhs is misrepresenting our research. […] I do not recall our study having a cohort of pregnant women or including ‘placental blood clotting’ as an outcome. If you are the HHS, you probably should not rely on hallucinating Gen AI to write your communications». Con queste parole, pubblicate pubblicamente ieri, uno degli autori del più ampio studio globale sulla sicurezza dei vaccini Covid ha preso posizione in modo inequivocabile contro l’uso distorto e falso che il dipartimento della Salute e dei Servizi Umani (Hhs) ha fatto del suo lavoro. Lo studio in questione, pubblicato su *Vaccine*, ha coinvolto 99 milioni di soggetti in otto paesi e ha analizzato eventi avversi di particolare interesse come miocardite, pericardite, sindrome di Guillain-Barré. Non includeva donne in gravidanza, non trattava la placenta, non menzionava trombi placentari. Eppure, in un documento distribuito informalmente ai membri del Congresso statunitense, il cosiddetto “Faq HHS”, questo stesso studio veniva usato per affermare che “un ulteriore studio ha mostrato un aumento della coagulazione placentare in donne incinte vaccinate”. Una frase falsa in ogni sua parte, priva di base testuale, e usata come premessa per giustificare il ritiro della raccomandazione ufficiale alla vaccinazione in gravidanza.
L’uscita dell’autore è l’atto di accusa più netto mai rivolto contro questo documento, ma arriva dopo venti giorni di critiche crescenti da parte della comunità scientifica e delle principali organizzazioni mediche. L’American College of Obstetricians and Gynecologists lo aveva già bollato come un atto disinformativo, “disegnato per seminare dubbi”. I pediatri avevano contestato le affermazioni sulla miocardite nei giovani, mostrando come il rischio legato all’infezione da SARS-CoV-2 sia più alto di quello post-vaccinale. Gli esperti di sanità pubblica avevano espresso preoccupazione per l’uso selettivo di dati parziali o non pubblicati, mentre venivano ignorate le grandi coorti prospettiche, le meta-analisi, gli studi di sorveglianza attiva in Canada, Regno Unito, Israele, Norvegia, che mostrano sicurezza e benefici della vaccinazione anche in gravidanza e in età pediatrica. Persino i membri Cdc, seppur sotto pressione politica, avevano cercato inizialmente di prendere le distanze dalla diffusione del documento.
Ma è proprio questa la chiave: quel documento non nasce da un errore tecnico, nasce da una strategia politica. Una strategia costruita su una narrazione falsata, promossa da Robert F. Kennedy Jr. e dalla rete di suoi alleati che oggi si muovono all’interno delle istituzioni sanitarie americane. Kennedy non è un outsider: da mesi è riuscito a occupare posizioni cruciali in ambito regolatorio e consultivo, smantellando dall’interno le basi scientifiche delle politiche sanitarie. Il documento HHS ne è il frutto diretto. Non è un report, non è una linea guida ufficiale, ma un testo opaco, non firmato, che circola tra i parlamentari per giustificare una scelta già presa: togliere la raccomandazione alla vaccinazione in gravidanza, nel nome di una “libertà” fondata sulla menzogna. Il metodo è sempre lo stesso: si citano studi scientifici, ma li si travisa; si estrapolano dati grezzi, ignorando le correzioni per fattori confondenti; si dà spazio a preprint non validati, mentre si tacciono le evidenze consolidate. È un meccanismo rodato, affinato da anni di propaganda antivaccinista, che oggi si traveste da prudenza istituzionale. Il punto non è più discutere, ma sabotare: erodere il consenso attorno alla vaccinazione, spostare l’asse della comunicazione pubblica dal rigore alla paura.
Quello che sta accadendo è gravissimo, e l’indignazione dell’autore dello studio globale segna un punto di svolta. Chi diffonde falsità in un documento governativo, sapendo di farlo, ha oltrepassato la linea che separa l’errore dalla manipolazione. E chi promuove tale strategia, come Robert F. Kennedy Jr., non agisce per tutelare la salute pubblica, ma per distruggerla. Le sue parole, le sue scelte, i suoi complici nelle agenzie sanitarie stanno riscrivendo la realtà a colpi di omissioni e menzogne. Non sono più attivisti, sono sciacalli in giacca e cravatta, che usano le strutture dello Stato per legittimare le loro crociate personali contro la scienza. E quando si arriva a piegare il lavoro di ricercatori seri, a strumentalizzarlo contro le evidenze e contro l’interesse delle madri e dei bambini, allora il danno non è più solo simbolico. È un attacco diretto alla possibilità di decidere sulla base dei fatti, un sabotaggio deliberato del sapere come bene comune. Rispondere con forza, oggi, è un dovere morale. Sempre che l’esaurimento emotivo ce lo consenta.
Di più su questi argomenti:
ilmanifesto