Streaming musicale, crescita record per l’Europa e per l’Italia

Stoccolma - Dalla Svezia arrivano buone notizie per il mercato musicale europeo e per quello italiano: il colosso dello streaming Spotify ha appena reso noti i nuovi dati del suo report Loud & Clear relativi al Vecchio Continente, e questi parlano di un settore in grande crescita in termini di utenti premium, di remunerazioni per gli artisti e di visibilità a livello globale per i protagonisti della scena musicale europea.
Se ne è parlato a Stoccolma nel quartier generale della tech company durante Open House 2025, una due giorni di incontri tra il management global e un ristretto numero di giornalisti; un evento che Spotify organizza ogni anno per raccontare lo stato dell’arte del settore insieme con la sua visione e le sue strategie.
«L'industria musicale è tornata a crescere trascinata dal successo dei servizi di streaming, e noi siamo responsabili di circa un terzo delle entrate globali generate da tutti i player del settore», spiega Brian Johnson, Head of Artists and Industry Partnerships di Spotify. Su 678 milioni di utenti totali, «oggi abbiamo 268 milioni di utenti Premium, e di questi ben 100 milioni sono in Europa», aggiunge.
In questo contesto di crescita, nel 2024 si delinea una scena musicale online piuttosto vivace dove gli artisti europei hanno guadagnato visibilità e ascolti venendo “scoperti” (ovvero messi in evidenza attraverso i vari meccanismi della piattaforma) quasi 28 miliardi di volte su Spotify, con oltre 52mila talenti dell'UE aggiunti alle playlist editoriali nel 2024, in aumento del 4% rispetto al 2023.
E con l’aumento degli ascolti, sono aumentate le royalty: sempre l’anno scorso, gli artisti europei ne hanno generate per 1,7 miliardi di euro solo da Spotify. Più nel dettaglio, nel 2024 sono oltre 17mila gli artisti europei che hanno superato la soglia dei 10.000 euro di guadagni dalla piattaforma, con un aumento del 15% su base annua, incassando quasi il doppio rispetto al 2020 e oltre il triplo rispetto al 2017. Un segnale, secondo Johnson, che "sempre più artisti emergenti sono in grado di creare una carriera più sostenibile grazie allo streaming".
Un trend di crescita che si conferma anche per gli artisti italiani, che secondo il report di Spotify vedono aumentare ascolti e introiti sia in Italia che all’estero. Stando ai dati presentati a Stoccolma, infatti, le royalty generate dagli artisti italiani su Spotify nel 2024 sono più che triplicate dal 2019 al 2024, avvicinandosi ai 150 milioni di euro e registrando un incremento di quasi il 20% solo nel 2024. Il tutto nell’anno in cui Spotify ha distribuito all’industria musicale globale la cifra record di 10 miliardi di dollari, raggiungendo quasi 60 miliardi complessivi da quando la piattaforma esiste.
Altra cosa interessante è che circa il 50% di tutte le royalty generate dagli artisti italiani su Spotify nel 2024 proviene da ascoltatori al di fuori dell’Italia. Merito delle playlist, particolarmente efficaci nel veicolare la musica all’estero e ampliare il pubblico per esempio negli Stati Uniti, dove quelle che includono artisti italiani sono oltre 130 milioni, addirittura più che in Italia stessa.
Dai dati forniti dall'azienda svedese emerge poi anche che lo streaming favorisce la diversità linguistica nel mercato, superando il tradizionale dominio della lingua inglese: più della metà delle royalty generate da artisti europei (il 57%) proviene infatti da brani cantati in lingue diverse dall'inglese, con spagnolo, tedesco, francese e italiano tra le 10 più performanti. Un'inversione di tendenza rispetto al passato, quando cantare in inglese per ottenere successo internazionale era quasi un obbligo, e che trova conferma anche nel successo che gli artisti europei stanno ottenendo in mercati anche molto distanti dal loro: «Nel 2024 negli Stati Uniti 830 milioni di playlist generate dagli utenti hanno integrato artisti europei - conferma infatti Brian Johnson - seguiti dal Messico, che ha integrato più di 180 artisti europei in 183 milioni di playlist, e dal Brasile dove si è trattato di quasi 148 milioni di playlist». Un risultato che forse sarebbe stato impossibile senza una piattaforma tecnologica disponibile su scala globale (ed europea) come Spotify.
La Repubblica