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Hong Kong respinge le ritorsioni ai dazi statunitensi

Hong Kong respinge le ritorsioni ai dazi statunitensi

Il capo dell'esecutivo di Hong Kong, John Lee, ha affermato che le tensioni tra Pechino e Washington non spingeranno la città ad adottare misure di ritorsione che potrebbero compromettere il suo "DNA di successo" e lo status di zona franca.

In un'intervista rilasciata al quotidiano di Hong Kong South China Morning Post in occasione del terzo anniversario della sua amministrazione, Lee ha affermato che il suo governo aveva predisposto "piani di emergenza per gli scenari peggiori".

Ha inoltre assicurato che sta cercando di contrastare l'impatto dei dazi doganali imposti dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sulla Cina, che colpiscono anche la regione amministrativa speciale cinese, nonostante il regime "un paese, due sistemi".

Il leader di Hong Kong ha ribadito che la città manterrà il suo status di porto franco e ha escluso misure di ritorsione contro gli Stati Uniti anche se le relazioni tra Pechino e Washington dovessero deteriorarsi. Lee ha liquidato la mossa come "passiva", difendendo la strategia come un modo per preservare lo status economico di Hong Kong.

In base alla Legge fondamentale di Hong Kong, la mini-costituzione della città, la regione manterrà il suo ruolo di territorio doganale indipendente dalla Cina e non imporrà tariffe a meno che non sia diversamente stabilito dalla legge, consolidando il suo status di porto franco.

Lee ha anche affermato che nei restanti due anni del suo mandato, il governo di Hong Kong intensificherà le misure di diversificazione del mercato a vantaggio delle aziende locali, riducendo la loro esposizione verso gli Stati Uniti e incoraggiando l'espansione negli "oceani blu" in regioni economiche ad alto potenziale come il Sud-est asiatico e il Medio Oriente.

"Con 180-190 economie globali, le opportunità sono enormi. Stiamo parlando di riorientare le strategie, sviluppare nuove capacità e stringere alleanze strategiche", ha affermato, sottolineando la necessità di consolidare la posizione di Hong Kong come polo finanziario e commerciale globale di fronte alle tensioni geopolitiche.

Gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di esportazione di Hong Kong, con un volume di merci pari a 37,9 miliardi di dollari (33,2 miliardi di euro) nel 2024, trainato da apparecchiature e componenti per telecomunicazioni e seguito da computer, pietre preziose, gioielli, semiconduttori, valvole e tubi elettronici.

observador

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