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Tumore al seno metastatico: sopravvivenza aumentata del 33% negli ultimi 10 anni

Tumore al seno metastatico: sopravvivenza aumentata del 33% negli ultimi 10 anni

“Abbiamo dimostrato che il progresso [nel tumore al seno metastatico] è possibile”. A parlare è Fatima Cardoso, presidente dell'ABC Global Alliance (un’organizzazione internazionale nata proprio con l’obiettivo di migliorare l’aspettativa di vita e la qualità di vita delle persone con tumore al seno metastatico), in occasione dell’ABC8, l’ottava Advanced Breast Cancer International Consensus Conference (che si tiene ogni due anni a Lisbona), dove è stato appena presentato l’ABC Global Decade Report 2015–2025, il secondo rapporto mondiale che fa il punto sugli avanzamenti raggiunti nello scorso decennio.

Sopravvivenza media aumentata del 33%

Come il precedente (2005-2015), si tratta di un corposo documento che fa il punto su come siano cambiate la gestione e la cura della malattia avanzata in tutto il mondo, che può essere riassunto in qualche dato significativo. Prima di tutto, la percentuale di donne che sono in vita a distanza di 5 anni dalla diagnosi di tumore metastatica è passata dal 26% di dieci anni fa al 33%. Per chi ha un tipo di tumore Her2 positivo (circa il 20% delle pazienti), la sopravvivenza mediana supera i 50 mesi in alcune regioni, il che significa che la metà delle pazienti vive più (a volte molto di più) di questo tempo. Insomma, l’idea che la diagnosi sia una rapida condanna a morte e che il denaro speso per curarlo sia uno spreco non ha più fondamenta. Inoltre, è importante sottolineare che si tratta di medie mondiali, che tengono conto quindi di nazioni molto diverse: la forbice, quindi, si allarga, nel bene e nel male.

Gli altri traguardi raggiunti

Al di là dei numeri sulla sopravvivenza, però, ci sono altri traguardi importanti: le prime linee guida internazionale sul carcinoma mammario avanzato sono state integrate nella pratica clinica in diversi Paesi; in altri, come Australia e Irlanda del Nord, abbiamo le prime stime affidabili del numero di persone che convivono con la malattia avanzata; in altri ancora, si discute a livello politico di qualità della vita, stigma, diritti sul posto di lavoro e supporto psicologico. “Questo rapporto - dice Cardoso - mostra a cosa può portare un decennio di azione collettiva, dimostrando che gli avanzamenti non sono teorici, cambiano le vite.

Le sfide ancora aperte

Eppure, il progresso non è sinonimo di equità. La nostra sfida e il nostro impegno sono ora colmare le lacune nell'assistenza all'interno e tra i Paesi”. Qualche esempio: per il tipo di tumore al seno chiamato triplo negativo, la sopravvivenza mediana globale è aumentata di meno di tre mesi nell'ultimo decennio, attestandosi a soli 13 mesi; il primo farmaco a bersaglio molecolare, trastuzumab, è oggi disponibile solo nel 51% dei paesi a basso e medio reddito, rispetto al 93% dei paesi ad alto reddito; oltre la metà dei pazienti (55%) dichiara di non aver mai ricevuto servizi di supporto dal centro di cura; nessun Paese ha implementato efficacemente un quadro giuridico completo per tutelare pienamente i diritti lavorativi di pazienti e caregiver.

Due indagini su pazienti e sanitari

Il report si basa anche su due grandi survey internazionali condotte nel 2024, che hanno coinvolto 1.254 pazienti di 59 nazioni e 461 sanitari di 78 Paesi. Se il 79% dei malati dichiara un impatto della malattia sul benessere psicologico ed emotivo, solo il 53% dei clinici riporta l’esistenza di un servizio di supporto psico-oncologico regolare. Quasi 8 pazienti su 10, inoltre, non hanno mai partecipato a uno studio clinico, e sei su 10 denunciano tossicità finanziaria delle cure. Per quanto riguarda lo stigma associato alla malattia, metà riporta di non sentirsi compresa e di vivere una situazione di isolamento sociale che si ripercuote sulla qualità di vita. Nel 73% dei casi, infine, si denuncia l’impatto sulla possibilità di tornare a lavorare.

Gli obiettivi dei prossimi 10 anni

Per questo, insieme al documento, è stata pubblicata anche la ABC Global Charter 2025–2035, che definisce un nuovo percorso per i prossimi 10 anni per promuovere un progresso equo. Gli obiettivi fissati sono:

  1. Raddoppiare la sopravvivenza mediana
  2. Ottimizzare le cure attraverso la raccolta di dati di alta qualità
  3. Migliorare la qualità di vita
  4. Assicurare la gestione multidisciplinare, in accordo che le linee guida
  5. Migliorare la comunicazione medico-paziente e con i caregiver
  6. Colmare il bisogno di informazioni dei pazienti
  7. Assicurare l’accesso a servizi di supporto centrati sul paziente
  8. Ridurre lo stigma e l’isolamento migliorando la conoscenza della malattia
  9. Migliorare l’accesso alle cure, indipendentemente dallo status economico
  10. Aumentare i diritti, compreso la tutela del posto di lavoro

Entrambi - rapporto e Carta - sono stati pubblicati contemporaneamente il 6 novembre su The Breast.

Lo studio sui dati del “mondo reale”, negli Usa

Ritornando sul tema della sopravvivenza, vale la pena citare anche un altro studio, condotto solo negli Stati Uniti ma su 60 mila donne metastatiche, e presentato sempre all’ABC8 di Lisbona. Riporta dati dalla pratica clinica (non quindi da trial), comparando la sopravvivenza mediana tra le pazienti che hanno cominciato il trattamento tra il 2011 e il 2013 e quelle che lo hanno cominciato tra il 2020 e il 2022. Ebbene, tra quelle con tumore sia ormono-responsivo sia Her2 positivo (HR+/Her2+), la sopravvivenza mediana è passata da 42 mesi a 53,1; nella pazienti con tumori solo Her2 positivi (ma HR-) si è passati da 33,4 mesi a 52 mesi; per le pazienti con tumori solo ormono-responsivi (HR+/Her2-) il miglioramento è stato più limitato: da 31,7 a 39,2 mesi. Anche in questo studio, però, nei tumori triplo negativi la sopravvivenza mediana è passata da 11,2 a soli 13,2 mesi.

Ma c’è una nota di forte speranza per il futuro, dal momento che sono state sviluppate e approvate alcune nuove terapie, come le immunoterapie, gli inibitori di PARP e gli anticorpi farmaco-coniugati. “Questo studio suggerisce che alcuni dei nuovi farmaci sono efficaci anche nel 'mondo reale', con importanti miglioramenti nella sopravvivenza - ha commentato Cardoso - I miglioramenti nella sopravvivenza osservati in questo studio saranno probabilmente simili in altri paesi ad alto reddito, dove sono disponibili terapie innovative. Tuttavia, un ostacolo importante è il costo di tutti questi agenti, che li rende inaccessibili a molti pazienti in tutto il mondo. Purtroppo - conclude - il nuovo ABC Global Decade Report 2015-2025 mostra che le disuguaglianze, tra i paesi e all'interno dei paesi, sono aumentate nell'ultimo decennio”.

La Repubblica

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