Il Ministero dell'Agricoltura segnala tre marche e lotti di caffè non idonei al consumo

Il Ministero dell'Agricoltura e dell'Allevamento (Mapa) ha pubblicato, questo venerdì (23), un aggiornamento sui rischi relativi ai caffè tostati non idonei al consumo umano. Le analisi di laboratorio hanno individuato la presenza di impurità, corpi estranei e micotossine in quantità superiori ai limiti consentiti in lotti di tre marche.
I prodotti che presentano irregolarità appartengono ai marchi Melissa (lotto 0125A), Pingo Preto (lotto 12025) e Oficial (lotto 263). I marchi, rispettivamente di Paraná, Santa Catarina e San Paolo, sono stati squalificati per non aver rispettato gli standard stabiliti dall'Ordinanza n. 570 del 9 maggio 2022.
Come misura immediata, Mapa ha ordinato il ritiro dei lotti irregolari e la comunicazione ufficiale alle aziende responsabili del caffè non idoneo al consumo.
Il Ministero consiglia inoltre ai consumatori che hanno acquistato i prodotti di sospenderne il consumo. È possibile richiederne la sostituzione, in base al Codice della Tutela del Consumatore.
Inoltre, se qualcuno dovesse rilevare che i lotti sono ancora in vendita, potrà segnalarlo tramite il canale ufficiale Fala.BR, comunicando il nome e l'indirizzo del punto vendita.
“Caffè finto”A febbraio, il governo aveva già sequestrato, "per coincidenza", prodotti di tre marchi degli stessi stati, la cui composizione non conteneva caffè. All'epoca i nomi dei marchi non erano ancora stati pubblicati.
Ci sono aziende che pubblicizzano di vendere una polvere al gusto di caffè nella loro composizione. Con l'aumento dei prezzi, il consumatore potrebbe finire per essere indotto a effettuare questo acquisto.
Secondo l'Istituto brasiliano di geografia e statistica (IBGE), i prezzi del caffè sono aumentati dell'80% tra aprile 2024 e aprile 2025.
Un’altra conseguenza, oltre all’aumento del “caffè finto”, è il calo dei consumi. I dati pubblicati mercoledì (22) dall’Associazione brasiliana dell’industria del caffè (Abic) mostrano che il consumo di caffè è diminuito del 5,13% in Brasile nei primi quattro mesi del 2025, rispetto allo stesso periodo del 2024.
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