Seleziona la lingua

Italian

Down Icon

Seleziona Paese

Italy

Down Icon

Tumore della prostata, cambia la terapia per diminuire il rischio di metastasi

Tumore della prostata, cambia la terapia per diminuire il rischio di metastasi

La diagnosi precoce di un tumore alla prostata permette di intervenire chirurgicamente in maniera definitiva. Un’operazione che nella maggior parte dei casi è sufficiente per la guarigione, ma che nel 20-40% dei casi purtroppo non frena lo sviluppo di quella che viene definita recidiva biochimica (Bcr). Una condizione che nel 90% dei casi porta a malattia metastatica. Un percorso che può essere intercettato grazie alla misurazione del Psa, che sale rapidamente a indicare l’aumento del rischio del ritorno del tumore. Per cercare di rallentare l’arrivo della malattia avanzata è ora disponibile in Italia una nuova opzione, enzalutamide, molecola già ampiamente usata nel in tutte le fasi di trattamento del carcinoma prostatico avanzato e metastatico, sensibile o resistente alla castrazione.

Una nuova indicazione

La novità è quindi che l’utilizzo di enzalutamide viene spostato, ampliandolo, anche al paziente non metastatico ormono-sensibile, dove non è stato sufficiente il trattamento con la chirurgia o la radioterapia e che manifesta una recidiva biochimica ad alto rischio, segnalata dal Psa che sale rapidamente, segnale precoce di un ritorno di malattia ad alto rischio di metastasi. “Enzalutamide si è dimostrato efficace proprio in questo setting di pazienti che altrimenti venivano curati solo con la terapia ormonale. Enzalutamide, in monoterapia o in associazione con terapia di deprivazione androgenica, cambia il paradigma terapeutico per quei pazienti che hanno una elevata probabilità di progressione dopo la cura iniziale e apre la strada ad una nuova prospettiva terapeutica con solide evidenze che offre un trattamento efficace ai pazienti con recidiva dopo l’intervento chirurgico non suscettibili di radioterapia postoperatoria, a quelli che sono andati in progressione dopo radioterapia postoperatoria e a quelli con recidiva post radioterapia esclusiva”, spiega Stefano Arcangeli, Professore Associato di Radioterapia, Università di Milano Bicocca e Direttore SC Radioterapia, Fondazione Irccs San Gerardo dei Tintori, Monza.

I risultati di efficacia

Enzalutamide è un farmaco anti-androgeno di nuova generazione che agisce sulle cellule tumorali del carcinoma prostatico bloccando i recettori degli ormoni androgeni. “Nello studio Embark enzalutamide, in monoterapia o in associazione con terapia di deprivazione androgenica, ha dimostrato di prolungare la sopravvivenza libera dalla comparsa di metastasi nei pazienti con carcinoma prostatico operato o radiotrattato che presentano un innalzamento rapido del Psa”, afferma Ugo De Giorgi, Professore Associato di Oncologia Medica Unisalento e Direttore SC Oncologia Universitaria Ospedale Fazzi, Lecce. “Il farmaco rallenta la progressione del tumore, riducendo il rischio di comparsa delle metastasi e prolungando il tempo alla progressione dei livelli di Psa. Inoltre, l’uso di enzalutamide è associato a una stazionarietà o un miglioramento della qualità di vita legata alla salute”.

La Repubblica

La Repubblica

Notizie simili

Tutte le notizie
Animated ArrowAnimated ArrowAnimated Arrow