Guerra narrativa sul rapporto UdeG: colpa dello Stato o del governo federale?

Il rapporto dell'UdeG, che dichiarava un "fallimento" nella sicurezza a Jalisco, ha scatenato una vera e propria bomba politica. Le fazioni politiche hanno immediatamente scatenato una guerra narrativa, con accuse tra il governo statale e quello federale sulla responsabilità della crisi.
Lungi dal provocare una riflessione unitaria e un appello ad agire congiuntamente, il devastante rapporto sulla sicurezza dell'Università di Guadalajara (UdeG) ha aperto una nuova frattura nel già polarizzato panorama politico di Jalisco e del Messico. La diagnosi di "fallimento" è servita da munizione per una guerra di accuse, in cui la questione centrale non è più come risolvere la crisi, ma chi ne è responsabile.
La prima linea di argomentazione, supportata dalle conclusioni dirette del rapporto UdeG, punta direttamente al governo di Jalisco. Esperti universitari, come il dott. Marcos Pablo Moloeznik Grüer, sono stati chiari nel sottolineare "l'assenza di politiche e strategie" a livello locale, descrivendo uno Stato che opera "in modalità automatica".
Questa narrazione sostiene che, a prescindere dai fattori federali, l'amministrazione statale ha fallito nel suo dovere primario di progettare e attuare un piano coerente per proteggere i propri cittadini. Critiche vengono mosse alla mancanza di un modello di polizia definito, all'assenza di politiche di prevenzione e all'incapacità di frenare la diffusione della criminalità organizzata all'interno dei confini di Jalisco.
"A Jalisco mancano politiche e strategie: viviamo in uno stato di inerzia, dove lo Stato è in modalità automatica, senza alcuna strategia per garantire livelli minimi di sicurezza." – Dott. Marcos Pablo Moloeznik Grüer, UdeG.
Quasi immediatamente, è emersa una contro-narrativa da parte dell'opposizione al governo federale. Il senatore del PAN Francisco Ramírez Acuña è stato uno dei primi a reagire, affermando che la crisi di sicurezza a Jalisco non è un fenomeno isolato, ma un riflesso diretto del "fallimento della strategia federale".
Questa posizione sostiene che la politica del governo Morena, basata sugli "abbracci, non sui proiettili", abbia creato un clima di impunità a livello nazionale, rendendo impossibile per qualsiasi stato, da solo, contenere la violenza dei cartelli. Secondo questa visione, la responsabilità principale ricade sul governo della Repubblica per la sua "incapacità" e le sue "omissioni" nel perseguire criminali di alto impatto.
"Credo che 'abbracci, non proiettili' sia già una crisi oggi. Credo che questo dimostri l'incapacità del governo federale, il governo Morena, di perseguire penalmente i criminali del Paese per sette anni." – Senatore Francisco Ramírez Acuña.
Mentre infuria questa battaglia di alto profilo, le dichiarazioni del Congresso di Jalisco sembrano operare in una realtà parallela. Recenti dichiarazioni dell'assemblea legislativa locale parlano di "continuare a legiferare con senso di giustizia" e di riconoscere che "Jalisco si costruisce quotidianamente nelle sue comunità".
Questa retorica, seppur ben intenzionata, evidenzia un potenziale divario tra il discorso politico tradizionale e la dura realtà descritta dagli esperti e vissuta dai cittadini. Mentre alcuni parlano di costruire, altri denunciano uno Stato in rovina.
La tempesta politica scatenata dal rapporto UdeG è appena iniziata. Mentre le fazioni politiche si accaniscono ad accusare gli altri, la popolazione di Jalisco rimane intrappolata nel mezzo di una crisi di sicurezza che, secondo i dati, peggiora di giorno in giorno. I cittadini si aspettano soluzioni, non giustificazioni, e il rapporto accademico ha chiarito che il tempo delle scuse è scaduto.
La Verdad Yucatán