Zelensky e la scommessa da 200 milioni che ha incendiato Polymarket


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Cose dai nostri schermi
Un outfit nero senza cravatta ha scatenato il caos tra gli utenti della piattaforma di scommesse. La presunta eleganza del presidente ucraino diventa il simbolo delle ambiguità del mondo decentralizzato
Lo scorso 25 giugno, durante un incontro con i leader della Nato, tutti gli occhi erano su Volodymyr Zelensky, e non solo per l’incontro con Donald Trump sul futuro degli aiuti statunitensi all’Ucraina. Un manipolo di persone, online, seguirono l’arrivo del presidente ucraino tenendo d’occhio un aspetto in particolare: il suo abbigliamento.
Da alcune settimane, infatti, su Polymarket, una piattaforma dove si scommette con criptovalute su eventi futuri, in molti avevano cominciato a puntare su una questione poco politica: Zelensky avrebbe indossato un completo elegante entro il luglio del 2025? In quelle settimane, il mercato legato a questa possibilità, costituito da tutte le scommesse fatte su questo singolo punto, aveva superato in tutto i 200 milioni di dollari.
Poi Zelenksy è arrivato e, effettivamente, era vestito elegante, quanto meno per gli standard del presidente ucraino che, a partire dall’invasione russa, ha scelto di indossare abiti militari come forma di solidarietà con le forze armate e il suo popolo. Il suo look fa da tempo innervosire un pezzo di destra populista, come nell’incidente di pochi mesi fa, quando Zelenksy fu aggredito verbalmente da Trump e il suo vice JD Vance, alla Casa Bianca, proprio perché si era presentato con abiti militari.
Questa volta, però, le cose erano andate diversamente: Zelenksy aveva un completo tutto nero, senza cravatta, non il tradizionale verde militare. La scommessa, insomma, sembrava finita: chi aveva puntato sul “Sì” aveva vinto, gli altri no. Ma le cose non sono sempre così semplici e presto alcuni utenti cominciarono a contestare l’esito del tutto: anche se i media avevano titolato “Zelensky indossa un completo”, era evidente che non fosse proprio vestito da grande cerimonia. Giacca nera su camicia nera, senza cravatta. Insmma, non proprio un “completo”.
Ci rendiamo conto di quanto secondario sia questo argomento rispetto a tutto quello che succede nel mondo di questi tempi, ma la débâcle di Polymarket sulla presunta eleganza di Zelenksy è una storia densissima, un carotaggio profondo del nostro mondo, quindi vale la pena raccontarla.
Perché Polymarket non è solo un sito di scommesse: ha anche un sistema di regole pensato per evitare abusi ed evitare incidenti e perdite economiche in situazioni poco chiare e confuse. Prima che il mercato legato a una previsione venga chiuso, ad esempio, gli utenti hanno due ore di tempo per aprire una contestazione e chiedere la revisione dell’esito di una certa scommessa, versando una cauzione di 750 dollari. Se questo avviene, la decisione passa a The Oracle, l’oracolo, cioè una piattaforma decentralizzata indipendente da Polymarket, chiamata Universal Market Access (UMA).
UMA ha il compito di risolvere dispute simili attraverso un voto a cui possono partecipare i possessori di un determinato token, o gettone, che è coniato dalla piattaforma stessa. Come spesso avviene nel settore delle criptovalute, però, questi sistemi decentralizzati lo sono solo a parole: spesso sono fortemente influenzati da utenti che possiedono grandi quantità di token e hanno quindi un’importanza maggiore degli altri. Questi utenti vengono anche detti whales, ovvero balene.
Ebbene, il 95% dei token di UMA è in mano alle suddette balene. Le quali, in questo caso, hanno deciso che no, il completo di Zelensky non era davvero un completo, e quindi chi aveva puntato sul “Sì” non aveva vinto.
Apriti cielo. Su X, Reddit e Discord molti utenti si sono lamentati, hanno accusato Polymarket e UMA di manipolazione dell’esito, e ora si stanno organizzando per denunciare la piattaforma e ottenere un esito diverso.
Più che un’anomalia, però, la vicenda è parte di un trend più ampio. I cosiddetti prediction market sono cresciuti molto in questi anni, grazie anche alla combinazione tra blockchain, strumenti finanziari speculativi e una cultura digitale sempre più ossessionata dal rischio e dal guadagno.
È una cultura, quella del betting selvaggio, che ha nel calcio e nello sport in generale le sue manifestazioni più dirette: ci sono dieci cavalli e si cerca di puntare su quello vincente. L’importanza crescente delle criptovalute, che ormai sono state adottate da istituzioni finanziarie dell’ancien regime, ha però insegnato che i guadagni improvvisi e assurdi sulla base di una singola puntata possono fare la differenza. E c’è chi insegue quel brivido in tutto: finanza, politica, calcio, chi vincerà Sanremo, come si vestirà quel politico.
La vicenda dimostra anche quanto la decentralizzazione promessa dal mondo crypto non sia sinonimo di tutela e “trasparenza”. Al resto ci pensano i social media e le loro meccaniche, in cui è di fatto impossibile trovare una versione dei fatti singola, per tutti. Universale. Non succede più: né nella politica, e lo sapevamo da tempo, né, e questa è una novità, quando si tratta di capire com’è vestita una persona.
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