Da L’Aquila al Gargano: le tappe del Cammino della Pace


Il Cammino della Pace è un itinerario che attraversa l’Italia centrale e meridionale sulle orme di santi, pellegrini, monaci e pastori. Parte dalla basilica di Santa Maria di Collemaggio, nel cuore dell’Aquila, e giunge fino alla sacra grotta di Monte Sant’Angelo, seguendo sentieri montani, tratturi millenari, borghi medievali e santuari incastonati nella roccia. Un viaggio che unisce tre regioni — Abruzzo, Molise e Puglia — attraversando paesaggi naturali di straordinaria bellezza e luoghi carichi di spiritualità e memoria.
Lungo il cammino si incontrano eremi silenziosi, abbazie benedettine, conventi francescani e tracce di transumanze antiche. Ma soprattutto, si cammina per ritrovare senso, equilibrio e riconciliazione: con sé stessi, con gli altri, con la terra. Il nome non è casuale — la pace è la meta e il cammino insieme.
La storia del CamminoIl Cammino della Pace nasce come sintesi tra le rotte del pellegrinaggio religioso e la memoria civile del Centro-Sud italiano. Le sue radici affondano nel Medioevo, quando il tratturo era il solco lasciato dal passaggio dei pastori transumanti e dei pellegrini diretti verso Monte Sant’Angelo, importante meta micaelica frequentata già dal VI secolo. Su questi stessi percorsi camminarono anche frati, santi e penitenti attratti dai luoghi di culto come la basilica di Collemaggio, il santuario di San Giovanni in Venere, gli eremi della Maiella o l’abbazia di San Clemente a Casauria.
Ma è anche un cammino che intreccia la storia della resistenza e della pace. Passa da zone segnate dai drammi del Novecento, da monasteri che accolsero sfollati e partigiani, e da santuari dove la fede si fece rifugio e denuncia. È proprio da questo intreccio di spiritualità e memoria che nasce il nome del cammino: un invito a percorrere l’Italia interna non solo per devozione, ma per ricostruire legami, onorare la memoria e praticare la pace, tappa dopo tappa, passo dopo passo.
Le tappe del CamminoIl Cammino della Pace si snoda lungo oltre 600 chilometri di sentieri, tratturi e strade secondarie, attraversando paesaggi montani, borghi arroccati, valli silenziose e tratti costieri dal fascino incontaminato. Ogni tappa rappresenta un piccolo viaggio a sé, un’occasione per immergersi nella natura, scoprire storie locali, visitare luoghi di culto e sostare in centri ricchi di accoglienza e tradizioni.
Il percorso è suddiviso in 29 tappe principali, cui si aggiungono alcune varianti montane per chi desidera un’esperienza più immersiva e fisicamente impegnativa:
- Tappa 1 – da L’Aquila a Villa Sant’Angelo (18,9 km, 152 m D+, 260 m D-): dal Collemaggio si segue l’Aterno, passando per Monticchio, Fossa e Sant’Eusanio Forconese fino a Villa Sant’Angelo.
- Tappa 2 – da Villa Sant’Angelo a Prata d’Ansidonia (14 km, 475 m D+, 236 m D-): si attraversa la valle fino a San Demetrio, poi lungo il Tratturo Magno si raggiunge Peltuinum e infine Prata.
- Tappa 3 – da Prata d’Ansidonia a Caporciano (10,3 km, 440 m D+, 447 m D-): via Tussio si sale a San Michele e al castello di Bominaco, quindi si scende al complesso benedettino e a Caporciano.
- Tappa 4 – da Caporciano a Navelli (10,2 km, 144 m D+, 278 m D-): si scende alla piana fino a Cintorelli, poi si prosegue per Civitaretenga e Santa Maria in Cerulis fino a Navelli.
- Tappa 5 – da Navelli a Bussi sul Tirino (20,3 km, 352 m D+, 693 m D-): si scende nella valle di Capestrano, si attraversa il borgo, poi lungo il Tirino fino a San Pietro ad Oratorium e Bussi.
- Tappa 6 – da Bussi sul Tirino a San Clemente a Casauria (17,9 km, 709 m D+, 853 m D-): salita su Tratturo Centurelle-Montesecco, poi discesa verso Pescosansonesco, Castiglione a Casauria, Torre de’ Passeri e infine all’abbazia.
- Tappa 7 – da San Clemente a Casauria a Salle (15,9 km, 775 m D+, 498 m D-): si passa per Bolognano, Musellaro e la chiesa di San Tommaso Becket, scendendo infine a Salle.
- Tappa 8 – da Salle a Caramanico Terme (10,2 km, 460 m D+, 315 m D-): salita a Salle Vecchio, discesa al fiume Orta e risalita fino al Centro Visite del Parco.
- Tappa 9 – da Caramanico Terme a Roccamorice (14,4 km, 738 m D+, 830 m D-): si scende nella Valle dell’Orfento, si sale a Decontra, si attraversa l’altopiano e si arriva alla chiesa di San Bartolomeo e Roccamorice.
- Tappa 9 (Variante Montana) – da Caramanico Terme a Santo Spirito a Maiella (14,4 km, 1150 m D+, 614 m D-): si scende nella Valle dell’Orfento e si risale fino a Decontra (tratto comune alla tappa 9), poi si continua in salita tra pascoli e faggete fino all’abbazia rupestre di Santo Spirito a Maiella.
- Tappa 10 – da Roccamorice a Serramonacesca (17,2 km, 825 m D+, 1049 m D-): salita e discesa nel vallone dell’Angelo, attraversamento dei pascoli della Maiella e dei boschi fino a Serramonacesca.
- Tappa 10 (Variante Montana) – da Santo Spirito a Maiella a Rifugio B. Di Marco (10 km, 1173 m D+, 585 m D-): breve discesa al torrente, poi salita impegnativa nel bosco fino a Piana Grande, discesa all’eremo rupestre di San Giovanni all’Orfento e risalita tra pascoli fino al Rifugio B. Di Marco.
- Tappa 11 – da Serramonacesca a Roccamontepiano (10 km, 621 m D+, 458 m D-): salita a San Liberatore, Torre di Polegro e Montepiano, poi discesa al convento e a Roccamontepiano.
- Tappa 11 (Variante Montana) – da Rifugio B. Di Marco a Guardiagrele (16,4 km, 566 m D+, 1742 m D-): attraversamento del Prato della Maiella e lunga discesa nella valle di Guardiagrele, passando per Fonte Carlese, il Campanaro, Valle delle Monache, la Cascata San Giovanni, Bocca di Valle, Comino e San Donato.
- Tappa 12 – da Roccamontepiano a Guardiagrele (17,8 km, 800 m D+, 690 m D-): si toccano i ruderi di San Pietro, Pretoro, la Grotta del Colle e Santa Lucia, con arrivo a Guardiagrele.
- Tappa 13 – da Guardiagrele a Orsogna (14 km, 406 m D+, 549 m D-): si scende a Piana San Bartolomeo, si passa per Piano Venna, Filetto e il convento dell’Annunziata fino a Orsogna.
- Tappa 14 – da Orsogna a Lanciano (11,5 km, 423 m D+, 584 m D-): discesa al torrente Moro, poi su e giù fino a Santa Maria dei Mesi, si entra a Lanciano dal Santuario del Miracolo.
- Tappa 15 – da Lanciano a San Giovanni in Venere (13,4 km, 345 m D+, 508 m D-): si supera Rocca San Giovanni e si conclude all’abbazia di San Giovanni in Venere.
- Tappa 16 – da San Giovanni in Venere a Trabocco Le Morge (13,1 km, 365 m D+, 470 m D-): si costeggia l’Adriatico, si attraversa la riserva della Lecceta e si arriva al trabocco.
- Tappa 17 – da Trabocco Le Morge a Casalbordino (13,6 km, 368 m D+, 179 m D-): si segue la costa fino al Lido, poi si sale al Santuario della Madonna dei Miracoli e a Casalbordino.
- Tappa 18 – da Casalbordino a Monteodorisio (15 km, 465 m D+, 353 m D-): si passa per Pollutri e il Sinello, salendo poi fino al santuario della Madonna delle Grazie.
- Tappa 19 – da Monteodorisio a Lentella (14,8 km, 570 m D+, 498 m D-): si attraversa Cupello, si segue il fiume Treste e si sale fino a Lentella.
- Tappa 20 – da Lentella a Montenero di Bisaccia (12,8 km, 333 m D+, 448 m D-): discesa verso il Trigno e risalita impegnativa fino al centro di Montenero.
- Tappa 21 – da Montenero di Bisaccia a Guglionesi (15,9 km, 549 m D+, 445 m D-): si visita il santuario e la Grotta della Madonna di Bisaccia, poi si sale fino a Guglionesi.
- Tappa 22 – da Guglionesi a Madonna Grande (17,9 km, 337 m D+, 630 m D-): discesa al Biferno, attraversamento di Portocannone e San Martino, fino al santuario di Nuova Cliternia.
- Tappa 23 – da Madonna Grande a Serracapriola (19 km, 458 m D+, 270 m D-): si segue il Tratturo Magno fino al torrente Saccione, poi in salita fino a Serracapriola.
- Tappa 24 – da Serracapriola a San Paolo di Civitate (15,5 km, 287 m D+, 368 m D-): discesa al Fortore e risalita all’altopiano di San Paolo di Civitate.
- Tappa 25 – da San Paolo di Civitate a Apricena (via Apricena) (18,4 km, 122 m D+, 230 m D-): si oltrepassa la cappella della Madonna di Belmonte e si arriva attraversando campi coltivati.
- Tappa 26 – da Apricena a Santa Maria di Stignano (16,2 km, 324 m D+, 131 m D-): si percorre la campagna fino alla stazione di San Marco in Lamis, poi si sale al santuario.
- Tappa 25 – da San Paolo di Civitate a San Severo (via San Severo) (13,5 km, 98 m D+, 196 m D-): percorso pianeggiante tra campi coltivati fino al centro abitato di San Severo.
- Tappa 26 – da San Severo a Santa Maria di Stignano (19,8 km, 320 m D+, 143 m D-): su ferrovia dismessa e poi in salita verso il santuario sul Gargano.
- Tappa 27 – da Santa Maria di Stignano a San Matteo (11,9 km, 740 m D+, 298 m D-): salita sul promontorio tra eremi e romitori, discesa al convento di San Matteo.
- Tappa 28 – da San Matteo a San Giovanni Rotondo (10 km, 464 m D+, 597 m D-): salita panoramica sul Gargano e discesa verso i santuari di Padre Pio.
- Tappa 29 – da San Giovanni Rotondo a Monte Sant’Angelo (22,4 km, 690 m D+, 452 m D-): lunga salita verso la cima del Gargano, conclusione alla Grotta di San Michele Arcangelo.
I luoghi imperdibili
Il Cammino attraversa un territorio ricchissimo di storia, natura e spiritualità, offrendo al viandante una straordinaria varietà di luoghi di interesse. Si parte da L’Aquila, con la maestosa basilica di Santa Maria di Collemaggio, e si segue il corso del fiume Aterno tra necropoli italiche, come quella di Fossa, e resti archeologici come l’antica Peltuinum, città vestina poi romanizzata.
Si incontrano borghi medievali intatti come Bominaco, con il suo straordinario complesso benedettino, e Capestrano, dominato dal castello Piccolomini e celebre per il celebre Guerriero rinvenuto nelle sue necropoli. Il percorso costeggia il fiume Tirino, uno dei più limpidi d’Europa, e tocca luoghi sacri come l’abbazia di San Clemente a Casauria, gioiello del romanico abruzzese.
Entrando nel Parco Nazionale della Maiella, il paesaggio si fa montano e mistico: tra le faggete e i pascoli d’alta quota si trovano eremi rupestri come San Bartolomeo in Legio, Sant’Onofrio e San Giovanni all’Orfento, mete di meditazione per eremiti e santi. Le città di Guardiagrele, Lanciano e San Giovanni Rotondo arricchiscono il cammino con il loro patrimonio artistico e religioso, legato in particolare alla figura di Padre Pio.
Il cammino culmina a Monte Sant’Angelo, con il celebre santuario micaelico scavato nella roccia, punto di arrivo carico di suggestione per chi ha attraversato gli Appennini fino al promontorio del Gargano. Tra vestigia romane, santuari, abbazie e paesaggi naturali incontaminati, ogni tappa è un invito alla scoperta e alla contemplazione.
Cosa sapere prima di intraprendere il CamminoPer affrontare il cammino in sicurezza e con consapevolezza, è utile conoscere in anticipo alcune indicazioni pratiche su equipaggiamento, gestione dell’acqua e logistica:
- Il cammino presenta tratti pianeggianti e salite impegnative, in particolare nella zona della Maiella e del Gargano: è consigliata una buona preparazione fisica.
- È utile suddividere le tappe in base alle proprie capacità e inserire eventuali giornate di riposo nei centri principali (es. L’Aquila, Caramanico, Lanciano, San Giovanni Rotondo).
- L’equipaggiamento consigliato include: scarponcini da trekking, bastoncini, zaino leggero ed ergonomico, abbigliamento a strati, mantella antipioggia, cappello, occhiali da sole e crema solare.
- È importante portare con sé la traccia GPS ufficiale del cammino. In alcune zone i segnali sono assenti o poco visibili; una mappa cartacea può essere utile in caso di necessità.
- Portare almeno 1,5–2 litri d’acqua al giorno, soprattutto nelle tappe più isolate e in quota.
- Le fonti d’acqua si trovano nei borghi attraversati (fontane pubbliche, bar, negozi), lungo il fiume Tirino, nel Parco della Maiella (es. Fonte Carlese) e in alcuni eremi.
- Nei tratti più impegnativi (es. tra Santo Spirito a Maiella e Rifugio Di Marco), non ci sono punti di rifornimento: è essenziale partire ben equipaggiati.
- Le strutture ricettive variano tra ostelli, B&B, rifugi e ospitalità religiosa. In alta stagione è consigliata la prenotazione, soprattutto nelle località più piccole.
Il cammino attraversa territori dall’identità gastronomica forte e variegata, dove le ricette della tradizione si intrecciano con la ruralità e la montagna. In Abruzzo, tra L’Aquila, la valle dell’Aterno e la Maiella, spiccano piatti come gli arrosticini di pecora, cotti alla brace e serviti con pane e olio, le sagne e ceci, pasta fatta a mano con legumi, e le pallotte cace e ove, polpette fritte a base di formaggio e uova in sugo di pomodoro.
Tra i primi piatti si distinguono anche i maccheroni alla chitarra, spesso conditi con sughi di carne d’agnello. Nei borghi della Maiella e del chietino si trovano minestre rustiche, formaggi a latte crudo, pane cotto con erbe spontanee e zuppe contadine. Avvicinandosi al Molise, il gusto si fa ancora più robusto: è qui che si incontra la ventricina, salume saporito e speziato, protagonista di panini e antipasti, e si riscoprono piatti come la pezzata (carne di pecora bollita con verdure), i cavatelli con sugo di carne e i dolci secchi come i mostaccioli.
Infine, nella parte garganica della Puglia, la cucina si apre a influenze mediterranee: orecchiette, panzerotti, verdure ripiene, latticini freschi come la ricotta forte o la burrata, fino ai profumi del mare che iniziano ad affacciarsi nei pressi del litorale. A ogni tappa, sapori semplici e intensi raccontano storie antiche, da assaporare con lentezza, proprio come il cammino.
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